Quando un tema entra nel dibattito e produce la solita contrapposizione tra guelfi e ghibellini, l’osservatore deve avere fermo un principio che non lo deluderà mai: è pura fuffa. A proposito del delitto di Grinzane Cavour, che vede un uomo sparare a due rapinatori in corsa, assistiamo alla consueta radicalizzazione di due posizioni contrapposte: gli aspiranti cowboy della destra americanradicale che vorrebbero rifare Mezzogiorno di fuoco – e dunque prendono ad esempio gli USA dove SECONDO LORO le norme sarebbero molto "easy" – e i capponcelli della sinistra che, non avendo mai subito una rapina nella loro vita e, soprattutto, non avendo il problema di dover arrivare a fine mese, pensano due cose che, invece, chi quest'esperienza l'ha provata, sa essere false: a) Un disgraziato sotto attacco ha normalmente la lucidità di chiamare la polizia mentre stanno prendendo a badilate lui o i suoi familiari b) Si può ammazzare qualcuno soltanto ammazzandolo fisicamente e non, per esempio, rubandogli un incasso col quale, casomai, doveva ottemperare a qualche scadenza.
Il nostro capponcello non arriverà mai all'idea che, con la crisi economica ed uno Stato che pone continuamente scadenze da rispettare, rapinare un incasso (che non verrà più rivisto) possa far piombare la vittima in una disperazione che può condurre anche al suicidio. E quindi devo leggere su Twitter una deficiente che di professione fa la sociologa (cioè la fuffologa) la quale sostiene che "occorre una legislazione seria contro il possesso di armi".
Entrambe le posizioni si basano su due falsi.
Punto primo. Per delicate questioni personali su cui non starò ad annoiarvi, da quindici anni ho il porto d’armi e ho una pistola e dunque conosco il procedimento, uno dei più spinosi al mondo, per ottenere sia il porto d'armi che la pistola. Tanto per cominciare, bisogna dimostrare di essere penalmente intonsi. Io ero incensurato ma avevo alle spalle un processo per guida in stato d'ebbrezza, peraltro conclusosi con una piena assoluzione: ebbene, che fossi assolto, non gliene fregò niente, vollero comunque farmi dei test per scongiurare l'ipotesi che io fossi un alcolista o cose simili, oltre ai test psicoattitudinali di prassi. Questo per dire che la legislazione italiana è riconosciuta per essere una delle più severe al mondo e la più severa in Occidente. Chi dice il contrario, non sa di cosa parla.
Punto secondo. Sebbene sia vero che, in linea di massima, le normative americane per ottenere un’arma siano molto meno severe (addirittura in Texas non vi è l’obbligo di dichiarare il possesso di un’arma) non è affatto vero che negli Stati Uniti si possa ammazzare liberamente per legittima difesa e scamparla come se niente fosse. Tanto per cominciare, nel momento in cui uccidete qualcuno perché è entrato nella vostra proprietà, comunque subirete un processo esattamente come avviene in Italia, perché dovrete dimostrare anzitutto che esistessero le condizioni, che la vittima non stesse fuggendo (e allora, secondo il codice, non è legittima difesa) e insomma chi ci va per lo mezzo incorre nei cosiddetti augielli per diabetici, ben peggiori di quelli che planano sui vostri tetti in Italia. E se non riuscite a dimostrare che avete ucciso per legittima difesa, venite accusati di omicidio volontario. E andate in galera. Per decenni. Non come in Italia dove in galera, specie se siete incensurati, per un eccesso di legittima difesa non ci finite praticamente mai. Quando, viceversa, si finisce in un processo americano, sono dolori di pancia. E di tasca. Dato che gli avvocati americani sono famosi per avere gusti molto raffinati, per consumare cibi e indossare vestiti entrambi di provenienza italiana. Costosi. E per mantenerli hanno bisogno di clienti molto generosi, che pagano 40-50 mila dollari a botta, senza la minima garanzia che poi se la caveranno. Quindi l’idea che la legislazione italiana non sia severa e che in America si possa fare i cowboy, è una bugia tipica della sinistra. Chiedere conferma a Pistorius.
Chiarito quanto sopra, passiamo alle opinioni personali.
Per quanto riguarda me, sono un estremista della legittima difesa e penso addirittura che non solo debba essere lecito portare un’arma senza doverla denunciare (come in Texas, appunto) ma che debba essere sufficiente che un individuo entri nella mia proprietà senza la mia autorizzazione per poter sparargli e togliere da mezzo tutte le menate sulla dimostrazione di un pericolo reale e tutto il bla bla. Anche perché la convinzione che un ladro in fuga sia, per effetto di ciò, neutralizzato, è una scemenza: tanti anni fa a Napoli, un nostro amico di famiglia, Maurizio Estate, fu assassinato dopo che aveva scacciato, sparando in aria, un paio di ladri che erano entrati in officina. Come finì? Che questi, dopo un paio d'ore, tornarono con degli amici loro in officina armati e lo ammazzarono.
In estrema sintesi, per me saper sparare dovrebbe diventare una materia di studio al pari dell’italiano e della matematica ed è solo quella la vera garanzia che non ci siano eccessi di legittima difesa. Perché il principio è analogo a quando si addestra un cane da guardia e da difesa. Quel tipo di cani lì è in assoluto il più mite e affidabile. Perché sia per indole che per addestramento, non attacca mai, citando Scoglio, “ad minchiam”. Se voi provate a sfottere un rottweiler o un boxer, vi accorgerete di come il cane in questione vi ignori. Non è che abbia paura di voi ma in quel momento sa di avere a che fare con un deficiente che potrebbe ridurre facilmente in polpette e con cui non vale la pena perdere tempo. Ma provate ad attaccare il suo padrone o a fare un male concreto al cane stesso e vi renderete conto di cosa significhi essere aggrediti da una bestia di ottanta chili, molto aggressiva e che con un morso raggiunge una pressione il cui peso è cento volte quello di un morso umano. Quel cane è stato, in sostanza, addestrato a fare un male concreto, nelle sole circostanze in cui occorre. Cosa che non accade con i cani diciamo “normali” che sono poi quelli che perdono il controllo davanti a bambini un po’ troppo invadenti. Cosa che ad un rottweiler non capita praticamente MAI. Infatti proprio i cani da difesa personale sono i più adatti per i bambini perché sono addestrati a ridurre praticamente a zero le ragioni per dover attaccare qualcuno.
Se Roggero il gioielliere ha ucciso i rapinatori, ciò è avvenuto per una serie di ragioni: la prima è che quel disgraziato aveva già subito altri furti. Lo stato se n’era fottuto. Quando i ladri svaligiarono dieci anni fa casa mia, i poliziotti ci tennero subito a chiarirmi che non avrei recuperato la refurtiva. E la cosa può convincere solo chi non sa che le forze dell’ordine sono stracolme di informatori presso i ladri di appartamenti e che se un poliziotto vuole, quella refurtiva la può recuperare in qualsiasi momento.
La seconda è che non è stato educato ad una sana autodifesa: lo stato italiano, forse per abituare il cittadino ad accettare meglio i soprusi delle forze dell’ordine e della magistratura, insegna la codardia ai suoi cittadini. Perché qualsiasi persona che sia educata ad un sano uso delle armi fa di tutto per mettersi nelle condizioni di non dover mai usare quella pistola. Avendo la fortuna di avere come maestro un severissimo poliziotto anticamorra in pensione che mi ha insegnato come si spara, come si tiene l’arma (dritta, non piegata lateralmente come vedete in certi pessimi polizieschi, braccia tese ma non rigide, leggera inclinazione delle gambe), i rischi che si corrono, come si controllano i nervi in caso di aggressione, ho imparato tutta una serie di cose che, per come la vedo io, dovrebbero essere inserite come materie di studio al pari dell'italiano e della matematica. Altro che l'educazione fisica all'acqua di rose che si fa oggi.
Soltanto che qui in Italia il tema della legittima difesa non è stato mai affrontato. D'altra parte, l'Italia, per via di trattati che intercorrono con la NATO, ha moltissimi limiti in tema di esercito e di militarizzazione. E quindi, obnubilati da una criminalizzazione acritica di ogni forma di militarismo e di marzialità, quando poi abbiamo bisogno di difenderci – per effetto dell’insopprimibile istinto di conservazione iscritto nel DNA umano – lo facciamo in maniera impropria. Fino alla tragedia.
Ma dire che ci siano troppe pistole - quando semmai è vero il contrario - è una scemenza.
Il nostro capponcello non arriverà mai all'idea che, con la crisi economica ed uno Stato che pone continuamente scadenze da rispettare, rapinare un incasso (che non verrà più rivisto) possa far piombare la vittima in una disperazione che può condurre anche al suicidio. E quindi devo leggere su Twitter una deficiente che di professione fa la sociologa (cioè la fuffologa) la quale sostiene che "occorre una legislazione seria contro il possesso di armi".
Entrambe le posizioni si basano su due falsi.
Punto primo. Per delicate questioni personali su cui non starò ad annoiarvi, da quindici anni ho il porto d’armi e ho una pistola e dunque conosco il procedimento, uno dei più spinosi al mondo, per ottenere sia il porto d'armi che la pistola. Tanto per cominciare, bisogna dimostrare di essere penalmente intonsi. Io ero incensurato ma avevo alle spalle un processo per guida in stato d'ebbrezza, peraltro conclusosi con una piena assoluzione: ebbene, che fossi assolto, non gliene fregò niente, vollero comunque farmi dei test per scongiurare l'ipotesi che io fossi un alcolista o cose simili, oltre ai test psicoattitudinali di prassi. Questo per dire che la legislazione italiana è riconosciuta per essere una delle più severe al mondo e la più severa in Occidente. Chi dice il contrario, non sa di cosa parla.
Punto secondo. Sebbene sia vero che, in linea di massima, le normative americane per ottenere un’arma siano molto meno severe (addirittura in Texas non vi è l’obbligo di dichiarare il possesso di un’arma) non è affatto vero che negli Stati Uniti si possa ammazzare liberamente per legittima difesa e scamparla come se niente fosse. Tanto per cominciare, nel momento in cui uccidete qualcuno perché è entrato nella vostra proprietà, comunque subirete un processo esattamente come avviene in Italia, perché dovrete dimostrare anzitutto che esistessero le condizioni, che la vittima non stesse fuggendo (e allora, secondo il codice, non è legittima difesa) e insomma chi ci va per lo mezzo incorre nei cosiddetti augielli per diabetici, ben peggiori di quelli che planano sui vostri tetti in Italia. E se non riuscite a dimostrare che avete ucciso per legittima difesa, venite accusati di omicidio volontario. E andate in galera. Per decenni. Non come in Italia dove in galera, specie se siete incensurati, per un eccesso di legittima difesa non ci finite praticamente mai. Quando, viceversa, si finisce in un processo americano, sono dolori di pancia. E di tasca. Dato che gli avvocati americani sono famosi per avere gusti molto raffinati, per consumare cibi e indossare vestiti entrambi di provenienza italiana. Costosi. E per mantenerli hanno bisogno di clienti molto generosi, che pagano 40-50 mila dollari a botta, senza la minima garanzia che poi se la caveranno. Quindi l’idea che la legislazione italiana non sia severa e che in America si possa fare i cowboy, è una bugia tipica della sinistra. Chiedere conferma a Pistorius.
Chiarito quanto sopra, passiamo alle opinioni personali.
Per quanto riguarda me, sono un estremista della legittima difesa e penso addirittura che non solo debba essere lecito portare un’arma senza doverla denunciare (come in Texas, appunto) ma che debba essere sufficiente che un individuo entri nella mia proprietà senza la mia autorizzazione per poter sparargli e togliere da mezzo tutte le menate sulla dimostrazione di un pericolo reale e tutto il bla bla. Anche perché la convinzione che un ladro in fuga sia, per effetto di ciò, neutralizzato, è una scemenza: tanti anni fa a Napoli, un nostro amico di famiglia, Maurizio Estate, fu assassinato dopo che aveva scacciato, sparando in aria, un paio di ladri che erano entrati in officina. Come finì? Che questi, dopo un paio d'ore, tornarono con degli amici loro in officina armati e lo ammazzarono.
In estrema sintesi, per me saper sparare dovrebbe diventare una materia di studio al pari dell’italiano e della matematica ed è solo quella la vera garanzia che non ci siano eccessi di legittima difesa. Perché il principio è analogo a quando si addestra un cane da guardia e da difesa. Quel tipo di cani lì è in assoluto il più mite e affidabile. Perché sia per indole che per addestramento, non attacca mai, citando Scoglio, “ad minchiam”. Se voi provate a sfottere un rottweiler o un boxer, vi accorgerete di come il cane in questione vi ignori. Non è che abbia paura di voi ma in quel momento sa di avere a che fare con un deficiente che potrebbe ridurre facilmente in polpette e con cui non vale la pena perdere tempo. Ma provate ad attaccare il suo padrone o a fare un male concreto al cane stesso e vi renderete conto di cosa significhi essere aggrediti da una bestia di ottanta chili, molto aggressiva e che con un morso raggiunge una pressione il cui peso è cento volte quello di un morso umano. Quel cane è stato, in sostanza, addestrato a fare un male concreto, nelle sole circostanze in cui occorre. Cosa che non accade con i cani diciamo “normali” che sono poi quelli che perdono il controllo davanti a bambini un po’ troppo invadenti. Cosa che ad un rottweiler non capita praticamente MAI. Infatti proprio i cani da difesa personale sono i più adatti per i bambini perché sono addestrati a ridurre praticamente a zero le ragioni per dover attaccare qualcuno.
Se Roggero il gioielliere ha ucciso i rapinatori, ciò è avvenuto per una serie di ragioni: la prima è che quel disgraziato aveva già subito altri furti. Lo stato se n’era fottuto. Quando i ladri svaligiarono dieci anni fa casa mia, i poliziotti ci tennero subito a chiarirmi che non avrei recuperato la refurtiva. E la cosa può convincere solo chi non sa che le forze dell’ordine sono stracolme di informatori presso i ladri di appartamenti e che se un poliziotto vuole, quella refurtiva la può recuperare in qualsiasi momento.
La seconda è che non è stato educato ad una sana autodifesa: lo stato italiano, forse per abituare il cittadino ad accettare meglio i soprusi delle forze dell’ordine e della magistratura, insegna la codardia ai suoi cittadini. Perché qualsiasi persona che sia educata ad un sano uso delle armi fa di tutto per mettersi nelle condizioni di non dover mai usare quella pistola. Avendo la fortuna di avere come maestro un severissimo poliziotto anticamorra in pensione che mi ha insegnato come si spara, come si tiene l’arma (dritta, non piegata lateralmente come vedete in certi pessimi polizieschi, braccia tese ma non rigide, leggera inclinazione delle gambe), i rischi che si corrono, come si controllano i nervi in caso di aggressione, ho imparato tutta una serie di cose che, per come la vedo io, dovrebbero essere inserite come materie di studio al pari dell'italiano e della matematica. Altro che l'educazione fisica all'acqua di rose che si fa oggi.
Soltanto che qui in Italia il tema della legittima difesa non è stato mai affrontato. D'altra parte, l'Italia, per via di trattati che intercorrono con la NATO, ha moltissimi limiti in tema di esercito e di militarizzazione. E quindi, obnubilati da una criminalizzazione acritica di ogni forma di militarismo e di marzialità, quando poi abbiamo bisogno di difenderci – per effetto dell’insopprimibile istinto di conservazione iscritto nel DNA umano – lo facciamo in maniera impropria. Fino alla tragedia.
Ma dire che ci siano troppe pistole - quando semmai è vero il contrario - è una scemenza.
Nello specifico, è una scemenza della sinistra.