Ogni post che inizia con "non sono xxx ma" e dove al posto di xxx ci può andare qualsiasi categoria stramaledetta dal pensiero dominante (omofobo, antisemita, razzista, fascista) come pure "Ho un amico xxx" dove per xxx sta per ebreo, gay, nero e qualsiasi categoria protetta, viene sospettato di sottintendere un'affermazione razzista, omofoba, fascista, antisemita. Non so se sia così ma a me non frega nulla perché io davvero non sono né antisemita, né razzista, né omofobo né fascista. E ho amici ebrei, gay, e neri, ma anche gialli se è per questo. Mi mancano giusto gli amici rossi, ma soltanto perché l'Italia non ha una tradizione di pellerossa importanti. E verdi perché non abbiamo ancora colonizzato altri pianeti. E soprattutto nell'annosa vicenda palestinese, sono da sempre tendenzialmente filoisraeliano.
Naturalmente so benissimo che questa premessa non servirà a nulla e mi verrà ritorto contro, ma posso tranquillamente aggiungere ciò all'enorme lista di cose di cui non me ne potrebbe fregare di meno.
Tutto questo per introdurre una sorta di "parabola".
Supponiamo che a scuola arrivi un bambino, molto intelligente, molto in gamba, con alcuni difetti caratteriali. Questo bambino è stato cacciato da un'altra scuola dove lo hanno vessato nelle maniere più disparate, mettendo persino a rischio la sua vita. L'istinto sarà di trattarlo con cura per far sì che il nostro bambino si ambienti e si trovi bene. Ma pare non bastargli. Il bimbo pretende un trattamento speciale per sé, cerca in tutti i modi di avere ragione, anche quando capita - e può capitare - che abbia torto. E fin qui non è nulla che non capiti in tante scuole. Ma qui c'è una particolarità: la maestra impone che questo bambino abbia ragione per principio, perché è un bambino migliore degli altri per "diritto divino". C'è un testo che impone che questo bambino debba essere considerato migliore di tutti gli altri, a prescindere, anche se nel frattempo si comporta male. Se tutti hanno subito maltrattamenti, lui è l'unico a potersi lamentare. E' l'unico a poter ribadire il diritto di affermare la propria personalità mentre questo analogo diritto lo nega ad altri bambini. E non c'è nessuna maestra che intervenga a dire "Ok caro bambino, sappiamo benissimo quello che ti è capitato, ma tu non sei migliore degli altri, sei uguale a tutti gli altri", anzi la maestra dice "La sicurezza e il benessere di questo bambino sono vitali per tutta la classe", anche se nel frattempo il bambino continua a fare lo stronzo.
Di fronte ad una situazione del genere, cosa accadrà? Che quel bambino presto starà sulle scatole a tutti quanti. Anche se magari può avere, spesso, ragione su molte cose. Anche se nessuno vuol contestare che i bambini che gli avevano fatto molto male nelle altre scuole fossero effettivamente cattivi. Il punto è che non esistono torti e ragioni a prescindere, e che dire che un bambino vale più degli altri e va protetto più degli altri, significa discriminare gli altri, che a quel punto è comprensibile che si incazzino.
Da quando è scoppiata l'ultima fiammata di questa guerra che ormai - penso di interpretare il pensiero di sionisti e antisionisti - ha frantumato gli zebedei di tutti quanti, i media mainstream sono un delirio a cielo aperto. Ambasciatori che minacciano di ammazzare chiunque ammazzi un ebreo (e ai quali andrebbe spiegato che la legge dello stato si applica anche agli eletti), la Bild che pubblica un delirante documento nel quale dice testualmente che "la sicurezza di Israele è vitale per il popolo tedesco", e il consueto rosario di stramaledizioni già visto durante il covid e nel quale si stanno gettando anche giornalisti che hanno lodevolmente contestato le scemenze pandemiche. E in moltissimi profili sionisti si stanno leggendo cose sui musulmani, etichettati tutti come tagliagole, che sono tali e quali a ciò che si sarebbe potuto leggere sugli ebrei da parte dei tedeschi, negli anni Trenta, se in Germania ci fossero stati i social, immaginate tipo una sorta di Nazibook, con la svastica al posto dell'uccellino.
Come commentare il tutto? Con una considerazione molto semplice.
Primo: se qualcuno fa male ad un ebreo, NESSUNO si può permettere, in uno stato di diritto, di vendicarlo con un altro omicidio. Stiamo scherzando? Esiste la legge. E se un ebreo viene ammazzato, l'assassino va processato e messo in prigione, dai tribunali del Paese dove si verifica il fatto delittuoso. Senza circostanze aggravanti. La vita di un ebreo non vale più di quella di chi ebreo non è.
Secondo. Personalmente, su quanto sta accadendo, come ho già detto, sono sempre stato tendenzialmente dalla parte di Israele. Questo non significa che io non veda i torti e le ragioni di quel paese né tantomeno di quel "mondo ebraico" spesso, somarescamente, confuso con Israele. Il punto è che sono io e soltanto io a decidere che opinione debbo formarmi. Io PRETENDO, ESIGO, di non essere ricattato moralmente, né da una parte né dall'altra, da lobby che mi impongano da che parte stare.
Quando la Bild si permette di dire che "la sicurezza di Israele è un problema nazionale tedesco", nessuno si rende conto della gravità di un'affermazione del genere. Si sta sostanzialmente dicendo che c'è un popolo che ha più diritti degli altri, la sicurezza dei quali invece non sarebbe un problema nazionale. Che pila di idioti sono diventati i giornalisti? Dove li assume la Bild i suoi giornalisti? Tirandoli a sorte nei peggiori bar delle periferie tedesche?
Si ritorna così ad un antico punto, quello della "razza superiore" "popolo eletto". A cui concedere una patente di immunità dalle critiche, di impunità per gli errori commessi, a cui concedere il - giustissimo, anzi sacrosanto - diritto di lottare per la propria patria, per negarla a chi a sua volta difenda la propria di patria. E questo è totalmente inaccettabile.
Dopodiché, per quanto mi riguarda, tutti i revisionismi sull'Olocausto mi lasciano sostanzialmente indifferente e, qualsiasi piega prenda questa faccenda, non mi unirò mai a chi negli ultimi tempi sta rispolverando certi frasari del passato.
Ma una cosa è certa: se si crede di combattere l'antisemitismo e l'antisionismo con la propaganda da Minculpop di questi giorni e con le minacce degli ambasciatori israeliani, ho per voi una notizia: così l'antisemitismo e l'antisionismo li farete tornare più forti di prima.
Naturalmente so benissimo che questa premessa non servirà a nulla e mi verrà ritorto contro, ma posso tranquillamente aggiungere ciò all'enorme lista di cose di cui non me ne potrebbe fregare di meno.
Tutto questo per introdurre una sorta di "parabola".
Supponiamo che a scuola arrivi un bambino, molto intelligente, molto in gamba, con alcuni difetti caratteriali. Questo bambino è stato cacciato da un'altra scuola dove lo hanno vessato nelle maniere più disparate, mettendo persino a rischio la sua vita. L'istinto sarà di trattarlo con cura per far sì che il nostro bambino si ambienti e si trovi bene. Ma pare non bastargli. Il bimbo pretende un trattamento speciale per sé, cerca in tutti i modi di avere ragione, anche quando capita - e può capitare - che abbia torto. E fin qui non è nulla che non capiti in tante scuole. Ma qui c'è una particolarità: la maestra impone che questo bambino abbia ragione per principio, perché è un bambino migliore degli altri per "diritto divino". C'è un testo che impone che questo bambino debba essere considerato migliore di tutti gli altri, a prescindere, anche se nel frattempo si comporta male. Se tutti hanno subito maltrattamenti, lui è l'unico a potersi lamentare. E' l'unico a poter ribadire il diritto di affermare la propria personalità mentre questo analogo diritto lo nega ad altri bambini. E non c'è nessuna maestra che intervenga a dire "Ok caro bambino, sappiamo benissimo quello che ti è capitato, ma tu non sei migliore degli altri, sei uguale a tutti gli altri", anzi la maestra dice "La sicurezza e il benessere di questo bambino sono vitali per tutta la classe", anche se nel frattempo il bambino continua a fare lo stronzo.
Di fronte ad una situazione del genere, cosa accadrà? Che quel bambino presto starà sulle scatole a tutti quanti. Anche se magari può avere, spesso, ragione su molte cose. Anche se nessuno vuol contestare che i bambini che gli avevano fatto molto male nelle altre scuole fossero effettivamente cattivi. Il punto è che non esistono torti e ragioni a prescindere, e che dire che un bambino vale più degli altri e va protetto più degli altri, significa discriminare gli altri, che a quel punto è comprensibile che si incazzino.
Da quando è scoppiata l'ultima fiammata di questa guerra che ormai - penso di interpretare il pensiero di sionisti e antisionisti - ha frantumato gli zebedei di tutti quanti, i media mainstream sono un delirio a cielo aperto. Ambasciatori che minacciano di ammazzare chiunque ammazzi un ebreo (e ai quali andrebbe spiegato che la legge dello stato si applica anche agli eletti), la Bild che pubblica un delirante documento nel quale dice testualmente che "la sicurezza di Israele è vitale per il popolo tedesco", e il consueto rosario di stramaledizioni già visto durante il covid e nel quale si stanno gettando anche giornalisti che hanno lodevolmente contestato le scemenze pandemiche. E in moltissimi profili sionisti si stanno leggendo cose sui musulmani, etichettati tutti come tagliagole, che sono tali e quali a ciò che si sarebbe potuto leggere sugli ebrei da parte dei tedeschi, negli anni Trenta, se in Germania ci fossero stati i social, immaginate tipo una sorta di Nazibook, con la svastica al posto dell'uccellino.
Come commentare il tutto? Con una considerazione molto semplice.
Primo: se qualcuno fa male ad un ebreo, NESSUNO si può permettere, in uno stato di diritto, di vendicarlo con un altro omicidio. Stiamo scherzando? Esiste la legge. E se un ebreo viene ammazzato, l'assassino va processato e messo in prigione, dai tribunali del Paese dove si verifica il fatto delittuoso. Senza circostanze aggravanti. La vita di un ebreo non vale più di quella di chi ebreo non è.
Secondo. Personalmente, su quanto sta accadendo, come ho già detto, sono sempre stato tendenzialmente dalla parte di Israele. Questo non significa che io non veda i torti e le ragioni di quel paese né tantomeno di quel "mondo ebraico" spesso, somarescamente, confuso con Israele. Il punto è che sono io e soltanto io a decidere che opinione debbo formarmi. Io PRETENDO, ESIGO, di non essere ricattato moralmente, né da una parte né dall'altra, da lobby che mi impongano da che parte stare.
Quando la Bild si permette di dire che "la sicurezza di Israele è un problema nazionale tedesco", nessuno si rende conto della gravità di un'affermazione del genere. Si sta sostanzialmente dicendo che c'è un popolo che ha più diritti degli altri, la sicurezza dei quali invece non sarebbe un problema nazionale. Che pila di idioti sono diventati i giornalisti? Dove li assume la Bild i suoi giornalisti? Tirandoli a sorte nei peggiori bar delle periferie tedesche?
Si ritorna così ad un antico punto, quello del
Dopodiché, per quanto mi riguarda, tutti i revisionismi sull'Olocausto mi lasciano sostanzialmente indifferente e, qualsiasi piega prenda questa faccenda, non mi unirò mai a chi negli ultimi tempi sta rispolverando certi frasari del passato.
Ma una cosa è certa: se si crede di combattere l'antisemitismo e l'antisionismo con la propaganda da Minculpop di questi giorni e con le minacce degli ambasciatori israeliani, ho per voi una notizia: così l'antisemitismo e l'antisionismo li farete tornare più forti di prima.