Qualche giorno fa, tornando nella mia vecchia casa che sto fittando, mentre cerco dove fermare la macchina, trovo la salita che porta al palazzo insolitamente quasi priva di auto parcheggiate. Questo accade quando da quelle parti - zona universitaria molto famosa - arriva una personalità molto importante, oppure perché i vigili sono all'opera per mettere le multe, evento abbastanza raro. Quando chiedo loro il perché di questa improvvisa comparsata, mi spiegano, con l'aria scocciata di chi è lì ma vorrebbe essere altrove, che qualcuno del mio palazzo si è lamentato delle troppe macchine che vengono da fuori, evidentemente ignorando che in quella via, non essendoci le strisce blu, non possono parcheggiare manco i residenti. In sintesi, per risolvere un problema in maniera sbagliata, se n'è creato un altro.
Questa è una cosa che avviene di frequente in circostanze ben più importanti: quando si fa politica, per esempio, bisogna diffidare delle soluzioni semplicistiche. Nei primi anni Novanta, sulla scia della rabbia popolare vellicata dal giornalismo giudiziario, la classe politica italiana svirilizzò l'immunità parlamentare, ottenendo in cambio, col pretesto di tentare di moralizzare la politica italiana, di consegnarsi nelle mani della magistratura. Ma il concetto vale anche quando si dibatte una tesi. Spesso, quando si vuole dimostrare una tesi, si cercano prove che però, una volta trovate, smentiscono altre tesi nelle quali invece crediamo.
Ed è esattamente quello che accade quando si cerca di dimostrare che l'Islam non è né può essere moderato, con l'aria degli occidentali evoluti la sanno lunga. Tutto questo avviene dopo l'ennesimo attentato in cui qualche fanatico inneggia ad Allah e tutti scrivono "E' la prova che l'Islam non può essere moderato". Come se io entrassi armato di Kalashnikov in un locale e urlassi "Forza Napoli" e tutti quanti dicessero "Ecco la prova che i tifosi del Napoli non sono moderati". Sarebbe una totale scemenza identificare un tifoso fuori di testa con tutti i tifosi del Napoli. Ma è esattamente quello che accade quando avviene un attentato dove si inneggia ad Allah. In realtà, basterebbe conoscere l'Islam per rendersi conto che, frammentato com'è tra decine di migliaia di imam, non è possibile alcuno stato islamico, che non sia quella buffonatacreata dagli Stati Uniti dell'ISIS.
Questo, certamente, nulla toglie alla potenziale pericolosità dell'Islam. Chiunque legga il Corano viene sconvolto dal contrasto tra l'accecante bellezza di alcuni versetti e la terrificante violenza contenuta in altri, riservati agli infedeli. Ma anche la Bibbia e il Talmud contengono passi estremamente violenti. Il Cristianesimo - che pure comprende l'Apocalisse, che non è propriamente un testo per educande - in linea teorica è più pacifico, ma certamente non rigetta la Bibbia, di cui il Vangelo è sostanzialmente la continuazione. Né tantomeno, un testo sacro privo di violenza è garanzia che chi è chiamato ad interpretarlo non possa trasformarlo in una sorta di mein kampf. Del resto, la stessa storia cristiana non è certo scevra di violenze e persecuzioni. Questo perché la criticità non sta nella singola religione, ma, in generale, nel fondamentalismo insito in ogni dogmatismo. In generale qualsiasi ideologia, metafisica o fisica, che teorizzi un uomo al servizio di qualcosa o di Qualcuno, può rivelarsi pericolosa. Dunque anche il comunismo, l'ambientalismo, l'animalismo, lo scientismo e, con essi, ogni "ismo" che non ammetta discussioni dottrinali.
Questo però riporta al punto: perché il cristianesimo ci sembra moderato e l'Islam no?
L'Europa, dopo secoli di dominio cristiano, inaugurando l'era dell'Illuminismo, si è resa generalmente laica. Questo processo, non spontaneo, né tantomeno insito nella cultura cristiana, si deve a sovrani che, desiderosi di togliersi di torno papi e vescovi vari, hanno fatto questo ragionamento: se io, sovrano, investo su scienza e cultura, dando una spiegazione scientifica a fenomeni che i miei sudditi attribuiscono a Dio, rendendoli dunque molto più soggetti al potere del papa, la loro fede diminuirà, il potere del Papa si indebolirà, col risultato che si rafforzerà il mio. Se un processo come questo non trova l'opposizioni di realtà interessate a sabotarlo, ecco che le istituzioni si laicizzano. E, infatti, il risultato è che nessuno, in Europa, crede più seriamente in Dio, con tutto ciò che naturalmente, anche di negativo, questo comporta. Non si sta dicendo che una società senza Dio sia rose e fiori, anzi. Il cattolicesimo oggi, ridotto ad un mero sentimentalismo pietistico - laddove molti che assumono le pose di credenti, una volta usciti dalle parrocchie, si comportano secondo i propri umanissimi istinti - suscita un amaro sorriso anche in un miscredente come me che ha comunque sempre rispettato la Chiesa. Del resto, se qualcuno andasse a prendere un testo cattolico dei primi del Novecento, rimarrebbe sconvolto nel vedere quante cose oggi ritenute normali, fossero vietatissime solo cento anni fa dalla Chiesa. Che però, con la sua progressiva scristianizzazione, ha dovuto ridurre di molto la propria forza censoria.
Tutto questo non è avvenuto nelle società islamiche. Che sono popolate da uomini dal DNA praticamente uguale a quello europeo e, dunque, coi vizi di tutti gli umani, tra cui un grande amore per il potere terreno e, quindi, molto più interessati a mantenerlo, invece che di condividerlo con altri. Soltanto che tutte le realtà dove il potere politico ha cercato di imporsi sulle autorità religiose, sono state combattute da un Occidente che, interessato soltanto a predare quanto possibile da territori ricchi di petrolio, non si è mai chiesto se, per esempio, facendo fuori Al Sisi, che avrà tutti i difetti di questo mondo, ma ha evitato che l'Egitto diventasse un avamposto dell'integralismo islamico, non si rischi che torni uno dei Fratelli Musulmani. La lezione di Mubarak, ma anche di Gheddafi e di Saddam Hussein non è servita. C'è da stupirsi che oggi il fanatismo islamico sia maggioritario?
Dopodiché, intendiamoci, il moderatismo nelle realtà islamiche, non è minimamente paragonabile a ciò che noi in Italia intendiamo per moderatismo. Ma se nella Siria di Assad, il 20% della popolazione è cristiana e nessuno si sogna di torcere un capello ai siriani cristiani, se addirittura il braccio destro di Saddam Hussein, Tarek Aziz, era cattolico, per quale motivo l'Occidente fa la guerra ad Assad, a Saddam Hussein e non ai loro nemici che, invece, teorizzano la sharia come diritto positivo?
Questa è una cosa che avviene di frequente in circostanze ben più importanti: quando si fa politica, per esempio, bisogna diffidare delle soluzioni semplicistiche. Nei primi anni Novanta, sulla scia della rabbia popolare vellicata dal giornalismo giudiziario, la classe politica italiana svirilizzò l'immunità parlamentare, ottenendo in cambio, col pretesto di tentare di moralizzare la politica italiana, di consegnarsi nelle mani della magistratura. Ma il concetto vale anche quando si dibatte una tesi. Spesso, quando si vuole dimostrare una tesi, si cercano prove che però, una volta trovate, smentiscono altre tesi nelle quali invece crediamo.
Ed è esattamente quello che accade quando si cerca di dimostrare che l'Islam non è né può essere moderato, con l'aria degli occidentali evoluti la sanno lunga. Tutto questo avviene dopo l'ennesimo attentato in cui qualche fanatico inneggia ad Allah e tutti scrivono "E' la prova che l'Islam non può essere moderato". Come se io entrassi armato di Kalashnikov in un locale e urlassi "Forza Napoli" e tutti quanti dicessero "Ecco la prova che i tifosi del Napoli non sono moderati". Sarebbe una totale scemenza identificare un tifoso fuori di testa con tutti i tifosi del Napoli. Ma è esattamente quello che accade quando avviene un attentato dove si inneggia ad Allah. In realtà, basterebbe conoscere l'Islam per rendersi conto che, frammentato com'è tra decine di migliaia di imam, non è possibile alcuno stato islamico, che non sia quella buffonata
Questo, certamente, nulla toglie alla potenziale pericolosità dell'Islam. Chiunque legga il Corano viene sconvolto dal contrasto tra l'accecante bellezza di alcuni versetti e la terrificante violenza contenuta in altri, riservati agli infedeli. Ma anche la Bibbia e il Talmud contengono passi estremamente violenti. Il Cristianesimo - che pure comprende l'Apocalisse, che non è propriamente un testo per educande - in linea teorica è più pacifico, ma certamente non rigetta la Bibbia, di cui il Vangelo è sostanzialmente la continuazione. Né tantomeno, un testo sacro privo di violenza è garanzia che chi è chiamato ad interpretarlo non possa trasformarlo in una sorta di mein kampf. Del resto, la stessa storia cristiana non è certo scevra di violenze e persecuzioni. Questo perché la criticità non sta nella singola religione, ma, in generale, nel fondamentalismo insito in ogni dogmatismo. In generale qualsiasi ideologia, metafisica o fisica, che teorizzi un uomo al servizio di qualcosa o di Qualcuno, può rivelarsi pericolosa. Dunque anche il comunismo, l'ambientalismo, l'animalismo, lo scientismo e, con essi, ogni "ismo" che non ammetta discussioni dottrinali.
Questo però riporta al punto: perché il cristianesimo ci sembra moderato e l'Islam no?
L'Europa, dopo secoli di dominio cristiano, inaugurando l'era dell'Illuminismo, si è resa generalmente laica. Questo processo, non spontaneo, né tantomeno insito nella cultura cristiana, si deve a sovrani che, desiderosi di togliersi di torno papi e vescovi vari, hanno fatto questo ragionamento: se io, sovrano, investo su scienza e cultura, dando una spiegazione scientifica a fenomeni che i miei sudditi attribuiscono a Dio, rendendoli dunque molto più soggetti al potere del papa, la loro fede diminuirà, il potere del Papa si indebolirà, col risultato che si rafforzerà il mio. Se un processo come questo non trova l'opposizioni di realtà interessate a sabotarlo, ecco che le istituzioni si laicizzano. E, infatti, il risultato è che nessuno, in Europa, crede più seriamente in Dio, con tutto ciò che naturalmente, anche di negativo, questo comporta. Non si sta dicendo che una società senza Dio sia rose e fiori, anzi. Il cattolicesimo oggi, ridotto ad un mero sentimentalismo pietistico - laddove molti che assumono le pose di credenti, una volta usciti dalle parrocchie, si comportano secondo i propri umanissimi istinti - suscita un amaro sorriso anche in un miscredente come me che ha comunque sempre rispettato la Chiesa. Del resto, se qualcuno andasse a prendere un testo cattolico dei primi del Novecento, rimarrebbe sconvolto nel vedere quante cose oggi ritenute normali, fossero vietatissime solo cento anni fa dalla Chiesa. Che però, con la sua progressiva scristianizzazione, ha dovuto ridurre di molto la propria forza censoria.
Tutto questo non è avvenuto nelle società islamiche. Che sono popolate da uomini dal DNA praticamente uguale a quello europeo e, dunque, coi vizi di tutti gli umani, tra cui un grande amore per il potere terreno e, quindi, molto più interessati a mantenerlo, invece che di condividerlo con altri. Soltanto che tutte le realtà dove il potere politico ha cercato di imporsi sulle autorità religiose, sono state combattute da un Occidente che, interessato soltanto a predare quanto possibile da territori ricchi di petrolio, non si è mai chiesto se, per esempio, facendo fuori Al Sisi, che avrà tutti i difetti di questo mondo, ma ha evitato che l'Egitto diventasse un avamposto dell'integralismo islamico, non si rischi che torni uno dei Fratelli Musulmani. La lezione di Mubarak, ma anche di Gheddafi e di Saddam Hussein non è servita. C'è da stupirsi che oggi il fanatismo islamico sia maggioritario?
Dopodiché, intendiamoci, il moderatismo nelle realtà islamiche, non è minimamente paragonabile a ciò che noi in Italia intendiamo per moderatismo. Ma se nella Siria di Assad, il 20% della popolazione è cristiana e nessuno si sogna di torcere un capello ai siriani cristiani, se addirittura il braccio destro di Saddam Hussein, Tarek Aziz, era cattolico, per quale motivo l'Occidente fa la guerra ad Assad, a Saddam Hussein e non ai loro nemici che, invece, teorizzano la sharia come diritto positivo?
La realtà è che l'Islam moderato oggi è fortemente minoritario. Ma la colpa è dell'Occidente. Chi si lamenta del fondamentalismo islamico, non deve guardare ad Est ma ad Ovest. E riconoscere che, nella migliore delle ipotesi, forse, ci siamo scelti dei pessimi compagni di viaggio che, per giunta, quanto ad integralismo, certo non scherzano. Ogni giorno che passa, l'Occidente fa un passo in più verso nuovi oscurantismi che, diversamente da quelli abituali, non prevedono alcun paradiso per i fedeli. Al massimo, qualche ospitata da Fabio Fazio e qualche like da Burioni o da Tozzi.