Dopo il mio ultimo articolo su Israele e Palestina sono fioccate le accuse più disparate, tra cui una in particolare, quella secondo la quale io non mi schiererei per convenienza. E viene da sorridere per vari motivi: per la convenienza e per l'accusa di non essere schierato. Se io pensassi alla convenienza, mi accoderei ad uno dei tanti clan ultrà che girano nel web e questo mi porterebbe a diventare rapidamente un'istituzione presso costoro. Quanto poi al non essere schierato, è ancor meno vero. Io sono schieratissimo. Il punto è che sono schierato per i miei interessi personali di cittadino italiano e di patriota. Se schierarsi con Israele significa fare il bene dell'Italia, mi vedrete con la bandiera israeliana e la kippah. Se schierarsi con la Palestina significa fare il bene dell'Italia, mi vedrete con la kefiah. Non mi interessano le battaglie idealistiche, rivendico semplicemente la legittimità dell'interesse meschino e del proprio ristretto orizzonte, contro ogni universalismo morale, contro quella malsana e imperialistica idea che le guerre nascano perché c'è un buono che, in quanto tale, si autolegittima come da diritto divino per soverchiare il cattivo di turno. In quanto tale, semplicemente guardo agli interessi del mio paese e dunque dei miei.
Sarà anche un modo di pensare gretto e meschino, non dico di no. Ma è quello che fanno tutti gli italiani quando arrivano le bollette a fine mese o devono fare benzina.
Partiamo dal punto centrale già accennato: per millenni non sono esistiti né Israele né la Palestina. Ciò significa che non esiste alcun motivo storicamente accertato per cui queste due realtà debbano esistere per forza. Dire che Israele e Palestina vantino dei diritti su quel territorio non è meno demenziale di un'eventuale cricca di sciroccati che eventualmente volesse rifare l'Impero Romano. Sì, è vero, Duemila anni fa Roma era la capitale del più grande impero mai esistito e Napoli si chiamava Neapolis. Poi è successa la cosa più banale del mondo: quell'impero è crollato come ne sono crollati tantissimi in decine di migliaia di storia dell'umanità da quando non siamo più scimmie. Se, tuttavia, quella cricca di sciroccati avesse la forza di rifare l'Impero Romano, ecco che riavremmo Roma Caput Mundi, parleremmo latino, avremmo i gladiatori e l'intera Europa e il Nord Africa sottomesse come ai bei tempi. La storia è questa e nient'altro. Il Diritto Internazionale è una mera illusione e tutto si basa sulla legge del più forte o, se si vuole, del più intelligente. Questo naturalmente stranisce molta gente che guarda le cose della geopolitica con le lenti rosa del buonismo moralista, ma la storia è questa roba qui, piaccia o meno.
E questo porta ad Israele. Come nasce il progetto di uno stato Israele? Ad un certo punto, un gruppo di ebrei, che comprensibilmente si sono pure rotti le scatole di essere sempre messi ai margini e perseguitati, capisce che si deve dotare di uno Stato, di un focolare. Nasce, così, un movimento nazionalista, il Sionismo. Che, predicando la nascita di uno stato ebraico e dopo aver riunito una cospicua quantità di ebrei - da tenere conto che non tutti gli ebrei erano sionisti (Einstein era contrario allo stato ebraico, per capirci) - si mette ad infiltrare le economie e le classi dirigenti di mezzo mondo, riuscendo ad ottenere quelle solide alleanze che nel 1948 permetteranno ad Israele di avere, finalmente, il suo Stato, anche sulla scia della Shoah. Sia detto per inciso, questa è una genesi comune a tantissime nazioni, Italia compresa. E sia detto per inciso, Israele, a differenza della Palestina, è forse la nazione che più di tutte le altre si caratterizza per una solidissima presenza di elementi etnolinguistici e culturali che ne giustifichi la presenza. Ma questo è un elemento comune a moltissime nazioni ancora senza uno stato. Si pensi ai curdi o anche ai baschi. Il punto è che una nazione diventa stato solo quando riesce a divenire la fazione militare più forte di un territorio. Solo questo legittima una nazione. E naturalmente, poiché nessuno fa niente per niente, per tenere agganciata Israele all'asse atlantico, c'era bisogno di un espediente tattico che tenga sempre sulla corda gli israeliani. Così, si prende un gruppo di senzatetto, che non ha mai avuto alcun diritto su quel territorio, in realtà appartenente ad un gruppo di sceicchi i quali lo vendettero agli inglesi, li si chiama palestinesi, li si convince, senza alcuna ragione storica, giuridica e politica e senza alcun elemento etno-linguistico, di essere i veri palestinesi, e li si mette a creare casini ad Israele, al semplice scopo di giustificare la presenza dell'Occidente in Medio Oriente, per ragioni legate al petrolio. Perché se io ho interesse a liberarti e a darti una casa, devo anche sincerarmi che tu mi sia legato a vita. Il conflitto israelo-palestinese è tutto qui.
Questa è una premessa fondamentale per capire le seguenti cose: perché è sciocco schierarsi con una delle due parti e soprattutto perché la guerra in Medio Oriente non finirà mai. Perché non è una guerra che nasce unicamente tra Israele e le organizzazioni palestinesi, ma è, in realtà, una guerra per procura tra blocchi geopolitici che hanno interesse a far sì che da quelle parti si continui a fare casino, sobillando i gruppi terroristici di ambedue le parti. Perché non esistono soltanto Hamas e gli Hezbollah, esiste anche un terrorismo e un fondamentalismo ebraico, anche se i media curiosamente non lo menzionano mai, responsabile dell'assassinio di Rabin, quando sembrava, nel 1995, che si fosse finalmente giunti ad una pace. Per cui, perché appassionarsi alle vicende israelopalestinesi? Si tratta di un'annosa storia che non finirà mai, fin quando non finirà l'interesse del mondo di farli scannare tra loro, prendendo in giro la gente e vaneggiando le fantomatiche rivendicazioni territoriali dell'una e dell'altra parte, che sono puri e semplici pretesti. Israele esiste perché conviene all'Occidente che esista, e lo Stato Palestinese esiste perché all'Occidente - che ha finanziato a più riprese Hamas, facendo il doppio gioco - conviene che esista un'entità che ricatti Israele e le impedisca per esempio di entrare nei BRICS.
Una volta raccontata la situazione per quella che effettivamente è, non ha senso schierarsi e partecipare ad una pantomima che va in atto da decenni e che non si risolverà mai perché nessuno ha interesse né ad una pace né ad una soluzione definitiva (Israele che scanni la Palestina o viceversa). Se non esistesse un intero universo di Stati che hanno interesse in Medio Oriente, la questione si sarebbe risolta in due modi: o con un accordo o col definitivo scannamento di uno dei due popoli ad opera dell'altro, come è sempre avvenuto nella storia. Perché che il mondo intero non sia in grado di fermare due entità politiche grandi quanto la Toscana, è una cosa alla quale non crede nessuna persona con un minimo di buonsenso.
Sarà anche un modo di pensare gretto e meschino, non dico di no. Ma è quello che fanno tutti gli italiani quando arrivano le bollette a fine mese o devono fare benzina.
E il senso del discorso è molto chiaro: che vinca Israele o la Palestina, le sorti dell'Italia e, in generale, del mondo, non cambieranno. Per millenni il mondo è esistito senza Israele e senza lo stato palestinese senza per questo essere in pericolo. E quel giorno in cui entrambe queste entità sparissero (cosa che noi non ci auguriamo, tanto per essere chiari) il sole continuerà a sorgere. Ma visto che non vi basta, spiego perché non mi schiero con nessuna delle due parti.
Partiamo dal punto centrale già accennato: per millenni non sono esistiti né Israele né la Palestina. Ciò significa che non esiste alcun motivo storicamente accertato per cui queste due realtà debbano esistere per forza. Dire che Israele e Palestina vantino dei diritti su quel territorio non è meno demenziale di un'eventuale cricca di sciroccati che eventualmente volesse rifare l'Impero Romano. Sì, è vero, Duemila anni fa Roma era la capitale del più grande impero mai esistito e Napoli si chiamava Neapolis. Poi è successa la cosa più banale del mondo: quell'impero è crollato come ne sono crollati tantissimi in decine di migliaia di storia dell'umanità da quando non siamo più scimmie. Se, tuttavia, quella cricca di sciroccati avesse la forza di rifare l'Impero Romano, ecco che riavremmo Roma Caput Mundi, parleremmo latino, avremmo i gladiatori e l'intera Europa e il Nord Africa sottomesse come ai bei tempi. La storia è questa e nient'altro. Il Diritto Internazionale è una mera illusione e tutto si basa sulla legge del più forte o, se si vuole, del più intelligente. Questo naturalmente stranisce molta gente che guarda le cose della geopolitica con le lenti rosa del buonismo moralista, ma la storia è questa roba qui, piaccia o meno.
E questo porta ad Israele. Come nasce il progetto di uno stato Israele? Ad un certo punto, un gruppo di ebrei, che comprensibilmente si sono pure rotti le scatole di essere sempre messi ai margini e perseguitati, capisce che si deve dotare di uno Stato, di un focolare. Nasce, così, un movimento nazionalista, il Sionismo. Che, predicando la nascita di uno stato ebraico e dopo aver riunito una cospicua quantità di ebrei - da tenere conto che non tutti gli ebrei erano sionisti (Einstein era contrario allo stato ebraico, per capirci) - si mette ad infiltrare le economie e le classi dirigenti di mezzo mondo, riuscendo ad ottenere quelle solide alleanze che nel 1948 permetteranno ad Israele di avere, finalmente, il suo Stato, anche sulla scia della Shoah. Sia detto per inciso, questa è una genesi comune a tantissime nazioni, Italia compresa. E sia detto per inciso, Israele, a differenza della Palestina, è forse la nazione che più di tutte le altre si caratterizza per una solidissima presenza di elementi etnolinguistici e culturali che ne giustifichi la presenza. Ma questo è un elemento comune a moltissime nazioni ancora senza uno stato. Si pensi ai curdi o anche ai baschi. Il punto è che una nazione diventa stato solo quando riesce a divenire la fazione militare più forte di un territorio. Solo questo legittima una nazione. E naturalmente, poiché nessuno fa niente per niente, per tenere agganciata Israele all'asse atlantico, c'era bisogno di un espediente tattico che tenga sempre sulla corda gli israeliani. Così, si prende un gruppo di senzatetto, che non ha mai avuto alcun diritto su quel territorio, in realtà appartenente ad un gruppo di sceicchi i quali lo vendettero agli inglesi, li si chiama palestinesi, li si convince, senza alcuna ragione storica, giuridica e politica e senza alcun elemento etno-linguistico, di essere i veri palestinesi, e li si mette a creare casini ad Israele, al semplice scopo di giustificare la presenza dell'Occidente in Medio Oriente, per ragioni legate al petrolio. Perché se io ho interesse a liberarti e a darti una casa, devo anche sincerarmi che tu mi sia legato a vita. Il conflitto israelo-palestinese è tutto qui.
Questa è una premessa fondamentale per capire le seguenti cose: perché è sciocco schierarsi con una delle due parti e soprattutto perché la guerra in Medio Oriente non finirà mai. Perché non è una guerra che nasce unicamente tra Israele e le organizzazioni palestinesi, ma è, in realtà, una guerra per procura tra blocchi geopolitici che hanno interesse a far sì che da quelle parti si continui a fare casino, sobillando i gruppi terroristici di ambedue le parti. Perché non esistono soltanto Hamas e gli Hezbollah, esiste anche un terrorismo e un fondamentalismo ebraico, anche se i media curiosamente non lo menzionano mai, responsabile dell'assassinio di Rabin, quando sembrava, nel 1995, che si fosse finalmente giunti ad una pace. Per cui, perché appassionarsi alle vicende israelopalestinesi? Si tratta di un'annosa storia che non finirà mai, fin quando non finirà l'interesse del mondo di farli scannare tra loro, prendendo in giro la gente e vaneggiando le fantomatiche rivendicazioni territoriali dell'una e dell'altra parte, che sono puri e semplici pretesti. Israele esiste perché conviene all'Occidente che esista, e lo Stato Palestinese esiste perché all'Occidente - che ha finanziato a più riprese Hamas, facendo il doppio gioco - conviene che esista un'entità che ricatti Israele e le impedisca per esempio di entrare nei BRICS.
Una volta raccontata la situazione per quella che effettivamente è, non ha senso schierarsi e partecipare ad una pantomima che va in atto da decenni e che non si risolverà mai perché nessuno ha interesse né ad una pace né ad una soluzione definitiva (Israele che scanni la Palestina o viceversa). Se non esistesse un intero universo di Stati che hanno interesse in Medio Oriente, la questione si sarebbe risolta in due modi: o con un accordo o col definitivo scannamento di uno dei due popoli ad opera dell'altro, come è sempre avvenuto nella storia. Perché che il mondo intero non sia in grado di fermare due entità politiche grandi quanto la Toscana, è una cosa alla quale non crede nessuna persona con un minimo di buonsenso.