Quando si dice che destra e sinistra sono uguali e che entrambi congiurano per distruggere l'Italia, si dice qualcosa di facilmente accusabile di complottismo, a meno che non si chiarisca un minuto dopo - rendendo invece più sensata l'accusa - che non tutto avviene in maniera consapevole da parte dei protagonisti in campo.
Ho sempre pensato che la Meloni, per dire, fosse e sia in buonafede. E qui molto influisce la mia passione per le storie di spionaggio. Che hanno tutte una caratteristica: il 99% di coloro che conducono i complotti, non sanno di "stare conducendo un complotto". Del resto, se un segreto è conosciuto da troppe persone, aumenta statisticamente il rischio che prima o poi qualcuno parli. Per questo, molto spesso i complotti si strutturano su più livelli.
Bisogna semplicemente partire da un punto di fondo: chiunque oggi governi, deve fare conto col fatto che sono finiti i soldi. E senza soldi non solo non si mantengono le promesse, ma nemmeno si possono prendere provvedimenti - come le liberalizzazioni, per esempio - che risparmiano soldi, a meno di non creare problemi ben più gravi. Il filone della politica di oggi è di prendere i diritti degli italiani e di dire loro "signori, a quali diritti volete rinunciare? Scegliete".
Nessuno sembra considerare che una buona politica si vede da quanto si aumentino le risorse, non da quali parti del corpo decide di amputare. Del resto, se fossimo ancora in un sistema politico basato sulle preferenze, le classi politiche verrebbero rapidamente bruciate dalla propria incompetenza e la situazione proseguirebbe in eterno fin quando non si troverà quella giusta. Gli stessi media sarebbero in pericolo perché, non avendo più la protezione di una politica infragilita dalla propria inefficienza, verrebbero liquidati rapidamente da media in grado di subire il vento invece di cercare di imporlo.
Ma in un meccanismo dove i parlamentari sono nominati e, a pochi mesi dalla fine della legislatura, prendono una ricca pensione, e in cui il sistema in generale è fatto per cooptare anzitutto chi alla politica si era affacciato da nullafacente (ecco spiegata la parabola umana di Di Maio), inevitabilmente quei media agganciati alle stesse forze finanziarie che poi eterodirigono la politica, non mostreranno mai i fallimenti della politica. Così, in questi anni, si sono costruite identità farlocche, basate non sui propri interessi vitali ma sull'interessamento a cose di cui oggettivamente una persona sana di mente si può anche interessare ma non al punto di farne una questione di vita, non al punto di regolare i propri rapporti personali sulla base di determinate divergenze di vedute. Ma tutto questo, deve essere chiaro, non è frutto di un complotto ma di una situazione tremendamente naturale: non potendosi più occupare delle cose che davvero cambiano la vita, i partiti, per sopravvivere, devono dare importanza alle futilità, costringendo le persone a pensare che il proprio interesse personale non conti e facendo in modo che costruiscano un'identità digitale che le porti a trovare interessanti cose che non lo sono per nulla.
Supponiamo, per esempio, che salisse al potere un partito che voglia combattere la proprietà privata e voglia obbligarmi a vaccinarmi. Ha senso che io chiuda i rapporti con quegli amici che sostengono questo partito? Ovviamente sì. Si toccano interessi privati e non posso certo essere amico con chi vuole che mi tolgano la casa dei miei genitori e non ha rispetto della sacralità del mio corpo, della mia libertà individuale.
Ha invece senso che qualcuno mi tolga l'amicizia perché mangio la carne? Perché contesto i deliri LGBT? Perché ritengo assurdo l'integralismo animalista? Certo, i gay hanno tutto il diritto di risentirsi, così come ne hanno diritto i loro familiari. Il vitello ha tutto il diritto di risentirsi. L'orsa anche. Ma chi non è gay, non è vitello, non è orsa, che interesse ha su questo tema? Nessuno. Ma decide di rompere un legame perché convinto che le mie abitudini alimentari debbano interessargli più delle decine di migliaia di euro per i cosiddetti "lavori green" che dovrà tirare fuori, magari rompendo i rapporti con me che potrei essere un utile alleato in questa sua battaglia. Magari è lo stesso che manifesta contro la classe arbitrale e non perché tra vent'anni non avrà una pensione.
Se, invece, scrivessi che sono molto preoccupato del delirio ecologico perché vedo a rischio il diritto di proprietà, verrei immediatamente accusato di egoismo. E invece è un tema fondamentale perché, quando tra alcuni anni entreranno in vigore le cosiddette norme green che vieteranno alle persone di fittare casa a chi non ha speso decine di migliaia di euro per adeguarla a queste norme, il diritto di proprietà sarà fortemente a rischio. E all'imbecille che, puntualmente, mi manda decine di link per farmi credere che se ne parli, dico che se ne parla troppo poco e male. Perché se davvero si volesse parlarne, i media farebbero in modo che questo tema diventi centrale, dedicandogli quelle intere puntate e quegli interi servizi che, invece, si dedicano a temi molto meno vitali che toccano gli interessi di molte meno persone.
E' dunque fondamentale far scannare gli italiani sulla bambina che porta la pesca al papà, ma non sull'incremento del 30% in un anno del costo di quella pesca, non sul fatto che quella bambina magari viene utilizzata dai suoi genitori come arma di ricatto. Bisogna che litighino sul fatto che a Roma ai tempi di Cesare fossero tutti froci ma non che oggi una famiglia, etero o gay che sia, spesso non abbia i soldi per mantenersi perché il lavoro non c'è più. Problema serio anche per i figli dei gay che, ci risulta, mangiano come i bambini delle coppie etero. A meno che non vengano pagati sottobanco dall'Arcigay, attraverso il reddito di gaianza, cosa su cui ho serissimi dubbi.
E così funziona il finto bipolarismo italiano: governare talmente male da far rimpiangere il governo precedente. Togliendo, di governo in governo, soldi e diritti agli italiani.
Ho sempre pensato che la Meloni, per dire, fosse e sia in buonafede. E qui molto influisce la mia passione per le storie di spionaggio. Che hanno tutte una caratteristica: il 99% di coloro che conducono i complotti, non sanno di "stare conducendo un complotto". Del resto, se un segreto è conosciuto da troppe persone, aumenta statisticamente il rischio che prima o poi qualcuno parli. Per questo, molto spesso i complotti si strutturano su più livelli.
Bisogna semplicemente partire da un punto di fondo: chiunque oggi governi, deve fare conto col fatto che sono finiti i soldi. E senza soldi non solo non si mantengono le promesse, ma nemmeno si possono prendere provvedimenti - come le liberalizzazioni, per esempio - che risparmiano soldi, a meno di non creare problemi ben più gravi. Il filone della politica di oggi è di prendere i diritti degli italiani e di dire loro "signori, a quali diritti volete rinunciare? Scegliete".
Nessuno sembra considerare che una buona politica si vede da quanto si aumentino le risorse, non da quali parti del corpo decide di amputare. Del resto, se fossimo ancora in un sistema politico basato sulle preferenze, le classi politiche verrebbero rapidamente bruciate dalla propria incompetenza e la situazione proseguirebbe in eterno fin quando non si troverà quella giusta. Gli stessi media sarebbero in pericolo perché, non avendo più la protezione di una politica infragilita dalla propria inefficienza, verrebbero liquidati rapidamente da media in grado di subire il vento invece di cercare di imporlo.
Ma in un meccanismo dove i parlamentari sono nominati e, a pochi mesi dalla fine della legislatura, prendono una ricca pensione, e in cui il sistema in generale è fatto per cooptare anzitutto chi alla politica si era affacciato da nullafacente (ecco spiegata la parabola umana di Di Maio), inevitabilmente quei media agganciati alle stesse forze finanziarie che poi eterodirigono la politica, non mostreranno mai i fallimenti della politica. Così, in questi anni, si sono costruite identità farlocche, basate non sui propri interessi vitali ma sull'interessamento a cose di cui oggettivamente una persona sana di mente si può anche interessare ma non al punto di farne una questione di vita, non al punto di regolare i propri rapporti personali sulla base di determinate divergenze di vedute. Ma tutto questo, deve essere chiaro, non è frutto di un complotto ma di una situazione tremendamente naturale: non potendosi più occupare delle cose che davvero cambiano la vita, i partiti, per sopravvivere, devono dare importanza alle futilità, costringendo le persone a pensare che il proprio interesse personale non conti e facendo in modo che costruiscano un'identità digitale che le porti a trovare interessanti cose che non lo sono per nulla.
Supponiamo, per esempio, che salisse al potere un partito che voglia combattere la proprietà privata e voglia obbligarmi a vaccinarmi. Ha senso che io chiuda i rapporti con quegli amici che sostengono questo partito? Ovviamente sì. Si toccano interessi privati e non posso certo essere amico con chi vuole che mi tolgano la casa dei miei genitori e non ha rispetto della sacralità del mio corpo, della mia libertà individuale.
Ha invece senso che qualcuno mi tolga l'amicizia perché mangio la carne? Perché contesto i deliri LGBT? Perché ritengo assurdo l'integralismo animalista? Certo, i gay hanno tutto il diritto di risentirsi, così come ne hanno diritto i loro familiari. Il vitello ha tutto il diritto di risentirsi. L'orsa anche. Ma chi non è gay, non è vitello, non è orsa, che interesse ha su questo tema? Nessuno. Ma decide di rompere un legame perché convinto che le mie abitudini alimentari debbano interessargli più delle decine di migliaia di euro per i cosiddetti "lavori green" che dovrà tirare fuori, magari rompendo i rapporti con me che potrei essere un utile alleato in questa sua battaglia. Magari è lo stesso che manifesta contro la classe arbitrale e non perché tra vent'anni non avrà una pensione.
Se, invece, scrivessi che sono molto preoccupato del delirio ecologico perché vedo a rischio il diritto di proprietà, verrei immediatamente accusato di egoismo. E invece è un tema fondamentale perché, quando tra alcuni anni entreranno in vigore le cosiddette norme green che vieteranno alle persone di fittare casa a chi non ha speso decine di migliaia di euro per adeguarla a queste norme, il diritto di proprietà sarà fortemente a rischio. E all'imbecille che, puntualmente, mi manda decine di link per farmi credere che se ne parli, dico che se ne parla troppo poco e male. Perché se davvero si volesse parlarne, i media farebbero in modo che questo tema diventi centrale, dedicandogli quelle intere puntate e quegli interi servizi che, invece, si dedicano a temi molto meno vitali che toccano gli interessi di molte meno persone.
E' dunque fondamentale far scannare gli italiani sulla bambina che porta la pesca al papà, ma non sull'incremento del 30% in un anno del costo di quella pesca, non sul fatto che quella bambina magari viene utilizzata dai suoi genitori come arma di ricatto. Bisogna che litighino sul fatto che a Roma ai tempi di Cesare fossero tutti froci ma non che oggi una famiglia, etero o gay che sia, spesso non abbia i soldi per mantenersi perché il lavoro non c'è più. Problema serio anche per i figli dei gay che, ci risulta, mangiano come i bambini delle coppie etero. A meno che non vengano pagati sottobanco dall'Arcigay, attraverso il reddito di gaianza, cosa su cui ho serissimi dubbi.
E così funziona il finto bipolarismo italiano: governare talmente male da far rimpiangere il governo precedente. Togliendo, di governo in governo, soldi e diritti agli italiani.
Questo è esattamente il filone su cui si strutturano la dialettica politica e quella mediatica odierne. Parlare del nulla per non far scoprire che sui temi davvero importanti, quelli che faranno piangere davvero le persone - non dunque la sorte dell'Orsa o dei bambini della Culonia Citeriore - oggi, seguendo le vie istituzionali, nessuno può fare niente.