Molti anni fa avevo un progetto informatico che consisteva sostanzialmente nel dare spazio gratuito in cambio di pubblicità. Una sorta di Forumfree, per chi all'epoca del suo massimo fulgore lo frequentava. Solo che mentre Forumfree offriva una versione obsoleta di un vecchio forum, io offrivo quello che, all'epoca, era, in assoluto, il migliore, il vBulletin (poi superato da XenForo). Che costava grosso modo 150-200 dollari mentre io lo compravo e poi lo offrivo gratuitamente.
Era oggettivamente un'idea allettante e, tutte le volte che la offrivo ai webmaster dei vari forum indipendenti, la tendenza era di accettarla prontamente. A questo punto, però, capitava puntualmente uno sgradevole fenomeno: se a gestire un determinato forum c'era un semplice amministratore, tutto andava bene. Se però, come capitava nella stragrande maggioranza dei casi, il forum era composto da uno staff nutrito, puntualmente accadeva che o l'amministratore iniziasse a fare resistenze o che addirittura si rimangiasse l'accettazione. Si determinavano così alcune situazioni così sgradevoli che, ad un certo punto, decisi di reimpostare il progetto su altre basi. Anche perché viceversa avrei dovuto mettermi a fare il seminatore occulto di zizzania nello staff, pur di assicurarmi quel forum, mettermi a fare il piazzista pur di convincerli, ossia tutte cose che detesto profondamente. Quell'esperienza mi illuminò su una cosa che fino a quel momento, per inesperienza, non avevo colto: l'importanza che ha un gruppo nel fare da scudo, da filtro, attorno al singolo che ne fa parte, contro i pericoli esterni. Io certamente non mi percepivo come un pericolo ma, evidentemente, quei gruppi sì. Questo mi permise anche di capire perché oggi la famiglia, come concetto, sia sotto attacco da parte delle classi dirigenti che tentano in ogni modo di delegittimarla, esaltando un individualismo peraltro inautentico perché in realtà tutto ciò che si vuole è che l'individuo sia semplicemente solo. Del resto, anche lo staff di una comunità digitale, non di rado, diventa una famiglia.
E' in questo senso che bisogna capire perché oggi la famiglia è sotto attacco delle classi dirigenti. Lo spot della Esselunga, nella sua essenza, ci dice una cosa ben precisa, ben nota a chiunque abbia dei figli: i bambini vivono male le traversie tra i genitori. Apriti cielo. Le quinte colonne del progressismo americano strillano, strepitano, cercano di cancellare lo spot, minacciano ritorsioni, in un meccanismo ossessivo che non può limitarsi solamente all'interesse dei bambini. C'è, ovviamente, qualcos'altro.
E il "qualcos'altro" è talmente evidente che non lo vede solo chi non vuol vederlo: si vuole privare l'individuo di ogni difesa immunitaria critica nei confronti del tentativo da parte delle classi dirigenti di imporgli la propria ideologia. Del resto, quando Letta propone l'asilo dell'obbligo sin dai tre anni, è evidente che si voglia allentare i rapporti tra il bambino e la famiglia, per farli finire nelle grinfie dello Stato. E se a questo si aggiunge che in questi anni si è cercato di allentare tutto ciò che rappresenta un freno allo strapotere delle classi dirigenti - la proprietà privata, la legittima difesa, la Fede, l'individuo - si capisce perfettamente dove si vuole andare a parare.
La famiglia è sotto attacco come, in generale, tutto ciò che si ponga a naturale difesa dell'individuo contro le pulsioni autoritarie del Leviatano. Che non agisce nell'interesse dei singoli ma unicamente di se stesso. Se lo Stato cerca in tutti i modi, attraverso la manipolazione, di imporre le proprie verità (un vaccino non sicuro, una versione delle vicende ucraine non conforme alle direttive dei vari Ministeri della Verità, i deliri climatici, le perversioni LGBT) e la famiglia - come per esempio mi capitava da bambino quando a scuola si dava una versione del Ventennio del tutto fasulla - o anche la Chiesa smontano ciascuna di queste verità, diventa chiarissimo quanto queste istituzioni, per lo Stato, diventino un problema.
Perché - questo gli statolatri fanno una gran fatica a capirlo - al Leviatano non interessano cittadini senzienti, dotati di spirito critico, ma solo meri esecutori dei suoi ordini, possibilmente anche soldati pronti a farsi carne da macello.
Ed è, dunque, inevitabile che cercherà di eliminare tutte quelle istituzioni che gli rendano difficile il compito.
Era oggettivamente un'idea allettante e, tutte le volte che la offrivo ai webmaster dei vari forum indipendenti, la tendenza era di accettarla prontamente. A questo punto, però, capitava puntualmente uno sgradevole fenomeno: se a gestire un determinato forum c'era un semplice amministratore, tutto andava bene. Se però, come capitava nella stragrande maggioranza dei casi, il forum era composto da uno staff nutrito, puntualmente accadeva che o l'amministratore iniziasse a fare resistenze o che addirittura si rimangiasse l'accettazione. Si determinavano così alcune situazioni così sgradevoli che, ad un certo punto, decisi di reimpostare il progetto su altre basi. Anche perché viceversa avrei dovuto mettermi a fare il seminatore occulto di zizzania nello staff, pur di assicurarmi quel forum, mettermi a fare il piazzista pur di convincerli, ossia tutte cose che detesto profondamente. Quell'esperienza mi illuminò su una cosa che fino a quel momento, per inesperienza, non avevo colto: l'importanza che ha un gruppo nel fare da scudo, da filtro, attorno al singolo che ne fa parte, contro i pericoli esterni. Io certamente non mi percepivo come un pericolo ma, evidentemente, quei gruppi sì. Questo mi permise anche di capire perché oggi la famiglia, come concetto, sia sotto attacco da parte delle classi dirigenti che tentano in ogni modo di delegittimarla, esaltando un individualismo peraltro inautentico perché in realtà tutto ciò che si vuole è che l'individuo sia semplicemente solo. Del resto, anche lo staff di una comunità digitale, non di rado, diventa una famiglia.
E' in questo senso che bisogna capire perché oggi la famiglia è sotto attacco delle classi dirigenti. Lo spot della Esselunga, nella sua essenza, ci dice una cosa ben precisa, ben nota a chiunque abbia dei figli: i bambini vivono male le traversie tra i genitori. Apriti cielo. Le quinte colonne del progressismo americano strillano, strepitano, cercano di cancellare lo spot, minacciano ritorsioni, in un meccanismo ossessivo che non può limitarsi solamente all'interesse dei bambini. C'è, ovviamente, qualcos'altro.
E il "qualcos'altro" è talmente evidente che non lo vede solo chi non vuol vederlo: si vuole privare l'individuo di ogni difesa immunitaria critica nei confronti del tentativo da parte delle classi dirigenti di imporgli la propria ideologia. Del resto, quando Letta propone l'asilo dell'obbligo sin dai tre anni, è evidente che si voglia allentare i rapporti tra il bambino e la famiglia, per farli finire nelle grinfie dello Stato. E se a questo si aggiunge che in questi anni si è cercato di allentare tutto ciò che rappresenta un freno allo strapotere delle classi dirigenti - la proprietà privata, la legittima difesa, la Fede, l'individuo - si capisce perfettamente dove si vuole andare a parare.
La famiglia è sotto attacco come, in generale, tutto ciò che si ponga a naturale difesa dell'individuo contro le pulsioni autoritarie del Leviatano. Che non agisce nell'interesse dei singoli ma unicamente di se stesso. Se lo Stato cerca in tutti i modi, attraverso la manipolazione, di imporre le proprie verità (un vaccino non sicuro, una versione delle vicende ucraine non conforme alle direttive dei vari Ministeri della Verità, i deliri climatici, le perversioni LGBT) e la famiglia - come per esempio mi capitava da bambino quando a scuola si dava una versione del Ventennio del tutto fasulla - o anche la Chiesa smontano ciascuna di queste verità, diventa chiarissimo quanto queste istituzioni, per lo Stato, diventino un problema.
Perché - questo gli statolatri fanno una gran fatica a capirlo - al Leviatano non interessano cittadini senzienti, dotati di spirito critico, ma solo meri esecutori dei suoi ordini, possibilmente anche soldati pronti a farsi carne da macello.
Ed è, dunque, inevitabile che cercherà di eliminare tutte quelle istituzioni che gli rendano difficile il compito.
Le reazioni scomposte allo spot della Esselunga, che in fondo non fa altro che descrivere quella realtà che va oltre le scemenze liberal patinate descritte dai media di regime, non sono nient'altro che la conferma del palese tentativo da parte dello Stato di trasformare i cittadini in automi senza pensiero, pronti all'obbedienza di chi, in fondo, li considera soltanto come numeri sacrificabili.