Quando uscì il libro di Harry di Inghilterra, mi ripromisi di non comprarlo perché il pregiudizio mi diceva che avrei letto quello che, comprandolo, effettivamente poi avrei letto: un'inutile spruzzata di veleno da parte di un eterno secondo, che sa benissimo che non sarà mai re e che per questo non si pone il problema di cosa sia la monarchia inglese, nel bene e nel male. Per lo stesso motivo, quando pochi giorni fa ho comprato e letto "Montanelli e il Cavaliere, storia di un grande e di un piccolo uomo", l'ho fatto vincendo il pregiudizio che su quella storia ci fosse semplicemente la versione parziale di chi, come Travaglio e Fini, per insufficiente senso del reale, si aspettava che il Cavaliere continuasse a finanziare un giornale a lui ostile, mentre la sinistra, con i suoi giornali, si schierava compatta a difesa dei loro beniamini politici e di De Benedetti. Il pregiudizio si è rivelato esatto anche in questo caso. E come tale si è rivelato anche il pregiudizio su Vannacci. Mi aspettavo un bignamino che raccogliesse, a pagamento, tutto ciò che negli anni si è letto gratis sui social e alla fine ho avuto ragione io.
Il mio era un pregiudizio, certo. Ma che, come spesso accade, non si basava interamente sul nulla. E il punto, lo voglio chiarire ai fan di Vannacci che da giorni mi danno addosso, non è che nel libro - a fronte di alcune castronerie - manchino discorsi di buonsenso. Semplicemente, nessuno si pone il dubbio che l'operazione di pompaggio di un libro come quello, che sul piano letterario non ha davvero niente di interessante - Vannacci avrà tantissime doti ma certo non quella della buona scrittura - e sul piano contenutistico ancor meno, si presti ad alcuni fini che vanno oltre la sponsorizzazione del libro in sé.
Il primo fine è la gigantesca pubblicità gratuita ad Amazon, multinazionale americana. Del resto, che le case editrici tradizionali ormai siano mafie nelle quali si entra solo attraverso entrature particolari, facendo marchette a questo e quell'altro ras, è cosa risaputa. Diversamente, con Amazon, chiunque può pubblicare quel che vuole, saltando ogni mediazione, con l'unica controindicazione di avere le spalle robuste a sufficienza per affrontare la macchina di sputtanamento mediatico che a quel punto viene attivata. Naturalmente, non dico che chiunque con una raccolta di pensieri personale, possa totalizzare decine di migliaia di letture, guadagnando qualche centinaio di migliaia di euro, quanti pare che ne abbia guadagnati Vannacci. Ma l'innegabile successo del suo libro darà la stura a tanti autori indipendenti di pubblicare qualcosa di proprio su Amazon, ben sapendo che non ci saranno censure di alcun tipo.
Il secondo fine è quello di alimentare la caciara che ormai pervade il dibattito pubblico. E cosa c'è di meglio di fare caciara su temi ogni giorno dibattuti sui media? Cosa aggiunge Vannacci alla caciara che già c'era? Niente di nuovo. Ed è proprio questo il principale limite del libro di Vannacci. A rendere poco interessante lo scritto è la mancanza delle vere cause del delirio progressista di oggi. Su cui io, per esempio, ho scritto valanghe di pagine, naturalmente contestabilissime. Ma le ho scritte. Forse sono cause che Vannacci, per la delicatezza della propria posizione di militare di altissimo rango, non può magari svelare? Chissà. Sta di fatto che a sentire lui nel libro, un improvviso delirio acefalico si è impadronito delle masse facendole diventare progressiste, senza neanche sfiorare il sistema di potere che le nutre, che il nostro Generale neanche accenna. Ed è tutto questo a togliere credibilità al libro in sé.
Quel giorno che dovessi decidere di scriverlo io un libro, potrei tanto, improbabilmente, scrivere il testo del secolo al punto che tutti si affollerebbero sotto casa per cercarmi e invitarmi in tutti i talk-show - con i miei nemici che farebbero a gara a scoprire quella volta che nel 1997 mi sono scaccolato il naso in classe - tanto più probabilmente un inutile libercolo che sarebbe già assai che lo comprassero gli amici più stretti: ma quantomeno mi vedrete indicare le cause di un problema, non solo gli effetti, che sono noti. Anche perché che oggi i social censurino, che il green sarà una mazzata per tantissimi italiani, che non si possa dire più nulla senza che questa o quella associazione di categoria si risenta, che esista una lobby di potere mediatica che ormai è diventata più importante delle istituzioni democratiche, sono tutte cose ormai risapute.
In questo senso, siamo di fronte ad un bignamino che può anche essere garbato a qualcuno al punto da indurlo a spendere 10 euro, ma che se non dice le cause di un fenomeno e neanche la via d'uscita, è semplicemente inutile. Quanta differenza con John Kleeves, che le stesse cose di Vannacci le disse trent'anni prima, facendo nomi e cognomi, svelando cause e pronosticando conseguenze. Libri come "Un paese pericoloso" avevano il pregio di svelare al mondo come funzionasse - e funzioni ancora - davvero il sistema americano ben trent'anni che le cose si verificassero.
Poi, che Vannacci sia una persona di spessore e valore nessuno lo nega. Ma non si è visto certo in quel libro. Ed anzi, la sensazione è che più che la qualità in sé di ciò che c'è scritto, abbia fatto la differenza la divisa, che ha illuso molti in merito a subbugli negli ambiti militari che troverei poco realistici e che personalmente non auspicherei, neanche se difendesse i valori per i quali da anni mi batto. E che credo che Vannacci, che dai video è apparso persona comunque di buonsenso e di spessore, neanche voglia fare. Anche perché chiunque volesse organizzare un golpe militare non si muoverebbe certo in questo modo.
Il mio era un pregiudizio, certo. Ma che, come spesso accade, non si basava interamente sul nulla. E il punto, lo voglio chiarire ai fan di Vannacci che da giorni mi danno addosso, non è che nel libro - a fronte di alcune castronerie - manchino discorsi di buonsenso. Semplicemente, nessuno si pone il dubbio che l'operazione di pompaggio di un libro come quello, che sul piano letterario non ha davvero niente di interessante - Vannacci avrà tantissime doti ma certo non quella della buona scrittura - e sul piano contenutistico ancor meno, si presti ad alcuni fini che vanno oltre la sponsorizzazione del libro in sé.
Il primo fine è la gigantesca pubblicità gratuita ad Amazon, multinazionale americana. Del resto, che le case editrici tradizionali ormai siano mafie nelle quali si entra solo attraverso entrature particolari, facendo marchette a questo e quell'altro ras, è cosa risaputa. Diversamente, con Amazon, chiunque può pubblicare quel che vuole, saltando ogni mediazione, con l'unica controindicazione di avere le spalle robuste a sufficienza per affrontare la macchina di sputtanamento mediatico che a quel punto viene attivata. Naturalmente, non dico che chiunque con una raccolta di pensieri personale, possa totalizzare decine di migliaia di letture, guadagnando qualche centinaio di migliaia di euro, quanti pare che ne abbia guadagnati Vannacci. Ma l'innegabile successo del suo libro darà la stura a tanti autori indipendenti di pubblicare qualcosa di proprio su Amazon, ben sapendo che non ci saranno censure di alcun tipo.
Il secondo fine è quello di alimentare la caciara che ormai pervade il dibattito pubblico. E cosa c'è di meglio di fare caciara su temi ogni giorno dibattuti sui media? Cosa aggiunge Vannacci alla caciara che già c'era? Niente di nuovo. Ed è proprio questo il principale limite del libro di Vannacci. A rendere poco interessante lo scritto è la mancanza delle vere cause del delirio progressista di oggi. Su cui io, per esempio, ho scritto valanghe di pagine, naturalmente contestabilissime. Ma le ho scritte. Forse sono cause che Vannacci, per la delicatezza della propria posizione di militare di altissimo rango, non può magari svelare? Chissà. Sta di fatto che a sentire lui nel libro, un improvviso delirio acefalico si è impadronito delle masse facendole diventare progressiste, senza neanche sfiorare il sistema di potere che le nutre, che il nostro Generale neanche accenna. Ed è tutto questo a togliere credibilità al libro in sé.
Quel giorno che dovessi decidere di scriverlo io un libro, potrei tanto, improbabilmente, scrivere il testo del secolo al punto che tutti si affollerebbero sotto casa per cercarmi e invitarmi in tutti i talk-show - con i miei nemici che farebbero a gara a scoprire quella volta che nel 1997 mi sono scaccolato il naso in classe - tanto più probabilmente un inutile libercolo che sarebbe già assai che lo comprassero gli amici più stretti: ma quantomeno mi vedrete indicare le cause di un problema, non solo gli effetti, che sono noti. Anche perché che oggi i social censurino, che il green sarà una mazzata per tantissimi italiani, che non si possa dire più nulla senza che questa o quella associazione di categoria si risenta, che esista una lobby di potere mediatica che ormai è diventata più importante delle istituzioni democratiche, sono tutte cose ormai risapute.
In questo senso, siamo di fronte ad un bignamino che può anche essere garbato a qualcuno al punto da indurlo a spendere 10 euro, ma che se non dice le cause di un fenomeno e neanche la via d'uscita, è semplicemente inutile. Quanta differenza con John Kleeves, che le stesse cose di Vannacci le disse trent'anni prima, facendo nomi e cognomi, svelando cause e pronosticando conseguenze. Libri come "Un paese pericoloso" avevano il pregio di svelare al mondo come funzionasse - e funzioni ancora - davvero il sistema americano ben trent'anni che le cose si verificassero.
Poi, che Vannacci sia una persona di spessore e valore nessuno lo nega. Ma non si è visto certo in quel libro. Ed anzi, la sensazione è che più che la qualità in sé di ciò che c'è scritto, abbia fatto la differenza la divisa, che ha illuso molti in merito a subbugli negli ambiti militari che troverei poco realistici e che personalmente non auspicherei, neanche se difendesse i valori per i quali da anni mi batto. E che credo che Vannacci, che dai video è apparso persona comunque di buonsenso e di spessore, neanche voglia fare. Anche perché chiunque volesse organizzare un golpe militare non si muoverebbe certo in questo modo.