Il Judo è un'arte marziale unica nel suo genere. Diversamente dal Karate che si fonda sulla capacità di colpire l'avversario nella maniera più adatta, nel judo i colpi sono proibiti e occorre sfruttare la maggiore forza dell'avversario a proprio favore, lavorando sui suoi punti deboli.
Putin è un judoka. Non avendolo mai visto combattere, non saprei giudicarne l'abilità, ma è certo che gli insegnamenti del Judo li ha applicati alla politica. Infatti, tutta la propaganda putiniana non si basa sul sottolineare la maggiore forza della Russia - che non c'è, la Russia è un paese forte ma non come gli Stati Uniti - ma in generale la debolezza dell'Occidente, per sfruttarla a proprio favore.

Tutto questo si vede in Niger, che è nient'altro che l'ennesimo capitolo del declino occidentale. Naturalmente i media si stanno concentrando sul fattarello in sé, sul regime nigerino, sulle violazioni dei diritti umani, ma nessuno ha la capacità o, meglio, la volontà, di raccontare le cose per come sono, in realtà molto semplici: l'Occidente è alla frutta e se non ci muoviamo a scaricare gli Stati Uniti, presto l'Europa fa una brutta fine.
Il punto è che questo è un processo che dura da anni. Da anni l'Occidente non è in grado di portare a termine i progetti coloniali che covava un tempo perché, in un mondo multipolare, dove ci sono altre potenze, è sufficiente che qualcuno offra al Niger, alla Siria, alla Libia, all'Afghanistan un contrappeso, ed ecco che questi paesi subito si buttano tra le loro braccia. La stessa guerra in Ucraina, per come è, per come viene raccontata, è l'inizio della fine dell'Occidente. Perché dico "per come viene raccontata"? Perché viene spacciata come una guerra iniziata nel Febbraio del 2022, cosa che non è. In realtà, quello che è accaduto nel Febbraio del 2022 è che Putin ha reagito alle provocazioni nel Donbass che duravano da otto anni. Il che fa sorgere la domanda: "Perché ha reagito proprio nel Febbraio del 2022"? Perché il ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan, una guerra nella quale loro hanno impiegato un'ampia quantità di risorse, ha dato a tutti la contezza del declino americano e dunque della propria influenza nel mondo. L'Ucraina, contrariamente a quanto molti "scemi di guerra" sostengono, non è "il ritorno in grande stile dell'Occidente" ma, al contrario, l'inizio della fine. In altri tempi, gli americani avrebbero risolto la partita inviando i marines e bombardando. Oggi si rendono conto di aver tentato di mordere un osso troppo duro e si stanno rompendo i denti. E dunque si limitano ad un appoggio esterno, cercando in tutti i modi di nascondere l'entità della propria debolezza.

Questo nel mondo si sta iniziando a capire ed ecco che i paesi africani - in realtà stati fantoccio che, anche quando è finito il colonialismo, sono rimasti colonie occidentali - hanno trovato in Putin ma anche nella Cina, un contrappeso per reagire alle sopraffazioni occidentali.
Il Niger, dunque, non è che uno dei tanti fronti nei quali l'Occidente sta perdendo terreno. Mettere le mani su quel territorio significa assicurarsi un bel po' di cosucce molto interessanti. Si tratta di un territorio ricco di oro e soprattutto di uranio, col quale, come è noto, si fabbricano tante belle bombe atomiche. E, in sostanza, quello che sta accadendo da quelle parti è molto semplice. Putin, che è non a caso un grande studioso di storia, ha capito meglio di chiunque altro che lo schema su cui si basa la forza dell'Occidente è la combinazione tra la stamperia americana e il depredamento di altri paesi. Così tutto ciò che sta facendo è offrire a questi paesi, a costi concorrenziali, ciò che l'Occidente chiede cercando di invaderli e sottometterli. Nel momento in cui l'economia occidentale non ha più una forza muscolare in grado di garantirla, ecco che i paesi che detengono le materie prime fanno venire meno la filiera di interi settori delle imprese americane ed europee ed ecco dunque che i debiti di cui l'Occidente si è ricoperto, appaiono in tutta la loro tragicità. Qualcosa che gli analisti più lungimiranti scrivono da decenni.

Per come la vedo io, l'Europa ha una sola speranza per uscirne: un Fantozzi che vada su qualche palco a Bruxelles, a Parigi, a Londra, a Roma, qualunque sia, purché ci sia, e urli "Gli Stati Uniti sono una cagata pazzesca".
Seguiranno i famosi novantadue minuti di applausi e dunque la materializzazione degli Stati Uniti per quello che sono sempre stati: un impero di cartapesta che funziona soltanto finché vengono visti come i più forti e destinato a crollare quando la fiducia in questa forza viene meno.
Putin sta solo ritorcendo la forza degli Stati Uniti contro di loro. Ha fatto Judo e si vede.

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Temevo di morire prima di aver visto questo cambiamento epocale, invece il mio desiderio di assistervi si é realizzato. É da circa 30 anni che lo aspetto, da quando, dall'Europa e dagli States per lavoro, ho cominciato a spostarmi prima in Africa mediterranea e limitrofa, poi in Asia minore, poi in tutto l'Oriente ma proprio tutto, poi in Russia e Sud America. Come ingegnere meccanico ho visto la velocità di apprendimento, di sviluppo, di innovazioni continue di nazioni considerate dai beceri europei "sottosviluppate" e da loro sottovalutate ("Impiegheranno decenni " riferendosi ai cinesi diceva un ing. tedesco "ad arrivare ai nostri livelli" e in 2 anni gli hanno copiato perfettamente i suoi progetti). Alla Cina, in particolare, hanno trasferito ai "sottosviluppati" tecnologie ed esperienze economiche che quel popolo "affamato " di conoscenza ha divorato, modificato, migliorato, inventato con una velocità strepitosa. L'errore degli occidentali é stata la superbia, la spocchia, la presunzione di essere i migliori pensando di trattare il resto del mondo come colonie. Sicuramente il mio essere femmina tanto mi ha penalizzato in occidente quanto favorito in altri paesi dove le popolazioni hanno una sensibilità diversa, capiscono chi é interessato al loro problema e chi no. A me raccontavano tutto, segreti, timori, idee. Per non parlare della Russia dove trovavo più ing.femmine che maschi trattate alla pari, quando in Italia mi offrivano posti da segretaria.Non possiamo fare nulla. É la storia che si sta scrivendo e, come ogni cambiamento, porta vittime. Ma son contenta che "i vada in mòna"
 
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Ricorderò sempre, a Irkutsk, una ragazza di ventidue anni che dirigeva un negozio di cucine italiane. Quelle stesse marche in Italia le avrebbero offerto al massimo un posto di commessa, sempre che non fosse stata l'amante del principale. Siamo finiti, lo vidi nel 2012.
 
Per motivi di lavoro,mio marito trattava l'acciaio,conoscemmo due ingegneri cinesi che erano in Italia per lavoro. Erano due ragazze di 26 e 29 anni ...non aggiungo altro.
 
Sono molto più pessimista di te. Sarà difficile sradicare il mito dell'unipolarismo americano; milioni di europei, specie i giovani e i giovanissimi, non hanno conosciuto altro nella loro vita. In un certo senso li capisco.
 

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Franco Marino
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