Odio l’estate. No, non sto cantando l’ormai ultrasessantennale successo estivo di Bruno Martino. E’ per chiarire che sono tutt’altro che un fan del caldo e che la prospettiva di una rinfrescata mi vedrebbe tra i più scalmanati ultrà. Le alte temperature sono per me un’autentica maledizione che ogni anno mi fa tirare fuori un nuovo acciacco dal mio armadio. L’estate per me è un tormento. Da sempre.
Tutto questo per chiarire che se domani i notiziari mi garantissero che i prossimi anni vedranno una riduzione delle temperature – niente di eclatante, a 25 gradi starei divinamente – personalmente stapperei una bottiglia di spumante. Anzi mi attiverei volentieri per contribuire al rinfrescamento. Il punto è come si tenta di conquistare il mio consenso in una battaglia ideologica.
Di fronte a certi temi, io sono come un cavallo. Tutto sta nel sapermi…montare. Se è un Alessandro Magno in grado di trattarmi col riguardo che l’originale riservò a Bucefalo, di cui l’imperatore intuì la paura della propria ombra capendo così l’origine della sua inquietudine, potrei anche morire in battaglia con lui come quel famoso cavallo morì per il suo illustre padrone. Se invece il cavaliere mi prende a frustate, automaticamente mi irrigidisco e divento ingestibile. Se, per esempio, i teorici del covidvaccinismo, del clima, della guerra, fossero educati, sereni, per nulla ideologici, non dico che riuscirebbero a convincermi facilmente ma, quantomeno, aprirebbero in me degli squarci. Invece scelgono la strada dell’aggressione mediatica, qualche volta fisica e così inizio a scalciare come un cavallo che rifiuta l’ostacolo.
Saltate le digressioni personali, cominciamo dalle domande fondamentali: c’è un riscaldamento globale sulla Terra? E’ colpa dell’uomo? Cosa può fare l’uomo per porvi rimedio? A proposito della prima domanda, occorre rispondere che le statistiche parlano chiaro: il riscaldamento c’è. Sfortunatamente questo non chiarisce la questione perché la vera domanda è se questo riscaldamento durerà. E anche su questo i dati parlano chiaro: il riscaldamento – che c’è, ripeto – tuttavia sta diminuendo. Le estati si stanno riscaldando, le temperature medie aumentano ma meno che in passato ed è dunque plausibile pensare che, se questo trend dovesse essere mantenuto, a lungo termine si andrà incontro ad una glaciazione. A dispetto di quanto tutti credano.
Nulla prova, dunque, che la causa del riscaldamento sia la presenza dell’uomo – che solo negli ultimi cento anni ha conosciuto un abnorme aumento – ché anzi, proprio quanto detto poco sopra, costituisce un indizio circa la sua innocenza. L’uomo potrebbe esserne la causa, potrebbe esserne una concausa come potrebbe addirittura non entrarci nulla.
E una volta appurato che ne fosse causa o concausa, come potrebbe porvi rimedio? Di sicuro con nulla che abbia a che fare con l’elettrizzazione di ogni aspetto della propria vita consumistica. Produrre energia elettrica, definita con sicumera come pulita, richiede l’utilizzo di tecnologie molto più costose e inquinanti dell’attuale consumo di combustibile fossile. La produzione di anidride carbonica, per dire, si decuplicherebbe.
Riprova: come mai gli Stati non ci spingono a riscaldare gli appartamenti con l’elettricità? Se l’elettricità ci costasse quanto il gas, ne saremmo tutti felici. Ma i governi nemmeno se lo sognano proprio perché l’elettricità prodotta per riscaldare gli edifici provocherebbe, a parte il costo, una produzione di CO2 considerevolmente più grande di quella che gli edifici immettono nell’atmosfera consumando direttamente i gas che dovrebbe produrre l’elettricità. L’unica fonte di energia elettrica che non produce CO2 ed è costantemente disponibile è quella nucleare, ma proprio l’ecologismo l’ha stramaledetta. Oltretutto costringendoci, per ripiegare sul petrolio, ad amicare con i peggiori satrapi mediorientali che conoscendo i bisogni dei paesi europei, ovviamente se lo fanno strapagare. Con tutte le conseguenze geopolitiche del caso.
Poi ci sono le energie rinnovabili. Che, a parte essere TUTTE molto più costose del gas e del carbone – basti pensare a quanto costano i mulini eolici e i pannelli fotovoltaici – vengono sovvenzionate dallo Stato proprio perché i cittadini, fatti i conti della serva, se ne guardano bene dal servirsene. E poi le energie rinnovabili non sono costanti. Il sole ogni tanto è più riservato di Lucio Battisti e si ritira dietro le nuvole proprio come quel grande cantautore si nascondeva nella sua villa in Brianza. Specie nel periodo invernale.
Se tutti hanno bisogno di incentivare l’ecologia è perché ad oggi non è economica. Infatti nessuno si strapazza a dire di preferire i supermercati ai piccoli negozi, per la semplice ragione che i supermercati, costando di meno, sono più appetibili delle vecchie botteghe della nonna.
Naturalmente, nessuno dice che non si debba essere sensibili all’ecologia. Non fosse altro perché l’etimologia rimanda a “studio della casa”, cioè estensivamente l’ambiente in cui l’uomo razzola. E’ giusto e opportuno limitare la pesca perché se esageriamo nel pescare, non avremo più cosa pescare. In questo senso, è razionale che chi va a pescare i ricci mentre questi si accoppiano, non vada certo decapitato ma quantomeno stangato. Così come è lodevole rifiutare la plastica e sostituirla con la carta biodegradabile.
Ma obbligare le persone a buttare le proprie auto e sostituirle con automobili elettriche o peggio ancora obbligare le persone - pena l'impossibilità di fittarla o di venderla - a ristrutturare casa, è una follia che del resto, conti alla mano, si traduce in una spesa in bolletta per i poveri cristi che non possono permettersele e che va a vantaggio di quei ricchi che invece potranno comprarle.
Infine, mi infastidisce enormemente quel tipo di ecologismo misoneista che tratta l’uomo come un abusivo sul pianeta. Una bestia colpevole di tutto. E sì, siamo animali come tutti gli altri ma proprio per questo non abbiamo meno diritti degli altri. E così come il leone insegue la gazzella e la accoppa per papparsela, così è del tutto lecito che l’uomo predi i polli e i bovini per nutrirsi. E per fortuna che nessuno ha ancora creato il reato di zanzaricidio ma qui è lecito sospettare che il fastidio concreto che quelle minuscole bestiole provocano, irriti anche il più scalmanato animalista. E quindi, spero almeno fin quando sarò in vita io, potremo continuare a schiacciare quegli insopportabili animaletti.
Naturalmente nel consumare carne ci si può limitare, sia per amore degli animali, sia per la spesa a carico del pianeta: produrre un chilo di carne “costa” alla Terra infinitamente di più di un chilo di grano. Analogamente non è una cattiva idea avere controsoffitti, doppi vetri alle finestre e via dicendo, ma senza dimenticare che gli eventuali incentivi sono a carico anche della povera gente che non può permetterseli.
Tutto questo per chiarire che se domani i notiziari mi garantissero che i prossimi anni vedranno una riduzione delle temperature – niente di eclatante, a 25 gradi starei divinamente – personalmente stapperei una bottiglia di spumante. Anzi mi attiverei volentieri per contribuire al rinfrescamento. Il punto è come si tenta di conquistare il mio consenso in una battaglia ideologica.
Di fronte a certi temi, io sono come un cavallo. Tutto sta nel sapermi…montare. Se è un Alessandro Magno in grado di trattarmi col riguardo che l’originale riservò a Bucefalo, di cui l’imperatore intuì la paura della propria ombra capendo così l’origine della sua inquietudine, potrei anche morire in battaglia con lui come quel famoso cavallo morì per il suo illustre padrone. Se invece il cavaliere mi prende a frustate, automaticamente mi irrigidisco e divento ingestibile. Se, per esempio, i teorici del covidvaccinismo, del clima, della guerra, fossero educati, sereni, per nulla ideologici, non dico che riuscirebbero a convincermi facilmente ma, quantomeno, aprirebbero in me degli squarci. Invece scelgono la strada dell’aggressione mediatica, qualche volta fisica e così inizio a scalciare come un cavallo che rifiuta l’ostacolo.
Saltate le digressioni personali, cominciamo dalle domande fondamentali: c’è un riscaldamento globale sulla Terra? E’ colpa dell’uomo? Cosa può fare l’uomo per porvi rimedio? A proposito della prima domanda, occorre rispondere che le statistiche parlano chiaro: il riscaldamento c’è. Sfortunatamente questo non chiarisce la questione perché la vera domanda è se questo riscaldamento durerà. E anche su questo i dati parlano chiaro: il riscaldamento – che c’è, ripeto – tuttavia sta diminuendo. Le estati si stanno riscaldando, le temperature medie aumentano ma meno che in passato ed è dunque plausibile pensare che, se questo trend dovesse essere mantenuto, a lungo termine si andrà incontro ad una glaciazione. A dispetto di quanto tutti credano.
In merito alle colpe dell’uomo, va premesso che la Terra ha sempre vissuto periodi di intenso riscaldamento alternati a glaciazioni. Che peraltro si misurano nell’arco di migliaia se non di milioni di anni.
La Terra è stata molto più calda e molto più fredda di oggi. E in periodi in cui l’uomo era molto più raro e possedeva molti meno mezzi di oggi.Nulla prova, dunque, che la causa del riscaldamento sia la presenza dell’uomo – che solo negli ultimi cento anni ha conosciuto un abnorme aumento – ché anzi, proprio quanto detto poco sopra, costituisce un indizio circa la sua innocenza. L’uomo potrebbe esserne la causa, potrebbe esserne una concausa come potrebbe addirittura non entrarci nulla.
E una volta appurato che ne fosse causa o concausa, come potrebbe porvi rimedio? Di sicuro con nulla che abbia a che fare con l’elettrizzazione di ogni aspetto della propria vita consumistica. Produrre energia elettrica, definita con sicumera come pulita, richiede l’utilizzo di tecnologie molto più costose e inquinanti dell’attuale consumo di combustibile fossile. La produzione di anidride carbonica, per dire, si decuplicherebbe.
Riprova: come mai gli Stati non ci spingono a riscaldare gli appartamenti con l’elettricità? Se l’elettricità ci costasse quanto il gas, ne saremmo tutti felici. Ma i governi nemmeno se lo sognano proprio perché l’elettricità prodotta per riscaldare gli edifici provocherebbe, a parte il costo, una produzione di CO2 considerevolmente più grande di quella che gli edifici immettono nell’atmosfera consumando direttamente i gas che dovrebbe produrre l’elettricità. L’unica fonte di energia elettrica che non produce CO2 ed è costantemente disponibile è quella nucleare, ma proprio l’ecologismo l’ha stramaledetta. Oltretutto costringendoci, per ripiegare sul petrolio, ad amicare con i peggiori satrapi mediorientali che conoscendo i bisogni dei paesi europei, ovviamente se lo fanno strapagare. Con tutte le conseguenze geopolitiche del caso.
Poi ci sono le energie rinnovabili. Che, a parte essere TUTTE molto più costose del gas e del carbone – basti pensare a quanto costano i mulini eolici e i pannelli fotovoltaici – vengono sovvenzionate dallo Stato proprio perché i cittadini, fatti i conti della serva, se ne guardano bene dal servirsene. E poi le energie rinnovabili non sono costanti. Il sole ogni tanto è più riservato di Lucio Battisti e si ritira dietro le nuvole proprio come quel grande cantautore si nascondeva nella sua villa in Brianza. Specie nel periodo invernale.
Se tutti hanno bisogno di incentivare l’ecologia è perché ad oggi non è economica. Infatti nessuno si strapazza a dire di preferire i supermercati ai piccoli negozi, per la semplice ragione che i supermercati, costando di meno, sono più appetibili delle vecchie botteghe della nonna.
Naturalmente, nessuno dice che non si debba essere sensibili all’ecologia. Non fosse altro perché l’etimologia rimanda a “studio della casa”, cioè estensivamente l’ambiente in cui l’uomo razzola. E’ giusto e opportuno limitare la pesca perché se esageriamo nel pescare, non avremo più cosa pescare. In questo senso, è razionale che chi va a pescare i ricci mentre questi si accoppiano, non vada certo decapitato ma quantomeno stangato. Così come è lodevole rifiutare la plastica e sostituirla con la carta biodegradabile.
Ma obbligare le persone a buttare le proprie auto e sostituirle con automobili elettriche o peggio ancora obbligare le persone - pena l'impossibilità di fittarla o di venderla - a ristrutturare casa, è una follia che del resto, conti alla mano, si traduce in una spesa in bolletta per i poveri cristi che non possono permettersele e che va a vantaggio di quei ricchi che invece potranno comprarle.
Infine, mi infastidisce enormemente quel tipo di ecologismo misoneista che tratta l’uomo come un abusivo sul pianeta. Una bestia colpevole di tutto. E sì, siamo animali come tutti gli altri ma proprio per questo non abbiamo meno diritti degli altri. E così come il leone insegue la gazzella e la accoppa per papparsela, così è del tutto lecito che l’uomo predi i polli e i bovini per nutrirsi. E per fortuna che nessuno ha ancora creato il reato di zanzaricidio ma qui è lecito sospettare che il fastidio concreto che quelle minuscole bestiole provocano, irriti anche il più scalmanato animalista. E quindi, spero almeno fin quando sarò in vita io, potremo continuare a schiacciare quegli insopportabili animaletti.
Naturalmente nel consumare carne ci si può limitare, sia per amore degli animali, sia per la spesa a carico del pianeta: produrre un chilo di carne “costa” alla Terra infinitamente di più di un chilo di grano. Analogamente non è una cattiva idea avere controsoffitti, doppi vetri alle finestre e via dicendo, ma senza dimenticare che gli eventuali incentivi sono a carico anche della povera gente che non può permetterseli.
L’ecologia sarà accettabile quando sarà razionale ed economicamente conveniente. Se invece è una fede, mi spiace deludere i testimoni di Greta: appartengo alla ristrettissima categoria di persone che pur avendo smesso di credere in Dio, non per questo credono a tutto ciò che gli raccontano. A maggior ragione se provengono da una bimba svedese troppo giovane per non far sospettare che sia radiocomandata.