L'anno scorso, quando portai mia figlia al mare, nel posto dove andiamo sempre, a Ercolano, ad un certo punto vidi un uomo di mezza età, piccolo, secco ma asciuttissimo, pulire la spiaggia. Gli chiesi se fosse un dipendente di qualche stabilimento vicino, e la sua risposta fu "No, sono io che pulisco gratis perché ci sono i bambini. Spero di non disturbarla". "Ma le pare? Anzi le fa onore che faccia questo. Fossero tutti come Lei".
Al che, lui mi rispose col sorriso delle persone autenticamente gentili e umili dicendomi: "Guardi che io non sono niente di speciale. Come tutti, ho le cose che mi fanno schifo e verso cui non ho riguardo e cose che invece mi preme curare. Vede questa spiaggia? È bella, è un bel mare e un bel paesaggio. Ma molti ne hanno perso la cognizione perché non conoscono il bello. O lo danno per scontato. Se tutti noi apprezzassimo le meraviglie che abbiamo, la gente automaticamente se ne prenderebbe cura, senza pensare di dover essere pagata. Lei ha bisogno di essere pagato per prendersi cura di questa sua bella bambina? No, è sua figlia. E dunque se ne prende cura".
Cosa portasse quest'uomo umile, in apparenza insignificante, ad occuparsi di questa spiaggia ha automaticamente risposto anche a quanto accaduto in questi giorni a Napoli, dove è stata bruciata un'opera d'arte, la Venere degli Stracci. Dal momento che, per varie ragioni, passo quasi ogni giorno per Piazza Municipio dove si trovava quell'opera e mi sorprendevo sempre a chiedermi "Ma perché questa orrenda schifezza?", ho dunque personalmente gioito per la distruzione di quello scempio. Ero certo che, per come appariva quell'opera, di base ci fosse qualche significato più o meno occultamente progressista. E la conferma è arrivata quando Pistoletto - nomen omen - ha accusato di "femminicidio" chi l'ha bruciata. Mentre per me, chi si è accanito su quell'orrore, merita una medaglia, che sia il clochard che le forze dell'ordine dicono, o qualcun altro. Invece, tutte le volte che per motivi vari passo per le ville del miglio d'oro in decadimento, mi sale una rabbia profonda che mi fa covare istinti rivoluzionari, nell'idea che la bellezza di quelle costruzioni vada salvaguardata. Questi sentimenti non sono strani nell'arte. Un'opera d'arte davvero bella provoca nelle persone sentimenti di vero e proprio innamoramento, chiaramente sulla base di quella che è la propria formazione culturale. E chi ha una sensibilità artistica, è perfettamente in grado di capire perché un'opera d'arte vada strenuamente difesa.
La notizia che venga bruciata un'opera d'arte non è di per sé importante: purtroppo di pazzi che, alla maniera di Erostrato, decidono di incendiare un tempio, se ne incontrano spesso. E' importante la reazione della gente. L'incendio del tempio fu talmente esecrato che Erostrato, oltre ad essere messo in galera, fu condannato all'ostracismo, cioè non si sarebbe mai più dovuto pronunziare il suo nome. Mentre, se la reazione dei cittadini è stata generalmente a metà tra l'indifferenza, l'ironia e la gioia e il massimo dell'indignazione è stata quella di una mia amica che, abitando in quella piazza, si è ritrovata pezzi di stracci sul balcone - non si è arrabbiata per la distruzione dell'opera d'arte ma perché ha dovuto lavare il terrazzo - è il chiaro segnale che di quell'opera d'arte nessuno sentirà una reale mancanza. Ben diversa sarebbe stata la reazione se qualche sconsiderato avesse, per assurdo - perché non credo sia possibile e comunque non voglio nemmeno pensarci - imbrattato il Cristo Velato. Anche in questo senso, un'opera d'arte come anche un bel paesaggio, incontrano il favore della gente solo se è in grado di stuzzicare il vero senso del bello. Se andiamo a vedere, per esempio, i tanti palazzoni casermeschi che oggi caratterizzano lo scempio di tutte le città - si pensi a Napoli e Palermo dove l'abusivismo edilizio ha provocato la demolizione di bellissime abitazioni in stile Liberty - vedremo che mentre quei palazzi sono stracolmi di scritte e di graffiti, le ville invece sono intatte.
Il motivo è semplice: il vandalismo, che certamente - sia chiaro - non ha origini ideologiche ma è semplicemente l'espressione di trogloditi il cui unico scopo è sporcare, tuttavia istintivamente si accanisce sul brutto. I simboli fallici, le scritte offensive contro questo o quel politico, in un bel palazzo o in una bella villa, o non le troverete mai oppure ne troverete talmente poche - e quelle poche vengono spesso rimosse nell'arco di 1-2 giorni - che non istigano nessuno ad imitarle.
Al che, lui mi rispose col sorriso delle persone autenticamente gentili e umili dicendomi: "Guardi che io non sono niente di speciale. Come tutti, ho le cose che mi fanno schifo e verso cui non ho riguardo e cose che invece mi preme curare. Vede questa spiaggia? È bella, è un bel mare e un bel paesaggio. Ma molti ne hanno perso la cognizione perché non conoscono il bello. O lo danno per scontato. Se tutti noi apprezzassimo le meraviglie che abbiamo, la gente automaticamente se ne prenderebbe cura, senza pensare di dover essere pagata. Lei ha bisogno di essere pagato per prendersi cura di questa sua bella bambina? No, è sua figlia. E dunque se ne prende cura".
Cosa portasse quest'uomo umile, in apparenza insignificante, ad occuparsi di questa spiaggia ha automaticamente risposto anche a quanto accaduto in questi giorni a Napoli, dove è stata bruciata un'opera d'arte, la Venere degli Stracci. Dal momento che, per varie ragioni, passo quasi ogni giorno per Piazza Municipio dove si trovava quell'opera e mi sorprendevo sempre a chiedermi "Ma perché questa orrenda schifezza?", ho dunque personalmente gioito per la distruzione di quello scempio. Ero certo che, per come appariva quell'opera, di base ci fosse qualche significato più o meno occultamente progressista. E la conferma è arrivata quando Pistoletto - nomen omen - ha accusato di "femminicidio" chi l'ha bruciata. Mentre per me, chi si è accanito su quell'orrore, merita una medaglia, che sia il clochard che le forze dell'ordine dicono, o qualcun altro. Invece, tutte le volte che per motivi vari passo per le ville del miglio d'oro in decadimento, mi sale una rabbia profonda che mi fa covare istinti rivoluzionari, nell'idea che la bellezza di quelle costruzioni vada salvaguardata. Questi sentimenti non sono strani nell'arte. Un'opera d'arte davvero bella provoca nelle persone sentimenti di vero e proprio innamoramento, chiaramente sulla base di quella che è la propria formazione culturale. E chi ha una sensibilità artistica, è perfettamente in grado di capire perché un'opera d'arte vada strenuamente difesa.
La notizia che venga bruciata un'opera d'arte non è di per sé importante: purtroppo di pazzi che, alla maniera di Erostrato, decidono di incendiare un tempio, se ne incontrano spesso. E' importante la reazione della gente. L'incendio del tempio fu talmente esecrato che Erostrato, oltre ad essere messo in galera, fu condannato all'ostracismo, cioè non si sarebbe mai più dovuto pronunziare il suo nome. Mentre, se la reazione dei cittadini è stata generalmente a metà tra l'indifferenza, l'ironia e la gioia e il massimo dell'indignazione è stata quella di una mia amica che, abitando in quella piazza, si è ritrovata pezzi di stracci sul balcone - non si è arrabbiata per la distruzione dell'opera d'arte ma perché ha dovuto lavare il terrazzo - è il chiaro segnale che di quell'opera d'arte nessuno sentirà una reale mancanza. Ben diversa sarebbe stata la reazione se qualche sconsiderato avesse, per assurdo - perché non credo sia possibile e comunque non voglio nemmeno pensarci - imbrattato il Cristo Velato. Anche in questo senso, un'opera d'arte come anche un bel paesaggio, incontrano il favore della gente solo se è in grado di stuzzicare il vero senso del bello. Se andiamo a vedere, per esempio, i tanti palazzoni casermeschi che oggi caratterizzano lo scempio di tutte le città - si pensi a Napoli e Palermo dove l'abusivismo edilizio ha provocato la demolizione di bellissime abitazioni in stile Liberty - vedremo che mentre quei palazzi sono stracolmi di scritte e di graffiti, le ville invece sono intatte.
Il motivo è semplice: il vandalismo, che certamente - sia chiaro - non ha origini ideologiche ma è semplicemente l'espressione di trogloditi il cui unico scopo è sporcare, tuttavia istintivamente si accanisce sul brutto. I simboli fallici, le scritte offensive contro questo o quel politico, in un bel palazzo o in una bella villa, o non le troverete mai oppure ne troverete talmente poche - e quelle poche vengono spesso rimosse nell'arco di 1-2 giorni - che non istigano nessuno ad imitarle.
La Venere degli stracci non è stata bruciata per vandalismo. Se il problema fosse il vandalismo, esso si accanirebbe contro tutta la città. E' stata bruciata perché fa cagare. Il vandalo, come tutti i trogloditi, ha solamente agito secondo istinto, accanendosi su una cosa che per lui non ha valore. Soltanto che mentre la bruciatura delle opere d'arte e dei monumenti davvero belli provoca una reazione incarognita, la distruzione delle cagate provoca l'indifferenza che meritano.