Una barzelletta ebraica. Un giovane israeliano salva un bambino aggredito da un pitbull che, a sua volta, nella collutazione, viene ammazzato. I giornali lo intervistano lodando la sua impresa e ad un certo punto gli chiedono "Ma lei non è italiano. Di dov'è?" "sono israeliano", "e il bambino?" "E' israeliano anche lui". Il giorno dopo appare sul giornale la notizia del fatto: "Un ebreo ammazza una povera bestiola che stava giocando con un bambino maleducato".
La barzelletta, come avviene spesso, ha un significato più profondo. Quando chi deve giudicare le azioni e il pensiero di una persona o di un gruppo di persone, è animato da un pregiudizio, si può dire e fare tutto quel che si vuole di bene, il nemico cercherà sempre di farlo passare per il cattivo della situazione, anche quando sostanzialmente è un eroe o una vittima.
E' a questo che viene da pensare quando si osserva il provvedimento di vietare il numero 88 della maglia nei calciatori, perché rimanda al saluto nazista "Heil Hitler". L'iniziativa già sconcerterebbe se proposta da un governo di sinistra, anche perché da quelle parti non devono essere totalmente cretini e dovrebbero essere consapevoli che c'è un limite oltre il quale si rischia di ottenere il risultato opposto. Che tuttavia il provvedimento venga da destra, meraviglia soltanto chi non conosce un proverbiale difetto storico della destra istituzionale: pretendere di farsi accettare dall'avversario. Chiunque abbia frequentato un gruppo in una posizione minoritaria, sa che se si è i "paria" della comitiva, si può dire e fare qualsiasi cosa, ai capetti non basterà mai. L'alternativa all'omologazione è l'espulsione, a meno che non si sia sufficientemente forti da opporre un no netto o, appunto, distruggere la comitiva stessa.
Dietro una scemenza come quella di vietare un numero, molti sostengono che la strategia sia di tagliare le unghie alla propaganda di sinistra, presentandosi poi in campagna elettorale come "coloro che hanno concretamente lottato contro la propaganda nazista". E questo è un errore. Perché al nemico non basterà mai. Una volta vietato l'88, il nemico, se vedrà un avversario debole e suggestionabile, se ne approfitterà e pretenderà di vietare altri simboli, altri numeri, altri comportamenti del tutto normali, al semplice fine di acquisire furbescamente maggior potere.
La destra non ha mai capito che la sinistra si sconfigge soltanto accettando la dimensione del conflitto, che non è quella di un cavalleresco confronto tra punti di vista differenti, ma una dura opposizione ad un palese tentativo di criminalizzare qualsiasi punto di vista che abbia anche solo l'aria di non obbedire al pensiero unico. E di fronte a chi punta all'eliminazione di un nemico, non esistono giustificazioni, scuse, ma semplicemente opporre un rigido e durissimo "NO" ai suoi tentativi di prevaricazione.
Non è ovviamente questione di voler legittimare il significato storico del numero 88. Semplicemente è una scemenza voler bandire un numero o una lettera dell'alfabeto (la "z", come qualcuno ha proposto) solamente perché rimandano a motti nazisti, filorussi. 88 e la lettera Z rimandano a tantissime altre cose che col nazismo e con Putin non hanno nulla a che fare. Allora chi è nato nel 1988 è un nazista? Javier Zanetti è nazista solo perché il suo cognome inizia con la Z? La parola "cazzo" deve diventare "casso", così da far felici tutti i veneti? Come si vede, non è questione di essere fiancheggiatori di Hitler o di Putin ma semplicemente la banalissima logica e il buonsenso.
Se la Meloni e il suo governo non lo capiscono, finiranno per fare la fine di tutti coloro che, da Montanelli a Fini, per assecondare i deliri della sinistra, infine sono caduti nell'irrilevanza. Con la sinistra non c'è alcuna possibilità di confronto ma solo rigidissimi "NO" che vanno opposti ad ogni loro ricatto morale, ad ogni loro bavaglio, ad ogni loro delirio.
La barzelletta, come avviene spesso, ha un significato più profondo. Quando chi deve giudicare le azioni e il pensiero di una persona o di un gruppo di persone, è animato da un pregiudizio, si può dire e fare tutto quel che si vuole di bene, il nemico cercherà sempre di farlo passare per il cattivo della situazione, anche quando sostanzialmente è un eroe o una vittima.
E' a questo che viene da pensare quando si osserva il provvedimento di vietare il numero 88 della maglia nei calciatori, perché rimanda al saluto nazista "Heil Hitler". L'iniziativa già sconcerterebbe se proposta da un governo di sinistra, anche perché da quelle parti non devono essere totalmente cretini e dovrebbero essere consapevoli che c'è un limite oltre il quale si rischia di ottenere il risultato opposto. Che tuttavia il provvedimento venga da destra, meraviglia soltanto chi non conosce un proverbiale difetto storico della destra istituzionale: pretendere di farsi accettare dall'avversario. Chiunque abbia frequentato un gruppo in una posizione minoritaria, sa che se si è i "paria" della comitiva, si può dire e fare qualsiasi cosa, ai capetti non basterà mai. L'alternativa all'omologazione è l'espulsione, a meno che non si sia sufficientemente forti da opporre un no netto o, appunto, distruggere la comitiva stessa.
Dietro una scemenza come quella di vietare un numero, molti sostengono che la strategia sia di tagliare le unghie alla propaganda di sinistra, presentandosi poi in campagna elettorale come "coloro che hanno concretamente lottato contro la propaganda nazista". E questo è un errore. Perché al nemico non basterà mai. Una volta vietato l'88, il nemico, se vedrà un avversario debole e suggestionabile, se ne approfitterà e pretenderà di vietare altri simboli, altri numeri, altri comportamenti del tutto normali, al semplice fine di acquisire furbescamente maggior potere.
La destra non ha mai capito che la sinistra si sconfigge soltanto accettando la dimensione del conflitto, che non è quella di un cavalleresco confronto tra punti di vista differenti, ma una dura opposizione ad un palese tentativo di criminalizzare qualsiasi punto di vista che abbia anche solo l'aria di non obbedire al pensiero unico. E di fronte a chi punta all'eliminazione di un nemico, non esistono giustificazioni, scuse, ma semplicemente opporre un rigido e durissimo "NO" ai suoi tentativi di prevaricazione.
Non è ovviamente questione di voler legittimare il significato storico del numero 88. Semplicemente è una scemenza voler bandire un numero o una lettera dell'alfabeto (la "z", come qualcuno ha proposto) solamente perché rimandano a motti nazisti, filorussi. 88 e la lettera Z rimandano a tantissime altre cose che col nazismo e con Putin non hanno nulla a che fare. Allora chi è nato nel 1988 è un nazista? Javier Zanetti è nazista solo perché il suo cognome inizia con la Z? La parola "cazzo" deve diventare "casso", così da far felici tutti i veneti? Come si vede, non è questione di essere fiancheggiatori di Hitler o di Putin ma semplicemente la banalissima logica e il buonsenso.
Se la Meloni e il suo governo non lo capiscono, finiranno per fare la fine di tutti coloro che, da Montanelli a Fini, per assecondare i deliri della sinistra, infine sono caduti nell'irrilevanza. Con la sinistra non c'è alcuna possibilità di confronto ma solo rigidissimi "NO" che vanno opposti ad ogni loro ricatto morale, ad ogni loro bavaglio, ad ogni loro delirio.
E chi non lo capisce, o è scemo o in malafede.