Draghi è stato chiarissimo: se Kiev perde la guerra, l'Europa sarà distrutta. Che la questione ucraina sia fondamentale per la sopravvivenza dell'Occidente, si vede da come il tutto viene affrontato dai media. In una situazione normale, assisteremmo ad un civile dibattito tra tesi contrapposte, nell'idea che in un conflitto le ragioni e i torti, anche a voler prendere una posizione, non stanno mai da una sola parte.
E invece in occasione di questa e di altre vicende, si ha la sensazione di una chiamata alle armi, al punto che l'anno scorso, seguendo uno schema tipico del maccartismo, fu pubblicata una lista di personalità accusate di essere finanziate sotto banco dal Cremlino.
Quando tutto ciò succede, vuol dire che la situazione è grave. E se Draghi stesso che - oltre ad essere stato per un anno e mezzo il presidente del Consiglio - ha occupato le più importanti cariche del mondo (BCE e FMI, che costituiscono i due terzi della troika) è arrivato ad esprimersi in questo modo, non è un caso.
Dei discorsi di un politico non va ascoltato il testo che, di solito, dice poco o nulla, ma il sottotesto. A maggior ragione se il testo è insolitamente non paludato e schietto e in contrasto con la mite personalità mediatica di chi lo pronuncia. Quando parliamo di "mite personalità mediatica" naturalmente non stiamo dicendo che Draghi sia un agnellino, tutt'altro - sul suo conto c'è un ampio pettegolezzo di come maltrattasse i ministri - ma che almeno in pubblico appare molto calmo e controllato. E dunque le sue dichiarazioni dicono altro rispetto a quanto potrebbe sembrare ad un primo impatto.
Il testo dice con molta chiarezza "Se Putin vince, l'Europa sarà demolita". E non importa tanto sapere se ciò sia vero. Certo che è vero. Se la Federazione Russa vince, non solo è finita l'Europa, ma sono finiti gli Stati Uniti e in generale l'Occidente. Il vero nocciolo della questione è perché Draghi proprio ora, in una fase delicata per l'Occidente, in cui si è capito che nella migliore delle ipotesi l'Ucraina comunque non tornerà come prima, abbia rilasciato queste dichiarazioni.
Io ci vedo soltanto il tentativo di preparare la popolazione europea all'ipotesi che a breve saremo chiamati - con la scusa che altrimenti saremo demoliti - a combattere fisicamente contro la Russia. E che dunque il sottotesto di Draghi voglia preparare i popoli europei alla prospettiva di dover mettere gli scarponi in Ucraina.
Chissà. E' certo che questa dichiarazione fa un perfetto pendant con quanto disse Biden a suo tempo: "l'Europa è un prezzo che sono disposto a pagare".
E invece in occasione di questa e di altre vicende, si ha la sensazione di una chiamata alle armi, al punto che l'anno scorso, seguendo uno schema tipico del maccartismo, fu pubblicata una lista di personalità accusate di essere finanziate sotto banco dal Cremlino.
Quando tutto ciò succede, vuol dire che la situazione è grave. E se Draghi stesso che - oltre ad essere stato per un anno e mezzo il presidente del Consiglio - ha occupato le più importanti cariche del mondo (BCE e FMI, che costituiscono i due terzi della troika) è arrivato ad esprimersi in questo modo, non è un caso.
Dei discorsi di un politico non va ascoltato il testo che, di solito, dice poco o nulla, ma il sottotesto. A maggior ragione se il testo è insolitamente non paludato e schietto e in contrasto con la mite personalità mediatica di chi lo pronuncia. Quando parliamo di "mite personalità mediatica" naturalmente non stiamo dicendo che Draghi sia un agnellino, tutt'altro - sul suo conto c'è un ampio pettegolezzo di come maltrattasse i ministri - ma che almeno in pubblico appare molto calmo e controllato. E dunque le sue dichiarazioni dicono altro rispetto a quanto potrebbe sembrare ad un primo impatto.
Il testo dice con molta chiarezza "Se Putin vince, l'Europa sarà demolita". E non importa tanto sapere se ciò sia vero. Certo che è vero. Se la Federazione Russa vince, non solo è finita l'Europa, ma sono finiti gli Stati Uniti e in generale l'Occidente. Il vero nocciolo della questione è perché Draghi proprio ora, in una fase delicata per l'Occidente, in cui si è capito che nella migliore delle ipotesi l'Ucraina comunque non tornerà come prima, abbia rilasciato queste dichiarazioni.
Io ci vedo soltanto il tentativo di preparare la popolazione europea all'ipotesi che a breve saremo chiamati - con la scusa che altrimenti saremo demoliti - a combattere fisicamente contro la Russia. E che dunque il sottotesto di Draghi voglia preparare i popoli europei alla prospettiva di dover mettere gli scarponi in Ucraina.
Chissà. E' certo che questa dichiarazione fa un perfetto pendant con quanto disse Biden a suo tempo: "l'Europa è un prezzo che sono disposto a pagare".
Ecco, temo che sia arrivato il conto.