Ho seguito relativamente poco il caso di Bibbiano. Un po' perché avendo un'idea della giustizia tutta mia sul tema - e cioè che se, con qualsiasi pretesto e sfruttando eventuali mie difficoltà, si avvicinassero a mia figlia, accopperei tutti gli assistenti sociali e li seppellirei - mi è sempre poco interessato quel mondo, quello dei servizi sociali infantili che in un paese civile non dovrebbe nemmeno esistere. E un po' perché si tratta di una vicenda dai contorni oscuri, nei quali ci si muove in un filo sottile tra la calunnia e la verità corrente, extra Bibbiano, che tutti sappiamo. Che in quel luogo le cose siano state ingigantite è possibile. Ma che esista un sistema nutrito dalla sinistra per cui i bambini - come del resto anche gli adulti e gli anziani - vengono considerati proprietà dello Stato, è un fatto noto e acclarato e non c'è bisogno di arrivare allo scandalo Bibbiano per rendersene conto. Ogni giorno, siamo alluvionati da pedagoghi che vorrebbero insegnarci come si educano i figli, cercando di seminare zizzania nelle famiglie. Ogni giorno le scuole che dovrebbero insegnare non cosa ma come pensare, inondano i ragazzi di propaganda a seconda delle direttive statali del momento, e solo chi ha uno sfracello di soldi può sperare di sottrarsi dalla radioattività del pedagogismo di sinistra. E tuttavia, avendo i giudici assolto Foti, il principale accusato di quella vicenda, chiunque azzardasse una qualsiasi protesta, è bene che stia attento perché rischierebbe di essere querelato.
Dunque, a meno di essere nullatenenti - quindi graditi allo Stato - atteniamoci ai fatti e prendiamo per buono che a Bibbiano non sia successo niente. Qui mi interessa esprimere un altro concetto: le sentenze non sono la bocca della verità.
Avendo ormai passato i quarant'anni da un bel po', mi sono sciroppato la Seconda Repubblica con tutto il carico di tossicità giudiziaria, per cui le discussioni ruotavano non su temi come il lavoro, l'economia e quant'altro, ma la fedina penale di Berlusconi. I berlusconiani quelli scemi ritenevano che Berlusconi fosse un santo perseguitato dai nemici, gli antiberlusconiani quelli scemi pensavano che fosse il vicario di Totò Riina in terra. Le persone intelligenti avendo capito benissimo che Berlusconi non era uno stinco di santo e che i magistrati che lo indagavano erano - a propria insaputa o meno - eterodiretti dai numerosi nemici di Berlusconi, di fronte ad ogni sentenza dubitavano. Essendo (stato) un berlusconiano - ma modestamente intelligente - sono abituato a non avere fiducia in nessuna sentenza, a vedere in ognuna di esse un disegno politico forse occulto. A volte esagerando certo. Ma non do alle sentenze un valore veritativo che non hanno mai avuto. Una sentenza non è altro che l'opinione vincolante emessa da un gruppo di burocrati che hanno arbitrariamente deciso che gli indizi contro un imputato non sono tali da condannarlo. Infatti proprio per questo si distingue la verità giudiziaria da quella storica. La verità giudiziaria può condannare un imputato che tutto è tranne che colpevole e la verità storica può condannare un imputato che per la verità giudiziaria è innocente. Come nel caso di OJ Simpson, la cui assoluzione fu talmente farsesca che quel grande campione di football americano, sia pure totalmente libero e, per la giustizia americana, innocente, oggi è un paria con cui nessuno vuole giustamente avere a che fare.
Dunque, a meno di essere nullatenenti - quindi graditi allo Stato - atteniamoci ai fatti e prendiamo per buono che a Bibbiano non sia successo niente. Qui mi interessa esprimere un altro concetto: le sentenze non sono la bocca della verità.
Avendo ormai passato i quarant'anni da un bel po', mi sono sciroppato la Seconda Repubblica con tutto il carico di tossicità giudiziaria, per cui le discussioni ruotavano non su temi come il lavoro, l'economia e quant'altro, ma la fedina penale di Berlusconi. I berlusconiani quelli scemi ritenevano che Berlusconi fosse un santo perseguitato dai nemici, gli antiberlusconiani quelli scemi pensavano che fosse il vicario di Totò Riina in terra. Le persone intelligenti avendo capito benissimo che Berlusconi non era uno stinco di santo e che i magistrati che lo indagavano erano - a propria insaputa o meno - eterodiretti dai numerosi nemici di Berlusconi, di fronte ad ogni sentenza dubitavano. Essendo (stato) un berlusconiano - ma modestamente intelligente - sono abituato a non avere fiducia in nessuna sentenza, a vedere in ognuna di esse un disegno politico forse occulto. A volte esagerando certo. Ma non do alle sentenze un valore veritativo che non hanno mai avuto. Una sentenza non è altro che l'opinione vincolante emessa da un gruppo di burocrati che hanno arbitrariamente deciso che gli indizi contro un imputato non sono tali da condannarlo. Infatti proprio per questo si distingue la verità giudiziaria da quella storica. La verità giudiziaria può condannare un imputato che tutto è tranne che colpevole e la verità storica può condannare un imputato che per la verità giudiziaria è innocente. Come nel caso di OJ Simpson, la cui assoluzione fu talmente farsesca che quel grande campione di football americano, sia pure totalmente libero e, per la giustizia americana, innocente, oggi è un paria con cui nessuno vuole giustamente avere a che fare.
Per cui, di fronte al caso di Bibbiano, il punto non è chiedersi se tutto ciò che è successo da quelle parti sia vero, ma se sia vera la prassi comune oggi di andare ad infastidire qualsiasi famiglia in difficoltà per portarle via i figli. Se oggi lo Stato sia davvero di supporto alla famiglia o se, con la scusa di voler "pensare ai bambini", non si riveli una minaccia per loro. E non c'è bisogno di Bibbiano per sapere che oggi, alla minima difficoltà, i bambini vengono tolti ai genitori. Non c'è bisogno di Bibbiano per sapere che lo Stato - leggasi la proposta di Letta di rendere obbligatorio l'asilo nido - trama di sottrarre i bambini ai genitori sin dalla tenera età, per educarli magari ai nuovi valori eugenetici del progressismo arcobalenato. Poi magari a Bibbiano non è successo nulla e Foti è un martire. Ma a voi sembra che con questo Stato si possa stare tranquilli circa l'integrità morale e fisica dei nostri bambini? Se sì, auguri. Io non sono affatto tranquillo. Indipendentemente da Bibbiano. La cui sentenza di assoluzione forse riabilita Bibbiano ma non tutto il mondo dell'assistenza sociale. L'assoluzione di Foti non è un "tana libera tutti". Forse non sono in pericolo i bambini di Bibbiano, ma lo sono tutti i bambini italiani e tutti quei genitori che attraversano un momento di difficoltà.