Quando io dico che in questo paese si rischia una guerra civile, passo per matto. E la cosa più curiosa, è che passo per matto soprattutto dinnanzi ai miei contatti ideologicamente più vicini i quali, non so se per la codardia tipica del borghese - che, in quanto tale, è moderato (sono un borghese anche io, per la cronaca, quindi mi do del codardo da solo) - o perché convinti che il nostro sia un popolo di rammolliti, pensano che le mie siano le elucubrazioni di una testa matta. Il problema è che si capisce la gravità della situazione solo quando si esce dalla propria bolla facebookiana, dove si può dirigere il traffico in entrata a colpi di ban, e si va su altri social dove tutti possono commentare tutto.
Twitter è uno di questi. E' successo che ieri una ragazza, tale Giulia Tramontano, era sparita, dopo aver scoperto, incinta, di essere stata tradita da un uomo, tale Antonio Impagnatiello, con una che a sua volta messa incinta da lui.
Ho scritto il seguente tweet: "Tutto quello che sto leggendo su Giulia Tramontano mi rende felice di vivere in uno stato di diritto e non nello stato digitale di Twitter. Avete già deciso che Giulia sia stata uccisa e che il colpevole debba essere, per forza, il fidanzato, in quanto fedifrago. Mi fate paura". E l'ho scritto in un momento in cui non si sapeva nulla. La ragazza in questione poteva essersi volontariamente allontanata e tra l'altro, senza la confessione del tizio in questione, anche fosse già stato ritrovato il cadavere, comunque non sarebbe stato sufficiente per accusarlo di omicidio. Ma il "bobbolo di Tuitter" aveva già emesso la sua sentenza: Antonio Impagnatiello è colpevole. Così che quando poi stamattina lui ha effettivamente confessato, molti sono stati ben felici di forzare tutta la propria fantasia e riempirmi di insulti e di minacce, quasi come se non aspettassero altro che avere l'ennesimo "maschio bianco ed etero" da impalare al pubblico ludibrio.
Chi vuole avere uno spaccato di cosa sia diventato oggi il progressismo italiano tra femministe isteriche e femminei maschi gamma (altro che beta) che ne assecondano le isterie, nella vana speranza di una carezzina, autorazzisti italici e suprematisti neri - tutta gente che poi hashtagga compulsivamente "odiare ti costa" - può, anche da non iscritto, farsi un giro nel mio tweet incriminato che è il penultimo (il profilo è @FrancoMarinoLGI) e vedere le carinerie che mi stanno riservando. Che se io non avessi niente di meglio da fare nella vita, le avrei già messe in un collage da portare ad una caserma per denunciare uno per uno chi se ne è reso protagonista.
Ma è soprattutto uno spaccato di cosa accadrebbe in questo paese se a questa gente fossero dati pieni poteri.
Twitter è uno di questi. E' successo che ieri una ragazza, tale Giulia Tramontano, era sparita, dopo aver scoperto, incinta, di essere stata tradita da un uomo, tale Antonio Impagnatiello, con una che a sua volta messa incinta da lui.
Ho scritto il seguente tweet: "Tutto quello che sto leggendo su Giulia Tramontano mi rende felice di vivere in uno stato di diritto e non nello stato digitale di Twitter. Avete già deciso che Giulia sia stata uccisa e che il colpevole debba essere, per forza, il fidanzato, in quanto fedifrago. Mi fate paura". E l'ho scritto in un momento in cui non si sapeva nulla. La ragazza in questione poteva essersi volontariamente allontanata e tra l'altro, senza la confessione del tizio in questione, anche fosse già stato ritrovato il cadavere, comunque non sarebbe stato sufficiente per accusarlo di omicidio. Ma il "bobbolo di Tuitter" aveva già emesso la sua sentenza: Antonio Impagnatiello è colpevole. Così che quando poi stamattina lui ha effettivamente confessato, molti sono stati ben felici di forzare tutta la propria fantasia e riempirmi di insulti e di minacce, quasi come se non aspettassero altro che avere l'ennesimo "maschio bianco ed etero" da impalare al pubblico ludibrio.
Chi vuole avere uno spaccato di cosa sia diventato oggi il progressismo italiano tra femministe isteriche e femminei maschi gamma (altro che beta) che ne assecondano le isterie, nella vana speranza di una carezzina, autorazzisti italici e suprematisti neri - tutta gente che poi hashtagga compulsivamente "odiare ti costa" - può, anche da non iscritto, farsi un giro nel mio tweet incriminato che è il penultimo (il profilo è @FrancoMarinoLGI) e vedere le carinerie che mi stanno riservando. Che se io non avessi niente di meglio da fare nella vita, le avrei già messe in un collage da portare ad una caserma per denunciare uno per uno chi se ne è reso protagonista.
Ma è soprattutto uno spaccato di cosa accadrebbe in questo paese se a questa gente fossero dati pieni poteri.
Leggete cosa mi stanno scrivendo e ditemi se mettere a tacere questa gentaglia non debba essere una priorità per il futuro.