Ovviamente, sono stato ragazzino anche io e, altrettanto ovviamente, ho fatto tante scemenze e commesso tante ingenuità. La più ricorrente che commettevo era di aspettarmi dal prossimo una lealtà nei miei confronti che lui non soltanto non avrebbe mai avuto, ma anzi lo avrebbe esortato ad essere più sleale. Una volta che capii, definitivamente, la massima di Einstein secondo cui "è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio", ho capito che ci sono persone con cui non c'è proprio da perdere tempo. Sono uscito da comitive che mi palesavano una certa ostilità, ho smesso di inseguire gli umori ballerini di persone che si comportavano male con me, in sostanza ho smesso di chiedermi il perché di cose che a me sembravano illogiche e, soprattutto, ho capito che esistono persone con livelli di sensibilità diversi dal mio.

Come è noto ai miei lettori, un paio di giorni fa ho scritto che mi dispiace profondamente di ciò che sta passando la Murgia. Ciò che non ho detto, è che mi sono sentito di mandarle un'email nella quale le auguravo di riprendersi quanto prima. Il tono dell'email era nel mio stile: franco e schietto. E c'era una ragione. Non volevo che la Murgia pensasse di avere a che fare con un tardivo fan. Perché io un suo fan non lo sono stato, non lo sono e non lo sarò mai. E dunque non volevo che vedesse nella mia email un tentativo untuoso di amicare con lei che a me non interessa come probabilmente non interesserebbe a lei.
Le ho manifestato la mia solidarietà, le ho detto che mi dispiace molto per quello che sta passando e che spero che possa rimettersi presto.
Per ora la risposta è stata una fredda e algida email automatica (nel senso che non ha risposto lei ma un bot di intelligenza artificiale) dove, con tono da VIP, scrive che non può rispondere. Sono passati del resto tre giorni e può darsi che sia ancora presto. Ma da come la Murgia ha irriso i coccodrilli sulla sua morte, posso dare abbastanza per scontato che non risponderà. O che mi risponderà in maniera ostile. E a questo, posso sopravvivere.

Quello che invece a me fa schifo è ciò che è avvenuto dopo. La Murgia che faceva sarcasmo su chi le ha scritto, la Lucarelli che ci accusava in massa di odiarla - senza nemmeno chiedersi se le ostilità che la Murgia si è cattivata in questi anni, ferma restando la condanna per gli insulti gratuiti, non avesse una sua ragione di fondo - e altri ancora che moralizzavano contro quelli che le hanno manifestato la solidarietà.
E allora signori miei belli non ve ne va bene una. Da mane a sera passate il tempo a criminalizzare sull'odio social, ad attaccarvi a qualsiasi scorreggia fuori posto da parte poi di chi? Di qualche disagiato. Denunciate qualsiasi virgola fuori posto, appellandovi al fatto di far parte di un gruppo di potere. Dossierate qualsiasi persona che vi manifesti ostilità, sputtanando i particolari più imbarazzanti della sua vita privata. Poi che succede? Che gli stessi che l'hanno criticata e che l'hanno irrisa, scrivono che gli dispiace che la Murgia stia morendo e allora siamo ipocriti? Fate una cosa. Dateci un manuale e diteci come ci dobbiamo comportare. Fate prima, no?

Ma qual è in fondo il problema? Non è la solidarietà per la Murgia ma il fatto che a questa gente facciamo schifo noi che non ci beviamo le loro imposizioni culturali. Esiste un autentico pregiudizio nei confronti di chiunque contesti la Murgia. Banale conclusione, certo, non scopro l'acqua calda. Con gente come noi, non bisogna parlare. Bisogna escluderla da ogni consesso civile, emarginarla, ghettizzarla. E, ne siamo certi, se si verificasse l'occasione, per questa gente dovremmo pure essere ammazzati.
E dunque questi signori, che scrivono "odiare ti costa", che criminalizzano l'odio, in realtà ne sono gli sponsor più accaniti. Perché nel momento in cui si scrive che manifestare empatia nei confronti di una persona significa essere ipocriti, la conseguenza inevitabile mi pare chiara: vogliono la guerra, l'odio, un clima di insulti, da cui casomai pure trarre il terreno fertile per qualche remunerativa querela.
E che la mentalità di questa gentaglia sia questa, lo vediamo da un "illuminante" articolo di Gramellini il quale, nel ricordarci che "il mondo che difendiamo noi è volato via col vento" (sottinteso, noi tradizionalisti) aggiunge che "dobbiamo uscire fuori da questo mondo con le mani in alto". Tradotto, loro sono armati e se non usciamo, ci ammazzano. Per chi conosce il concetto di "scrittura reticente" di Strauss, penso che non ci sia altro da soggiungere.

Ecco, di fronte ad un'umanità che regola le manopole della compassione sull'appartenenza politica e che dai pulpiti impersonali, vuoti, freddi di organismi di burocrazie sovranazionali o più banalmente dai tavolini di un giornale, da anni ammannisce a una platea spesso estasiata oscure facezie e sorridenti minacce, non so se provare più nausea o più paura. Mi viene da vomitare. E credevo di avere lo stomaco di ferro. Le persone che sanno di morire o che quantomeno vi siano possibilità che possa accadere a breve, rielaborano completamente la propria scala di priorità. Di fronte ad un avversario dialettico che tuttavia mi manifestasse dispiacere per una mia malattia dalla prognosi infausta, dimenticherei ogni singolar tenzone e lo abbraccerei. Loro moriranno con la parola fascismo in bocca, come se poi alla fine non ci si ritrovasse tutti, fascisti e antifascisti, vaccinati e non vaccinati, putiniani o zelenskiani, nella stessa destinazione: una tomba dove finire a fare i vermi, un'urna nella quale vedere le nostre ceneri bruciare e, per chi ci crede, un paradiso nel quale ridere di tutte queste fesserie.
Non mi pento certo di essermi augurato che la Murgia guarisca, di averglielo augurato in pubblico e in privato. Ma questa vicenda ha confermato, una volta di più, quanto sia bellissimo non essere come lei e soprattutto come la mafia intellettuale di cui fa parte.

Comments

Altrettanto felice quanto te. Sono talmente nauseato da tutto ciò che non vedo l'ora che le mie ceneri riposino tranquille nella loro brava urna. Non se ne esce più.
 
Konrad Lorenz nel suo meraviglioso "L'anello di re Salomone" coniò il termine "imprinting" per definire l’insieme dei condizionamenti ( letteralmente delle ‘impronte’ ) che tutti noi ci portiamo dentro dalla nascita fino ai primi anni di vita. Evidentemente la tua fiducia nella lealtà del prossimo deriva da un'educazione e un ambiente famigliare in cui questo comportamento era molto importante. Altri hanno altri "imprinting" diversi che condizionano il rapporto col mondo. Tutti vinciamo e perdiamo perché siamo nati così. Tutti siamo felici o infelici perché siamo così. Tutti siamo illusi e delusi perché siamo nati così. Ovvio che sei diverso dalla categoria "mafia intellettuale". Io per esempio, ho avuto genitori assenti e sono cresciuta con "tate" stronze dalle quali dovevo difendermi. Quindi non mi sono mai fidata di nessuno né ho mai pensato che a un mio favore dovesse corrispondere un riconoscimento. Tantomeno provo empatia per chi ha un problema, anche di salute dato che nessuno si é mai preoccupato dei miei problemi. Quindi non mi interessa la Murgia ed i suoi problemi per cui non avrei scritto nessuna email. Anch'io sono contenta di essere diversa.
 
Franco,
Lei è sempre troppo buono...
e mille passi avanti a tutti...
Non avrei augurato nè guarigione, nè morte...
Nè in pubblico, nè in privato...
È solo un qualcosa che non esiste...
le persone inutili non servono a questo mondo, che è in continuo conflitto col bene e col male...
Mancano i "moderatori"...
"gli illuminati"...
Persone "integre" , che possano segnare un percorso sano, concreto ed accettabile, nel bene e nel male...
Gli "esaltati" creano schiere di disadattati, di incontrollabili odiatori ed anche di arroganti presuntuosi, fidantesi solo del loro verbo, solo della loro mente...
credono nella verità, la LORO , come unico ed assoluto verbo a cui affidarsi...
Sono una terribile minaccia per la incolumità e l'equilibrio, morale e sociale, di ciascun individuo...
Siamo nati " liberi " e liberi dovremmo crescere e morire, con o senza cancro, con o senza murge e gramellini vari...
Ognuno dovrebbe essere messo nella condizione di vivere il proprio io con le proprie capacità... senza, però, invadere, offendere, esaltare, invidiare, copiare e/o prostrarsi all'io dell'altro...
altro che intelligenza artificiale!... 🤐
 
Mi dispiace che tu ci sia rimasto male ma, per quanto nobile fosse la tua intenzione, è stato come dare le famose perle ai porci. Non farlo più. Ti puoi dispiacere dentro di te ma di fronte a loro sii algido. Come i soldati, che non fanno tante cerimonie.... Loro, i nemici, sono nella trincea opposta. Costa fatica... uno sforzo immenso, per la brava gente come noi, non avere pietà. Ma questo è.
 
Io ho preso la decisione di non sprecare neppure una parola per quella persona. E non vedo alcun motivo per non attenermici. Il tumore lo abbiamo vissuto in famiglia, e non ho ricevuto UNA parola di solidarietà dai cosiddetti amici, figuriamoci dall'esercito di replicanti assatanati che si credono l'avanguardia del Bene sulla terra, e che quindi ci considerano il Male. La malattia è una questione personale, c'è chi di fronte alla Morte recupera la dignità e il decoro, e chi riesce pure a sbragarsi peggio di prima. Questo è il secondo caso.
 
Forse non c'entra ma in questi giorni sulla rai trasmettono una serie che si intitola Non odiare,attore principale Alessandro Gassman....e qui mi fermo....
 

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Franco Marino
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