Esiste un pregiudizio sulla povertà che, secondo molti, è il momento in cui si ritrova quell'umanità che il denaro in abbondanza fa smarrire. Personalmente, l'ho sempre trovata una scemenza. Quando si è ricchi o quantomeno benestanti, si ha tempo a sufficienza per occuparsi di chi sta peggio di noi, mentre il povero non ha altra preoccupazione se non far quadrare i propri miseri conti. Quando l'umanità lotta per sopravvivere non esiste altra preoccupazione che questa. Se, invece, le scorte sono abbondanti e si crede che non si esauriranno mai, ci si accanisce a dibattere di temi ridicoli, attorno ai quali si sviluppano guerre di religione tra persone che, non avendo nulla da fare, si occupano di fesserie che non le riguardano minimamente. Un esempio lo si vede per esempio nella trattazione di argomenti futili come le dichiarazioni di Lollobrigida sulla sostituzione etnica. Il punto non è che l'argomento in sé non sia serio (tutt'altro) ma che quando sei il ministro di un governo che finora si è mostrato completamente supino di fronte alla potenza geopolitica che più di tutte ha destabilizzato l'Africa, non ha il minimo senso discuterne. Ma non c'è niente da fare: un gruppo nutrito di perdigiorno si indignano perché Lollobrigida osa pronunciare l'espressione "sostituzione etnica" come se ogni giorno non assistessimo ad uno stucchevole antirazzismo che in realtà è suprematismo nero e razzismo antibianchista, e come se la cosa si potesse risolvere a valle e non a monte.
Le guerre di religione hanno, infatti una caratteristica: non produrre mai conseguenze definitive. Cioè dire, io voglio capire che vi sia una diatriba per esempio tra apologeti del vaccino contro i non vaccinati. Ma allora perché non risolvere il tutto con una bella guerra dove gli uni sopprimono gli altri? Invece l'obiettivo è tenere la massa in costante adrenalina, dividendola in fazioni di fanatici. Quello dell'orsa in Trentino è il classico argomento futile sul quale nessuna persona che non sia direttamente coinvolta si sentirebbe di dover prendere posizione come se la questione la riguardasse personalmente. Posso capire che l'argomento riguardi gli abitanti del posto. Ma devo confessare che quando vedo accanirsi persone che vivono in casermoni immersi in centri abitati inquinatissimi, usando smartphone ottenuti attraverso la lavorazione di materie prime ottenute devastando l'ambiente, non riesco a trattenere una certa divertita ilarità. Quando per esempio leggo argomentazioni del tipo "L'orsa è colpevole solo di aver fatto l'orsa", mi verrebbe voglia di rispondere che "un uomo è stato ammazzato perché colpevole solo di aver fatto l'uomo". Ma so che mi sentirei rispondere con l'ennesimo papiello misantropico sull'uomo bestia colpevole di tutto.
Per il resto, l'unica posizione razionale è di chi, avendo ogni giorno a che fare con gli animali, sa benissimo che, nonostante tonnellate di cartoni di Walt Disney, gli animali, salvo alcune specie di pappagalli, non parleranno mai e non saranno mai antropomorfi. Se si esce dalla dimensione favolistica, si scoprirà che le leggi della natura nelle quali si muove un gatto, sono così spietate che farebbero ampiamente rivalutare l'umanità. Lo sa chi ogni giorno vede nel suo giardino le gatte abbandonare quei micetti che considerano malati, mentre gli esseri umani sono così cattivi che oggi si preoccupano di un disabile più di quanto si occuperebbero di una persona normale. Del resto, se l'unico problema dell'umanità fosse quello di sopravvivere, di fronte agli animali ci si porrebbe un unico dilemma: sono utili? Sono pericolosi? Se un animale è utile, lo si usa. Il cane, per esempio, è molto utile per la caccia e per la difesa, o anche per la pastorizia. Il cavallo è stato molto importante in passato per il trasporto. Ovini, suini e bovini sono utili chi per la carne, chi per il latte. Poi ci sono animali pericolosi per l'uomo che si affrontano in un unico modo: tenendoli lontani o ammazzandoli. Se, per esempio, l'uomo caccia i lupi e le volpi, non è perché provi un piacere sadico nel farlo. Semplicemente li ammazza perché sono pericolosi per se stesso o per il bestiame grazie al quale si alimenta. Andate a dire ad una famiglia che campa con le proprie galline e con le proprie pecore, che i lupi e le volpi vanno rispettati.
Nessuno sembra rendersi conto che l'obiettivo di queste polemiche è proprio di creare rancori e disunità, senza minimamente attenersi alla questione di fondo: è opportuno lasciar spazio ad un animale potenzialmente pericoloso per l'umanità? Chiunque lotti ogni giorno per sopravvivere e per portare a casa la pagnotta non ha tempo per queste scemenze e di fronte agli animali si pone in un unico modo: o mi servono e allora li allevo, o mi sono indifferenti - perché loro non danno fastidio a me e io non do fastidio a loro - e dunque non ci incontreremo mai e quindi è giusto che campino serenamente, oppure sono pericolosi e allora io li elimino. Se gli animali si riproducono più velocemente del tempo che altri animali, compreso l'uomo, impiegano per ammazzarli, allora meritano di vivere: è il caso delle zanzare che, con buona pace degli animalisti, ogni anno stermino con un sottile piacere e tuttavia ogni anno me le ritrovo addosso. Viceversa è giusto che si estinguano. Che la Terra possa finire se si estinguono gli orsi, è cosa ben lungi dall'essere dimostrata e contro la quale esiste una vasta letteratura di animali estinti, dal dodo al quagga, senza che nessuno oggi ne senta la mancanza.
Le guerre di religione hanno, infatti una caratteristica: non produrre mai conseguenze definitive. Cioè dire, io voglio capire che vi sia una diatriba per esempio tra apologeti del vaccino contro i non vaccinati. Ma allora perché non risolvere il tutto con una bella guerra dove gli uni sopprimono gli altri? Invece l'obiettivo è tenere la massa in costante adrenalina, dividendola in fazioni di fanatici. Quello dell'orsa in Trentino è il classico argomento futile sul quale nessuna persona che non sia direttamente coinvolta si sentirebbe di dover prendere posizione come se la questione la riguardasse personalmente. Posso capire che l'argomento riguardi gli abitanti del posto. Ma devo confessare che quando vedo accanirsi persone che vivono in casermoni immersi in centri abitati inquinatissimi, usando smartphone ottenuti attraverso la lavorazione di materie prime ottenute devastando l'ambiente, non riesco a trattenere una certa divertita ilarità. Quando per esempio leggo argomentazioni del tipo "L'orsa è colpevole solo di aver fatto l'orsa", mi verrebbe voglia di rispondere che "un uomo è stato ammazzato perché colpevole solo di aver fatto l'uomo". Ma so che mi sentirei rispondere con l'ennesimo papiello misantropico sull'uomo bestia colpevole di tutto.
Per il resto, l'unica posizione razionale è di chi, avendo ogni giorno a che fare con gli animali, sa benissimo che, nonostante tonnellate di cartoni di Walt Disney, gli animali, salvo alcune specie di pappagalli, non parleranno mai e non saranno mai antropomorfi. Se si esce dalla dimensione favolistica, si scoprirà che le leggi della natura nelle quali si muove un gatto, sono così spietate che farebbero ampiamente rivalutare l'umanità. Lo sa chi ogni giorno vede nel suo giardino le gatte abbandonare quei micetti che considerano malati, mentre gli esseri umani sono così cattivi che oggi si preoccupano di un disabile più di quanto si occuperebbero di una persona normale. Del resto, se l'unico problema dell'umanità fosse quello di sopravvivere, di fronte agli animali ci si porrebbe un unico dilemma: sono utili? Sono pericolosi? Se un animale è utile, lo si usa. Il cane, per esempio, è molto utile per la caccia e per la difesa, o anche per la pastorizia. Il cavallo è stato molto importante in passato per il trasporto. Ovini, suini e bovini sono utili chi per la carne, chi per il latte. Poi ci sono animali pericolosi per l'uomo che si affrontano in un unico modo: tenendoli lontani o ammazzandoli. Se, per esempio, l'uomo caccia i lupi e le volpi, non è perché provi un piacere sadico nel farlo. Semplicemente li ammazza perché sono pericolosi per se stesso o per il bestiame grazie al quale si alimenta. Andate a dire ad una famiglia che campa con le proprie galline e con le proprie pecore, che i lupi e le volpi vanno rispettati.
Nessuno sembra rendersi conto che l'obiettivo di queste polemiche è proprio di creare rancori e disunità, senza minimamente attenersi alla questione di fondo: è opportuno lasciar spazio ad un animale potenzialmente pericoloso per l'umanità? Chiunque lotti ogni giorno per sopravvivere e per portare a casa la pagnotta non ha tempo per queste scemenze e di fronte agli animali si pone in un unico modo: o mi servono e allora li allevo, o mi sono indifferenti - perché loro non danno fastidio a me e io non do fastidio a loro - e dunque non ci incontreremo mai e quindi è giusto che campino serenamente, oppure sono pericolosi e allora io li elimino. Se gli animali si riproducono più velocemente del tempo che altri animali, compreso l'uomo, impiegano per ammazzarli, allora meritano di vivere: è il caso delle zanzare che, con buona pace degli animalisti, ogni anno stermino con un sottile piacere e tuttavia ogni anno me le ritrovo addosso. Viceversa è giusto che si estinguano. Che la Terra possa finire se si estinguono gli orsi, è cosa ben lungi dall'essere dimostrata e contro la quale esiste una vasta letteratura di animali estinti, dal dodo al quagga, senza che nessuno oggi ne senta la mancanza.
Tutto il resto, sono questioni stupide che non meritano nemmeno di essere dibattute. Se esiste un'umanità che dà più importanza alla vita di un'orsa che a quella di un essere umano, è perché tanta gente ha tempo da sprecare in questioni che, in una circostanza storica diversa, avrebbero visto indifferente qualsiasi persona normale. E' certo che bisogna preoccuparsi di non uccidere troppi animali, di non pescare troppi pesci, di non maltrattare l'ambiente, ma per una ragione molto semplice: se mangiamo troppo cibo e inquiniamo i nostri spazi, poi non abbiamo cosa mangiare e dove vivere. Questo è l'unico approccio razionale alla faccenda di chi, dovendo ogni giorno portare a casa la pagnotta, non ha tempo per queste fesserie. Del resto, se io me ne sto occupando in questo articolo non è perché a me interessino vicende come questa, ma perché attraverso questa storia realizzo sempre più, ogni giorno, la fuffizzazione di una nazione che quando conoscerà davvero la miseria - e ci andiamo dritti filati - forse capirà che questi sono problemi di persone che non hanno di meglio da fare e credono di avere tanto tempo a disposizione. Il risveglio, in tal senso, sarà durissimo.