Le televisioni giornalmente ci inondano di figure che, quando parlano, paiono uscite dall'uovo di Pasqua o dai baci Perugina. In realtà, la persona accorta scopre ben presto l'aurea regola che i politici sono tutti mediamente una ciurma di criminali, chi più chi meno. Tanto per cominciare, il loro ego pronunciato - tipico di TUTTI i politici - li porta ad avere una vita privata non irreprensibile. Per questo non mi sono sorpreso quando riguardo a Berlusconi uscì fuori tutto il casino di Ruby e compagnia. Quell'uomo non sarebbe arrivato dove è arrivato, senza un ego tale da fargli fare anche le scemenze che lo avrebbero rovinato, e che io oggi, da questo modesto pulpito, gli rimprovero, e non perché me ne freghi qualcosa della minore età di Ruby - che non era certo un'agnellina - ma semplicemente perché si è reso ricattabile. Poi c'è chi ha l'abilità di non rendersi bersagliabile dagli scherani del moralismo e, proprio per questo, dura più a lungo. Ma chiunque abbia frequentazioni col potere sa che, dappertutto, in qualsiasi posto di potere, girano droga e donnine allegre in quantità che definiremmo industriali.
Anche per questo non riesco a sconvolgermi delle voci che stanno fuoriuscendo su Giovanni Paolo II. Sì, effettivamente qualcuno può rimanere scioccato al pensiero di un uomo che mentre sparge parole alate dalle santissime finestre di San Pietro, possa avere una vita privata disinvolta e anche commettere qualche crimine. Ma è uno choc dal quale ci si riprende in fretta non appena si realizza che il Papa non è soltanto il capo della cristianità ma anche il monarca assoluta di un'entità politica a tutti gli effetti. Con una particolarità unica in tutte le monarchie assolute: ci arriva per via elettiva, non ereditaria. Dunque il Papa ha un potere pressoché assoluto, al quale - sebbene formalmente possa essere eletto anche un curato di campagna o addirittura un laico - può accedere solo se prima è anche un cardinale. E i cardinali come arrivano a quei livelli? In forza di un potere personale che si costruisce ungendo meccanismi e commettendo dei crimini.
Questo non significa che io ritenga Giovanni Paolo II, buonanima, colpevole di qualcosa di strano in merito alla vicenda di Manuela Orlandi. Dico soltanto che se davvero nel caso di quella ragazza c'è davvero il coinvolgimento di Woityla come molti stanno ipotizzando, intanto è un segreto di Pulcinella, dato che da quarant'anni le malelingue le attribuiscono una liason col Papa, tanto che nel paesino della Valtiberina dove ho vissuto per molti anni, sede di molte lobby cattoliche, nel dialetto locale era definita da elementi della curia "la citta del Papa" (la fidanzata del Papa). E poi perché soltanto i fessi si scandalizzano delle schifezze ai vertici del potere. Il Papa è, solo formalmente, il capo della cristianità. Nella pratica, è il capo di uno Stato che, per poter rimanere integro, deve ricorrere, se necessario, anche al crimine più disparato, che sia il ladrocinio o l'omicidio. E rimane comunque un uomo. Uno che può fare, nello stesso momento, cose meravigliose per il suo paese e avere una vita privata di cui vergognarsi. Last but not least, fin quando si rimane alle voci, contano per l'effettivo valore che hanno le parole: zero. Ancor meno se si considera che dalla morte di Giovanni Paolo II sono passati quasi vent'anni e che anche se emergessero ombre tali da offuscarne la figura, la valutazione del suo ruolo di capo politico rimarrebbe intatta, nel bene come nel male.
Le persone, quando parlano politica, non vogliono rassegnarsi al fatto che le mani rimangono pulite soltanto fin quando rimangono ben ancorate in tasca.
Anche per questo non riesco a sconvolgermi delle voci che stanno fuoriuscendo su Giovanni Paolo II. Sì, effettivamente qualcuno può rimanere scioccato al pensiero di un uomo che mentre sparge parole alate dalle santissime finestre di San Pietro, possa avere una vita privata disinvolta e anche commettere qualche crimine. Ma è uno choc dal quale ci si riprende in fretta non appena si realizza che il Papa non è soltanto il capo della cristianità ma anche il monarca assoluta di un'entità politica a tutti gli effetti. Con una particolarità unica in tutte le monarchie assolute: ci arriva per via elettiva, non ereditaria. Dunque il Papa ha un potere pressoché assoluto, al quale - sebbene formalmente possa essere eletto anche un curato di campagna o addirittura un laico - può accedere solo se prima è anche un cardinale. E i cardinali come arrivano a quei livelli? In forza di un potere personale che si costruisce ungendo meccanismi e commettendo dei crimini.
Questo non significa che io ritenga Giovanni Paolo II, buonanima, colpevole di qualcosa di strano in merito alla vicenda di Manuela Orlandi. Dico soltanto che se davvero nel caso di quella ragazza c'è davvero il coinvolgimento di Woityla come molti stanno ipotizzando, intanto è un segreto di Pulcinella, dato che da quarant'anni le malelingue le attribuiscono una liason col Papa, tanto che nel paesino della Valtiberina dove ho vissuto per molti anni, sede di molte lobby cattoliche, nel dialetto locale era definita da elementi della curia "la citta del Papa" (la fidanzata del Papa). E poi perché soltanto i fessi si scandalizzano delle schifezze ai vertici del potere. Il Papa è, solo formalmente, il capo della cristianità. Nella pratica, è il capo di uno Stato che, per poter rimanere integro, deve ricorrere, se necessario, anche al crimine più disparato, che sia il ladrocinio o l'omicidio. E rimane comunque un uomo. Uno che può fare, nello stesso momento, cose meravigliose per il suo paese e avere una vita privata di cui vergognarsi. Last but not least, fin quando si rimane alle voci, contano per l'effettivo valore che hanno le parole: zero. Ancor meno se si considera che dalla morte di Giovanni Paolo II sono passati quasi vent'anni e che anche se emergessero ombre tali da offuscarne la figura, la valutazione del suo ruolo di capo politico rimarrebbe intatta, nel bene come nel male.
Le persone, quando parlano politica, non vogliono rassegnarsi al fatto che le mani rimangono pulite soltanto fin quando rimangono ben ancorate in tasca.