Ci sono teorie facili da capire. Il comunismo, per esempio, lo capisco: qual è il fondamento di quella dottrina? Che se aboliamo la proprietà privata e il plusvalore, il mondo sarà felice: sul piano teorico. Perché, nella pratica, questa dottrina ha portato alla miseria ovunque sia stata applicata, ma questo è un altro discorso. Il senso di questa premessa è che si sa esattamente cosa sia il comunismo, nel bene e nel male. Di esso si potrebbe dare una definizione non dissimile da quella che alcuni medici danno quando un paziente muore durante un'operazione: l'intervento è perfettamente riuscito ma sono subentrate delle complicazioni e il paziente è morto.
Poi ci sono dottrine che non riesco a capire minimamente: l'anarchismo è una di queste. Sì, certamente mi è chiara la definizione del Devoto Oli: dottrina sociale e politica che propugna l'abolizione dell'autorità costituita e accentrata, nonché di ogni forma di costrizione esterna. Ma proprio questo è il punto: come si raggiunge questo sistema? Qui gli anarchici non sanno cosa rispondere. E dunque siamo di fronte ad una dottrina a cui manca non solo la pratica ma pure la teoria. Infatti, almeno il comunismo si è tentato di applicarlo, provocando milioni di morti, ma nessuno è mai riuscito ad applicare l'anarchismo.
Alla base del fascino esercitato dall'anarchia vi sono essenzialmente due fattori dettati dall'ignoranza: il primo è l'idea che essa sia una grande ricreazione nella quale poter fare i propri comodi, e la seconda è la convinzione che lo Stato sia un abusivo che si impone su una popolazione che altrimenti vivrebbe felice e beata. Questa convinzione non tiene conto di una realtà ineludibile: gli animali sociali TUTTI si costituiscono in un gruppo con un capobranco che, in virtù della maggiore forza, impone i suoi voleri al resto della banda, la quale lo segue volentieri nella convinzione che sia molto meglio sottomettervisi che ribellarsi. Gli esseri umani, essendo animali sociali, si organizzano in comunità, col risultato di entrare in conflitto con altre comunità che occupino un determinato territorio nel quale tuttavia emerge una comunità in grado di imporsi sulle altre: ed ecco lo Stato.
Questo spiegone etologico serve proprio ad indicare che lo stato nasce perché insito nella natura umana, nel bisogno di appartenere ad una comunità. E' un problema che il gatto non si pone: essendo un animale solitario, non ha bisogno di appartenere ad un gruppo per sopravvivere, ed eccolo dunque bisticciare ogni giorno, a colpi di unghiate e feroci "ruggiti" con altri gatti maschi che certamente non vogliono condividere con lui cibo e femmine.
In sostanza, l'errore insito nell'anarchismo è di ritenere artificiale qualcosa che non solo è umano ma è tipico di tutti gli animali sociali, ossia l'istinto di consacrarsi ad un capo che, certo, del proprio potere ne abuserà, ma che nel frattempo tiene unito il gruppo, proteggendolo. Va da sè che la posizione di quel capo non è eterna e verrà naturalmente soppiantato da un maschio alfa più giovane e forte. E va da sé che è perfettamente naturale che di fronte ad un capo tirannico, sia necessario ribellarsi. Ma sono vere anche altre due cose: il regime anche il più autoritario non sarebbe possibile senza il consenso della comunità e, anche a volerlo rovesciare, il giorno dopo si deve avere un capo "pronto per l'uso" e dunque uno stato in grado di subentrare quello precedente.
Anche per questo, non mi interessa la polemica attorno a Cospito, che per come la vedo io è solo un povero idiota a cui andrebbe data una sorta di infermità speciale: l'infermità politica. Ma questa non esiste. E chi si chiede se sia giusto tenere al gabbio un signore che fondamentalmente non ha mai commesso omicidi, dimentica che il 41-bis, nella sua - non del tutto a torto - contestata fattispecie, è nato proprio in un momento storico ben preciso, ossia la guerra dichiarata dalla mafia allo Stato. Poi certamente Cospito non è Matteo Messina Denaro, ma contro chi si propone ideologicamente di sovvertire le istituzioni e che ha già dato ampia prova delle proprie capacità delinquenziali - per le quali è stato finanche graziato da Cossiga tanti anni fa - è normale che lo Stato si difenda cercando quanto più possibile di renderlo inoffensivo. Ma questa non è materia su cui voglio esprimermi.
Poi ci sono dottrine che non riesco a capire minimamente: l'anarchismo è una di queste. Sì, certamente mi è chiara la definizione del Devoto Oli: dottrina sociale e politica che propugna l'abolizione dell'autorità costituita e accentrata, nonché di ogni forma di costrizione esterna. Ma proprio questo è il punto: come si raggiunge questo sistema? Qui gli anarchici non sanno cosa rispondere. E dunque siamo di fronte ad una dottrina a cui manca non solo la pratica ma pure la teoria. Infatti, almeno il comunismo si è tentato di applicarlo, provocando milioni di morti, ma nessuno è mai riuscito ad applicare l'anarchismo.
Alla base del fascino esercitato dall'anarchia vi sono essenzialmente due fattori dettati dall'ignoranza: il primo è l'idea che essa sia una grande ricreazione nella quale poter fare i propri comodi, e la seconda è la convinzione che lo Stato sia un abusivo che si impone su una popolazione che altrimenti vivrebbe felice e beata. Questa convinzione non tiene conto di una realtà ineludibile: gli animali sociali TUTTI si costituiscono in un gruppo con un capobranco che, in virtù della maggiore forza, impone i suoi voleri al resto della banda, la quale lo segue volentieri nella convinzione che sia molto meglio sottomettervisi che ribellarsi. Gli esseri umani, essendo animali sociali, si organizzano in comunità, col risultato di entrare in conflitto con altre comunità che occupino un determinato territorio nel quale tuttavia emerge una comunità in grado di imporsi sulle altre: ed ecco lo Stato.
Questo spiegone etologico serve proprio ad indicare che lo stato nasce perché insito nella natura umana, nel bisogno di appartenere ad una comunità. E' un problema che il gatto non si pone: essendo un animale solitario, non ha bisogno di appartenere ad un gruppo per sopravvivere, ed eccolo dunque bisticciare ogni giorno, a colpi di unghiate e feroci "ruggiti" con altri gatti maschi che certamente non vogliono condividere con lui cibo e femmine.
In sostanza, l'errore insito nell'anarchismo è di ritenere artificiale qualcosa che non solo è umano ma è tipico di tutti gli animali sociali, ossia l'istinto di consacrarsi ad un capo che, certo, del proprio potere ne abuserà, ma che nel frattempo tiene unito il gruppo, proteggendolo. Va da sè che la posizione di quel capo non è eterna e verrà naturalmente soppiantato da un maschio alfa più giovane e forte. E va da sé che è perfettamente naturale che di fronte ad un capo tirannico, sia necessario ribellarsi. Ma sono vere anche altre due cose: il regime anche il più autoritario non sarebbe possibile senza il consenso della comunità e, anche a volerlo rovesciare, il giorno dopo si deve avere un capo "pronto per l'uso" e dunque uno stato in grado di subentrare quello precedente.
Anche per questo, non mi interessa la polemica attorno a Cospito, che per come la vedo io è solo un povero idiota a cui andrebbe data una sorta di infermità speciale: l'infermità politica. Ma questa non esiste. E chi si chiede se sia giusto tenere al gabbio un signore che fondamentalmente non ha mai commesso omicidi, dimentica che il 41-bis, nella sua - non del tutto a torto - contestata fattispecie, è nato proprio in un momento storico ben preciso, ossia la guerra dichiarata dalla mafia allo Stato. Poi certamente Cospito non è Matteo Messina Denaro, ma contro chi si propone ideologicamente di sovvertire le istituzioni e che ha già dato ampia prova delle proprie capacità delinquenziali - per le quali è stato finanche graziato da Cossiga tanti anni fa - è normale che lo Stato si difenda cercando quanto più possibile di renderlo inoffensivo. Ma questa non è materia su cui voglio esprimermi.
Quello che so è che si può contestare anche durissimamente uno stato, ritenendolo ingiusto e autoritario. Si può anche combatterlo. Ma sapendo che non esiste stato e in generale comunità umana e animale che non si fondi sulle meschinità e sulle miserie dei singoli individui e soprattutto che l'architettura del sistema nervoso umano quella è. E non cambia. Vale per l'anarchismo, vale per il comunismo, vale per qualsiasi dottrina che sogni un uomo diverso da quello che Madre Natura ha donato al pianeta Terra. E che si risolve puntualmente in oceani di sangue e nel compatimento di un imbecille che rischia di passare il resto dei suoi giorni in un luogo dove la gerarchia c'è eccome. Si chiama carcere.