Se non fosse il meraviglioso sport che è e non avessi imparato ad amarlo tramite mio padre, il tennis avrebbe tutti i requisiti per essere da me odiato. Sport tendenzialmente da fighetti e conformisti, politicamente corretto a gogò, gli stessi coretti scemi, le dichiarazioni di circostanza. Djokovic poi non mi era mai stato simpatico né come tennista né come persona. Tutte le volte che un tennista ci giocava contro, tifavo regolarmente per l'avversario. Non mi piaceva il suo tennis molto cerebrale e poco spettacolare. Non mi piacevano i suoi trucchetti psicologici per mettere in difficoltà gli avversari. Non gradivo particolarmente i suoi sketch molto studiati e poco spontanei.
Non mi era: tempo imperfetto. Perché lo sport non è soltanto il rimbalzare di palline e palloni ma anche significato sportivo. E la sua guerra contro il Leviatano Sanitario Globale fino a rinunciare a partecipare lo scorso anno a tornei che avrebbe vinto a man bassa, è la guerra di chiunque - sia esso sportivo o no, amante del tennis o meno - ha deciso di non obbedire al padrone siringante.
Oggi quindi sono un tifoso di Djokovic. Che continua a non essere il mio tennista preferito. Ma che è divenuto l'ideale sportivo di chiunque non si sia rassegnato alla tracotanza della tirannia mondiale, figlio com'è di una gloriosa terra, la Serbia, tra le prime vittime dell'arroganza occidentale e ovviamente stramaledetta come chiunque non suoni la musica di Wall Street.
Non mi era: tempo imperfetto. Perché lo sport non è soltanto il rimbalzare di palline e palloni ma anche significato sportivo. E la sua guerra contro il Leviatano Sanitario Globale fino a rinunciare a partecipare lo scorso anno a tornei che avrebbe vinto a man bassa, è la guerra di chiunque - sia esso sportivo o no, amante del tennis o meno - ha deciso di non obbedire al padrone siringante.
Oggi quindi sono un tifoso di Djokovic. Che continua a non essere il mio tennista preferito. Ma che è divenuto l'ideale sportivo di chiunque non si sia rassegnato alla tracotanza della tirannia mondiale, figlio com'è di una gloriosa terra, la Serbia, tra le prime vittime dell'arroganza occidentale e ovviamente stramaledetta come chiunque non suoni la musica di Wall Street.
Dunque è un fratello per cui tifare. Sempre.