Non credo che capitasse solo a me, perché l'ho visto fare anche da altre mamme. Quando ero piccolo e passeggiavo per strada, se mi avvicinavo a qualcosa che potesse essere sporco e/o nocivo e/o pericoloso, mia madre certamente non è che mi spiegasse le proprietà malefiche di quel qualcosa, ma mi diceva sbrigativamente "Via di lì, è cacca, è cacca". Un bambino certamente non avrebbe capito dotte spiegazioni chimiche, ma di fronte alla parola "cacca", avrebbe capito al volo che era qualcosa che non si dovesse toccare. E' pensando a quanto sopra che in questi giorni assisto, in uno strano misto tra incazzatura e amaro divertimento, all'ennesima crociata contro un alimento che è un caposaldo della cultura culinaria che è il vino, attraversato anch'esso dalla furia cieca della cancel culture, che non tocca soltanto quello che non possiamo più dire ma anche quello che non si può più bere e mangiare. Sembra di assistere alla mamma che dice "è cancro, è cancro!". Con la differenza che non siamo di fronte alla mamma ma dinnanzi a criminali.

Potrei scrivere l'ennesimo articolo su cosa stia diventando l'Occidente ma sarebbe inutile: perché la cretina che ha detto "urbi et orbi" che il consumo di alcool fa venire il cancro e rimpicciolire il cervello, ha subito visto un'entusiastica adesione di una massa di imbecilli pronti a smettere di bere vino a comando, per bersi scemenze molto più tossiche. Così come potrei far presente il segreto di Pulcinella e cioè che stia per arrivare il conto di un anno di vaccinazioni di massa attraverso valanghe di nuovi casi di tumore e allora si tenti di far passare il principio che la colpa sia del bicchiere di vino o della mozzarella di bufala. Ma anche qui, quando a breve vedremo scatenarsi il fenomeno di cui sopra - perché questo è il motivo per cui si stanno inventando mille cause di morte fino a due anni fa sconosciute - state pur certi che molti daranno la colpa al bicchiere di vino di sera, invece di ribellarsi a questi criminali.
Invece preferisco scrivere un articolo più tecnico, che non deriva dai miei (inesistenti) studi di medicina, ma dall'uso e - consentitemi l'immodestia - dalla capacità di padroneggiare una cosa che è molto più importante di qualsiasi altra disciplina: la logica. E la logica dice tutta una serie di cose che smentiscono non soltanto tre anni di terrorismo sanitario ma mettono sotto processo decenni di storia, in un meccanismo che, se questo popolo fosse dotato di un sano spirito marziale, avrebbe portato milioni di persone ad assediare i palazzi della politica.

Ma andiamo per ordine, partendo proprio dal perché e da come, anche se non si è laureati in medicina, si può riconoscere la puttanata di un medico e in generale di qualsiasi tecnico del mestiere.
Punto primo: stare bene è un equilibrio tra le innumerevoli cause, anche sconosciute, che possono farci ammalare, e la capacità da parte dell'organismo di saperle disinnescare. E il cancro, come in generale qualsiasi malattia, è la rottura di questo equilibrio. Ogni giorno il nostro organismo produce cellule cancerogene che si attivano per una miriade di fattori, il 99% dei quali sono sconosciuti. Fortunatamente, il nostro sistema immunitario - oltre ad altre cause esterne protettive - le disinnesca, impedendo che si sviluppino tumori potenzialmente mortali. Ma questo equilibrio, col passare degli anni, diventa sempre più precario e quindi aumentano le possibilità di sviluppare questi tumori, sebbene per fortuna ci sia anche chi riesce ad arrivare a novant'anni senza alcun tipo di neoplasia. Abbiamo così chiaro un punto: non ammalarsi di cancro dipende da un equilibrio di fattori, così come ammalarsi deriva dalla rottura di questo equilibrio. Sicuramente è possibile, e parlo non solo da non-fumatore ma addirittura da mai-fumatore - quindi da uno che non è sospettabile né di simpatie per il fumo né per i fumatori - che il fumo possa essere un'abitudine che può *contribuire* allo sviluppo del carcinoma polmonare. Ma esistono tantissimi fumatori che non sviluppano nessun tumore e che muoiono tranquilli nel loro letto, così come c'è gente che muore di tumore al polmone senza aver mai fumato una sigaretta, quindi la definizione "fumare fa venire il cancro" è di per sé una cazzata. Per poter arrivare ad un tumore, il fumo non basta, ci vuole altro. Questo ci porta alla domanda: "Il vino fa venire il cancro?". Ora, personalmente vengo da una famiglia di moderati consumatori di un buon vino, che nelle nostre tavolate era sempre presente. E la famiglia di mio padre il vino lo ha sempre prodotto. La madre del mio nonno paterno, amante del vino rosso, è morta a 105 anni, la madre della mia nonna paterna è morta a 99 anni, la mia nonna paterna che non rinunciava mai al suo bicchiere di vino serale (rigorosamente rosso) è morta a 95 anni, il fratello di mio padre non solo è ancora vivo ma a 95 anni va girando per Napoli a piedi: non so se sia merito del Manduria che si fa arrivare dalla Puglia, o dell'Aglianico o della Coda di Volpe che faccio io ogni anno, ma tant'è. Di tutti i fratelli della mamma e del papà di mio padre, non ce n'è uno che sia morto giovane, al punto che di mio nonno, morto a 87 anni (e non di cancro), dicevano "Eh era giovane". Peraltro, non è morto di cancro ma per un ictus fulminante. Insomma vengo da una famiglia, parlo del ramo paterno, di consumatori di vino che tuttavia il cancro non lo ha visto manco in fotografia. Può darsi che se non avessero consumato vino, la mia bisnonna invece di morire a 105 anni sarebbe morta a 110 o 120? Chi lo sa. Certo è che arrivare a 105 anni non mi sembra un traguardo malvagio. E neanche arrivare a 87 a dirla tutta.

Ora, di fronte al fatto che anche solo una persona che beve moderatamente vino o che fuma, non muore di cancro, la notizia "bere vino e fumare fa venire il cancro" perde *COMPLETAMENTE* il suo senso, figurarsi in un paese come l'Italia che ha l'età media più alta d'Europa. Al mio paese "fare una cosa provoca determinate conseguenze" significa che la cosa è automatica, non che si verifica una volta sì e l'altra no, perché in questo caso le cose sono due: o quel fattore non è l'unico (e allora bisogna investigare sugli altri, ma magari questo toccherebbe qualche business) oppure quello stesso fattore che in teoria potrebbe contribuire all'alterazione di un equilibrio da una parte, magari contribuisce al mantenimento di quello stesso equilibrio dall'altra parte. Vedete come messa così la cosa, cambia tutto il quadro?
Il che naturalmente non significa negare la possibilità a priori che il consumo di vino o che il fumo possano stimolare quei meccanismi che attivano un determinato tipo di cancro, ma soltanto che il tutto fa parte di un equilibrio di innumerevoli fattori, in gran parte ancora sconosciuti. Senza contare che non esiste solo il cancro. Il famigerato fumo, per esempio, pare sia un fattore protettivo del Parkinson, così come il vino stesso è un ottimo disinfettante dell'organismo. Tra l'altro, il cancro non è un alieno ma un ammasso di cellule anomale che si nutrono esattamente delle stesse cose di cui si nutrono le cellule sane: zuccheri e sangue. Questo cosa significa? Che se uno volesse azzerare il rischio di tumori dovrebbe rinunciare a cose che sono essenziali anche per le cellule sane oltre a prevenire altre malattie non meno pericolose del cancro.

Naturalmente questo non significa che dovete bere litri di vino e fumare come dannati, ma solo usare la logica, che è la madre e la base di tutte le scienze. Cosa dice la logica? Che se il cancro, come ogni malattia, è - come è - la rottura di un equilibrio, e questo equilibrio diventa molto più sottile e labile col trascorrere degli anni, è del tutto insensato dare la colpa ad una singola causa, ma bisogna lavorare sull'equilibrio in generale. E certamente se ci si sbronza ogni sera o si va oltre il moderato consumo, il vino contribuisce a deteriorare il fegato, ad infiammarlo, ed è noto che le infiammazioni di un organo predispongano all'arrivo del cancro. Così come è possibilissimo che il fumo dia il suo contributo a far ammalare di tumore ai polmoni. Ma un conto è "dia il suo contributo", altro conto è stabilire l'automatismo di una cosa che non è per nulla automatica. Forse chi fuma e si ammala di tumore ai polmoni ha una predisposizione genetica che porta a sviluppare quel tumore e il fumo la accelera. Ma non può essere certo l'unica causa. A provocare quel tumore è la rottura di un equilibrio che, con gli anni, diventa sempre più precario. E' questo quel che non si capisce, del cancro come di altre malattie. La salute è un sottilissimo equilibrio che va preservato ogni giorno, non demonizzando questa o quell'altra causa, ma adottando un generale stile di vita che si compone di cose molto semplici: un peso adeguato, senza fissarsi con la bilancia sia chiaro ma senza neanche dimenticarsela, il (fondamentale e sottovalutato) riposo, una moderata attività fisica e cerebrale, la pace con se stessi e con le persone che ci stanno accanto, soprattutto rassegnandosi all'idea che, quando si invecchia, si muore - con o senza il vino, con o senza la sigaretta - e che alcune malattie mortali sono scritte nel nostro corredo genetico come difetti di fabbricazione.

Ma queste regole di buonsenso si scontrano con gli interessi delle case farmaceutiche le quali, come nella famosa gag di Ficarra e Picone, non guadagnano sulla salute delle persone né sulla loro morte, ma sulla loro agonia. E quando gli interessi delle case farmaceutiche si incrociano con quelli di qualche realtà geopolitica e si scopre che *da anni* i paesi stranieri vogliono colpire il settore alimentare italiano, ecco che molte cose iniziano a tornare. Il matrimonio di affari tra la mafia sanitaria e il pianificazionismo demografico sono il vero cancro che minaccia l'umanità.
Altro che il vino.

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Perfetto. Centrato il problema. Esiste la volontà di privarci del cibo che, per storia e tradizione, ci identifica come popolo e origini. Vale non solo per l'Italia. Vale per tutte le realtà locali del globo. Il vino è uno dei tanti 'alimenti' da sostituire con merda targata coca cola o sprite. Ma i francesi, per esempio, si faranno pisciare in testa dal comitato di Davos/Ue? (Comitato, composto dai soci miliardari noti, che sicuramente avranno fornitissime cantine con bottiglie di alto pregio da stappare alla faccia nostra).
 
Che dire oramai uno si sveglia la mattina e racconta la sua. Commenti senza prove vere scientifiche, costruite ad hoc per toglierci questo o quello. Vorrei dire a questa signora che mio nonno è vissuto fino a 92 anni e beveva vino e fumava sigari. E invece diverse persone conosciute nel corso della mia vita sono morte di cancro ai polmoni pur non avendo mai fumato. Di cosa stiamo parlando. La tua analisi non fa una piega Franco complimenti.
 
Finalmente. Io, che non so neppure che sapore abbia una sigaretta, che trovo fastidioso il fumo altrui e che se fumo un sigaro mi gira la testa come se mi fossi drogato, trovo insopportabile l'isteria anti-fumo che è divenuta anti-fumatori e che si risolve nella limitazione della libertà del singolo di cercare un piacere, cosa che alla fine va a ridurre la qualità della vita di tutti. Come per il vino, che non posso consumare in quantità superiori al calice perché mi dà subito alla testa. Si sta mettendo il naso nella vita privata di alcuni per finire ad influenzare quella di tutti, e ovviamente non è stupidità, ma segue interessi ben precisi. Quello che tu scrivi qui si chiama educazione, quello che ormai fanno i medici, che hanno barattato Ippocrate per un piatto di lenticchie, è terrorismo, disinformazione, mistificazione. Ormai guardo con simpatia chiunque si accende una sigaretta, e trovo romantico chiunque ancora si faccia vedere con un sigaro o una pipa. E chiunque osi criminalizzare l'Aglianico dovrebbe finire in galera.
 
Mi dicono amici che a Valdobbiadene e dintorni patria del Prosecco DOC stiano distribuendo foto della Viola e le stiano appendendo nei vari bar, cantine, ristoranti Se per caso osasse presentarsi in zona credo che la sbertuccerebbero in malo modo.
 

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Franco Marino
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