Una notizia è, per definizione, qualcosa di nuovo, che non si sapeva. Sembra una banalità ma non nell'era in cui interi organi di informazione si fondano sulla copia di notizie già date altrove. In inglese, l'etimologia della parola con cui si traduce "notizia" è "news", cioè qualcosa di nuovo, che prima non si sapeva. E' in questo senso che la "news" del default del debito americano non è una vera news, una notizia: perché che gli americani abbiano un debito che non sono in condizione di ripagare se non facendo appunto altro debito o spennando qualche paese più debole di loro, è cosa nota. Così come è noto che questo default si è già avuto altre volte nella storia americana e si è concluso con un nulla di fatto, in virtù di meccanismi che pochi davvero padroneggiano, anche perché i media non hanno alcun interesse acciocché la gente davvero capisca come funzionino determinate cose. Così proviamo, nel nostro piccolo, a farla noi la chiarezza.
Anzitutto partendo dalla notizia: nessun tribunale fallimentare ha decretato il fallimento americano. Si sta semplicemente assistendo alla classica situazione dell'anatra zoppa che si verifica quando la Casa Bianca perde la maggioranza nelle elezioni di midterm. Come è noto, il Congresso sovrano ha l'ultima parola sulle leggi di bilancio, fissando un tetto specifico per oltrepassare il quale il Presidente deve avere un'approvazione. E se il Congresso è - come è oggi - a maggioranza repubblicana, e il Presidente è democratico, non è difficile intuire, per quest'ultimo, problemi.
Non c'è stato nessun fallimento, semplicemente il Parlamento a maggioranza repubblicana ha bocciato la manovra della Casa Bianca. Per cui chi si aspetta che gli Stati Uniti falliscano per una ragione di questo tipo, si illude, come si vede anche dal fatto che i mercati siano relativamente tranquilli.
Altro punto. Dichiarare fallito qualcuno richiede alcuni elementi costitutivi, giuridici e non: il debitore stesso che dichiari di non essere in grado di pagare il debito, uno o più creditori che abbiano l'interesse di dichiarare insolvente il debitore - e non invece di fargli altri prestiti per poi frattanto impadronirsi dei suoi averi - banche che non siano più disposte a salvare il debitore e soprattutto qualcuno che vada a prendere fisicamente il debitore se fa resistenza. Se il debitore è un povero diavolo, o si cerca di fargli pagare il suo debito in maniera differente e differita (procedura concorsuale) oppure, se proprio non si può fare nulla, gli viene tolto tutto quel che ha per liquidare i creditori, ed è in questo caso che si parla di fallimento.
Ma se il debitore è Matteo Messina Denaro e il creditore non è né lo Stato né una banca ma un povero diavolo, quel debito semplicemente non esiste più: proprio per questo, per dirla con una battuta di Woody Allen, "non è consigliabile investire soldi in un'impresa dove uno dei soci è soprannominato Il Marsigliese".
Chiarito che quello di questi giorni non è un vero fallimento e che in realtà gli Stati Uniti sono falliti non da oggi ma probabilmente da almeno novant'anni, cioè dalla crisi del 1929, la vera domanda è: cosa succederà? Risposta: nulla che segua le logiche dei normali fallimenti. I tribunali hanno un senso se sono espressione del potere di uno stato e se i debitori sono comuni cittadini o aziende piccole e medie. Viceversa, i tribunali internazionali non hanno la minima utilità se ad essere condannato è uno stato in grado di resistere ad una forte sanzione o ad un'invasione da parte del creditore. Se un domani un tribunale internazionale dichiarasse fallita l'Italia, sarebbe chiaro come andrebbe a finire: ci ritroveremmo una pesantissima speculazione che farebbe finire in mutande il paese e, se il governo varasse alcune norme che impedissero la restituzione del debito, ci ritroveremmo invasi dal creditore.
Ma se quel tribunale dichiarasse falliti gli Stati Uniti, nessuno potrebbe farci assolutamente nulla. Gli Stati Uniti non falliranno mai nel senso classico del termine perché non c'è nessuno che abbia la forza di andare a prenderli e soprattutto perché il debito americano ha così tanti creditori che se, per dire, la Cina dichiarasse falliti gli americani, vedrebbero deprezzare il proprio credito, con conseguenze facilmente comprensibili. Dunque nessuno ha non solo l'interesse a dichiarare il fallimento degli americani ma neanche che si faccia chiarezza sull'insostenibilità del sistema economico americano, perché basterebbe questa notizia a svalutare i propri crediti. In sostanza, gli antiamericani che sperano che la Cina faccia fallire gli Stati Uniti, si illudono.
In geopolitica non contano le leggi ma i rapporti di forza. E dunque non esistono i paesi falliti ma quelli che i debiti li pagano anche se non li hanno perché viceversa si ritrovano qualche decina di migliaia di soldati del paese creditore a bombardarli, e quelli che i debiti, grazie ai quali magari hanno costruito armi atomiche, non li pagheranno mai neanche se non saranno mai in grado di pagarli.
L'Italia viene trattata come un paese fortemente debitore ed invece non solo è da molti anni in avanzo primario - ossia al netto degli interessi sul debito, produce più di quel che spende - ma ha un patrimonio immobiliare che è quattro volte superiore al debito pubblico. Ma è un paese debole e si becca le leggi ecologiche che nascondono la volontà da parte dei creditori di impadronirsi delle loro case. Gli Stati Uniti, che hanno un debito astronomico, verranno chiamati a pagarlo soltanto se una completa sconfitta li privasse della possibilità di fare a pezzi i creditori. Ecco perché la Cina non si schiera definitivamente con i russi ed ecco perché quella del fallimento degli Stati Uniti è una non-notizia. Non perché la notizia sia falsa, ma perché nessuno può farci nulla. E certamente non può farci nulla il Congresso.
Anzitutto partendo dalla notizia: nessun tribunale fallimentare ha decretato il fallimento americano. Si sta semplicemente assistendo alla classica situazione dell'anatra zoppa che si verifica quando la Casa Bianca perde la maggioranza nelle elezioni di midterm. Come è noto, il Congresso sovrano ha l'ultima parola sulle leggi di bilancio, fissando un tetto specifico per oltrepassare il quale il Presidente deve avere un'approvazione. E se il Congresso è - come è oggi - a maggioranza repubblicana, e il Presidente è democratico, non è difficile intuire, per quest'ultimo, problemi.
Non c'è stato nessun fallimento, semplicemente il Parlamento a maggioranza repubblicana ha bocciato la manovra della Casa Bianca. Per cui chi si aspetta che gli Stati Uniti falliscano per una ragione di questo tipo, si illude, come si vede anche dal fatto che i mercati siano relativamente tranquilli.
Altro punto. Dichiarare fallito qualcuno richiede alcuni elementi costitutivi, giuridici e non: il debitore stesso che dichiari di non essere in grado di pagare il debito, uno o più creditori che abbiano l'interesse di dichiarare insolvente il debitore - e non invece di fargli altri prestiti per poi frattanto impadronirsi dei suoi averi - banche che non siano più disposte a salvare il debitore e soprattutto qualcuno che vada a prendere fisicamente il debitore se fa resistenza. Se il debitore è un povero diavolo, o si cerca di fargli pagare il suo debito in maniera differente e differita (procedura concorsuale) oppure, se proprio non si può fare nulla, gli viene tolto tutto quel che ha per liquidare i creditori, ed è in questo caso che si parla di fallimento.
Ma se il debitore è Matteo Messina Denaro e il creditore non è né lo Stato né una banca ma un povero diavolo, quel debito semplicemente non esiste più: proprio per questo, per dirla con una battuta di Woody Allen, "non è consigliabile investire soldi in un'impresa dove uno dei soci è soprannominato Il Marsigliese".
Chiarito che quello di questi giorni non è un vero fallimento e che in realtà gli Stati Uniti sono falliti non da oggi ma probabilmente da almeno novant'anni, cioè dalla crisi del 1929, la vera domanda è: cosa succederà? Risposta: nulla che segua le logiche dei normali fallimenti. I tribunali hanno un senso se sono espressione del potere di uno stato e se i debitori sono comuni cittadini o aziende piccole e medie. Viceversa, i tribunali internazionali non hanno la minima utilità se ad essere condannato è uno stato in grado di resistere ad una forte sanzione o ad un'invasione da parte del creditore. Se un domani un tribunale internazionale dichiarasse fallita l'Italia, sarebbe chiaro come andrebbe a finire: ci ritroveremmo una pesantissima speculazione che farebbe finire in mutande il paese e, se il governo varasse alcune norme che impedissero la restituzione del debito, ci ritroveremmo invasi dal creditore.
Ma se quel tribunale dichiarasse falliti gli Stati Uniti, nessuno potrebbe farci assolutamente nulla. Gli Stati Uniti non falliranno mai nel senso classico del termine perché non c'è nessuno che abbia la forza di andare a prenderli e soprattutto perché il debito americano ha così tanti creditori che se, per dire, la Cina dichiarasse falliti gli americani, vedrebbero deprezzare il proprio credito, con conseguenze facilmente comprensibili. Dunque nessuno ha non solo l'interesse a dichiarare il fallimento degli americani ma neanche che si faccia chiarezza sull'insostenibilità del sistema economico americano, perché basterebbe questa notizia a svalutare i propri crediti. In sostanza, gli antiamericani che sperano che la Cina faccia fallire gli Stati Uniti, si illudono.
In geopolitica non contano le leggi ma i rapporti di forza. E dunque non esistono i paesi falliti ma quelli che i debiti li pagano anche se non li hanno perché viceversa si ritrovano qualche decina di migliaia di soldati del paese creditore a bombardarli, e quelli che i debiti, grazie ai quali magari hanno costruito armi atomiche, non li pagheranno mai neanche se non saranno mai in grado di pagarli.
L'Italia viene trattata come un paese fortemente debitore ed invece non solo è da molti anni in avanzo primario - ossia al netto degli interessi sul debito, produce più di quel che spende - ma ha un patrimonio immobiliare che è quattro volte superiore al debito pubblico. Ma è un paese debole e si becca le leggi ecologiche che nascondono la volontà da parte dei creditori di impadronirsi delle loro case. Gli Stati Uniti, che hanno un debito astronomico, verranno chiamati a pagarlo soltanto se una completa sconfitta li privasse della possibilità di fare a pezzi i creditori. Ecco perché la Cina non si schiera definitivamente con i russi ed ecco perché quella del fallimento degli Stati Uniti è una non-notizia. Non perché la notizia sia falsa, ma perché nessuno può farci nulla. E certamente non può farci nulla il Congresso.