Non di rado i potenti sono arroganti e pretenziosi, ma una categoria che generalmente sfugge alla regola è quella dei tycoon, di quelli cioè che si sono "fatti da zero". Due tra i più famosi di questi sono Giulio Cesare (homo novus) e Napoleone che, partiti da zero, sono diventati gli uomini più potenti ciascuno del proprio tempo. Di Cesare si dice sempre che fosse molto gentile e cameratesco con i suoi soldati. Di Napoleone, si narra che prima di ogni battaglia, passasse in rassegna tutti (proprio tutti, e parliamo di decine di migliaia) i suoi soldati, chiacchierando con loro come si parla tra amici, chiedendo loro informazioni sulla loro famiglia. A quel punto dopo aver completato la rassegna, andava su un punto dove la sua voce potesse raggiungere tutti e diceva "Signori: voi siete l'orgoglio della Francia, che vi deve molto. Ma la Francia è povera. Invece i magazzini del nemico sono pieni! Andiamo!!". E i suoi soldati, galvanizzati, acconsentivano con urla di giubilo. Cosa univa questi due personaggi? Un mirabile senso del reale, una grande capacità di sintesi e, soprattutto, la furbizia di apparire uomini molto alla mano. Un'altra qualità è che entrambi avevano un eloquio molto semplice che, non essendoci ovviamente registrazioni audio e video dei loro discorsi, si può riscontrare nelle loro opere letterarie. Al liceo, le versioni di Cesare si traducevano "all'impronta" e anche la lettura di Napoleone, che scrisse un'autobiografia, era semplice anche per chi come il sottoscritto con la lingua francese non è che abbia rapporti semplici.
Cosa c'entra tutto questo con Berlusconi? Beh, fatte le dovute proporzioni spaziotemporali, il Cavaliere è stato un protagonista della sua epoca e, figlio di un direttore di banca e di una casalinga, a modo suo, un impero se l'è costruito anche lui, da zero. Ad un certo momento è stato l'uomo più ricco e potente di questo paese. Qual è il segreto del suo successo? Lascio agli esperti del settore la spiegazione sui fattori professionali che abbiano fatto la differenza. Ma sul piano temperamentale, sembra avere gli stessi pregi di Cesare e Napoleone: gran senso pratico, una morale molto disinvolta (eufemismo) amicizie influenti e pericolose al momento giusto e una grande carica di simpatia umana. Perché questo piccolo grande uomo (molto ridimensionato dagli anni e dai cambiamenti, ma che rimane un gigante della storia recente di questo paese) sa benissimo che, specialmente se si parte da zero, la propria fortuna si costruisce sui rapporti interpersonali. Questo richiede la capacità di saper parlare alle persone, che passa anzitutto attraverso la semplicità espressiva e saper essere la persona giusta, nel posto giusto, al momento giusto.
E', infatti, di queste ore un video che lo ritrae mentre dice tra le righe ai suoi giocatori che se il Monza (la sua nuova squadra) vincerà contro una tra Milan e Juve, farà arrivare ai suoi giocatori (cito testualmente) "un pullman di troie". BOOM, è scandalo. Ritornano i riferimenti alle olgettine, le accuse di puttanieraggine, e tutto il campionario di stucchevolezze che ci illudevamo sepolte nel passato.
Ora, la questione non è capire se Berlusconi pensi certe cose, perché l'uomo, straordinario venditore, ha la capacità di essere concavo e convesso a seconda delle circostanze. Se deve fare il capo dei conservatori, eccolo con l'opuscolo dove viene ritratto con la famigliola felice, i cinque figli, il prato verde e il vestiario sobrio. Quando però la messinscena viene meno, eccolo descriversi come viveur e tombeur de femme, molto più teorico che pratico, vista l'età avanzata e i noti problemi di salute. E fin qui, diciamo che ormai assistiamo ad uno spettacolo ben noto e che fa malinconicamente sorridere chi del Cavaliere è stato sostenitore. Ad essere invece insopportabile è la pedissequa riproposizione dell'angelicizzazione della donna, vista come essere supremo, intoccabile. E qui il ridicolo si sublima fino a diventare intollerabile.
Il mondo del calcio, sia detto al passaggio, è *da sempre* (e chi si scandalizza, è male informato, per dirla con Pasolini) un troiaio, non composto da povere fanciulle del Terzo Mondo costrette a prostituirsi perché sequestrate da violenti papponi, ma di arriviste italianissime e occidentalissime senza un talento che vada oltre un'indiscutibile avvenenza, che si affacciano in quel mondo con uno specifico scopo: farsi ingravidare da qualche calciatore. Il che naturalmente nulla toglie allo speculare squallore di molti ragazzini che non si iscrivono a scuola calcio per lo sfizio di giocare meglio a calcio, ma soltanto di diventare ricchi e trombarsi la donzella di turno - possibilmente senza fecondarla e dunque sottoporsi a costose cure parentali.
Berlusconi, in quel video, non parla ad un gruppo di intellettuali di Repubblica ma a calciatori il cui orizzonte medio - certo, ben celato da tonnellate di politicamente corretto nelle interviste - è molto chiaro: soldi, auto di lusso e femmine. In quel momento è in una comitiva di maschi in piena salute testosteronica (sia per la giovane età che per l'allenamento ad alta intensità) e se siete maschi, a meno che non siate sociopatici o semplicemente bugiardi, sapete benissimo che tenore abbiano i nostri discorsi quando ci ritroviamo tra noi: cazzate, fica, smaialamenti reciproci di mamme, scherzi, battute. Si chiama cameratismo. Chiamatela pure mascolinità tossica, ma in qualsiasi androceo, anche frequentato da gente con una media di tre lauree cadauno, ci si mettesse a parlare di ecologia e letteratura, si verrebbe meritatamente presi per il culo. Provatelo e mi direte. Berlusconi sa benissimo tutte queste cose e da bravo venditore vellica gli orizzonti dei suoi "soldati", non promettendo gite al Louvre di cui ai calciatori non potrebbe fregare di meno, ma appunto troie. Indipendentemente dal fatto che davvero gliele regali (cosa alquanto remota) i tanti cicisbei dell'indignazione permanente forse ignorano che sono le troie in questione a presentarsi spontaneamente ai calciatori, desiderose di vendersi.
Sicuramente quanto sopra non piacerà alle femministe d'accatto, sempre pronte a puntare il dito per affermare la propria superiorità morale. Ma rimane sempre il fatto che per ogni uomo che compra una donna, c'è una donna che accetta di vendersi. E per ogni presidente che promette ai suoi calciatori di regalargli delle troie, ci sono carovane di donne desiderose, anzi ansiose di proporsi come regalo, ben retribuito, consenziente, per poi casomai qualche anno dopo inventarsi qualche inesistente molestia.
Cosa c'entra tutto questo con Berlusconi? Beh, fatte le dovute proporzioni spaziotemporali, il Cavaliere è stato un protagonista della sua epoca e, figlio di un direttore di banca e di una casalinga, a modo suo, un impero se l'è costruito anche lui, da zero. Ad un certo momento è stato l'uomo più ricco e potente di questo paese. Qual è il segreto del suo successo? Lascio agli esperti del settore la spiegazione sui fattori professionali che abbiano fatto la differenza. Ma sul piano temperamentale, sembra avere gli stessi pregi di Cesare e Napoleone: gran senso pratico, una morale molto disinvolta (eufemismo) amicizie influenti e pericolose al momento giusto e una grande carica di simpatia umana. Perché questo piccolo grande uomo (molto ridimensionato dagli anni e dai cambiamenti, ma che rimane un gigante della storia recente di questo paese) sa benissimo che, specialmente se si parte da zero, la propria fortuna si costruisce sui rapporti interpersonali. Questo richiede la capacità di saper parlare alle persone, che passa anzitutto attraverso la semplicità espressiva e saper essere la persona giusta, nel posto giusto, al momento giusto.
E', infatti, di queste ore un video che lo ritrae mentre dice tra le righe ai suoi giocatori che se il Monza (la sua nuova squadra) vincerà contro una tra Milan e Juve, farà arrivare ai suoi giocatori (cito testualmente) "un pullman di troie". BOOM, è scandalo. Ritornano i riferimenti alle olgettine, le accuse di puttanieraggine, e tutto il campionario di stucchevolezze che ci illudevamo sepolte nel passato.
Ora, la questione non è capire se Berlusconi pensi certe cose, perché l'uomo, straordinario venditore, ha la capacità di essere concavo e convesso a seconda delle circostanze. Se deve fare il capo dei conservatori, eccolo con l'opuscolo dove viene ritratto con la famigliola felice, i cinque figli, il prato verde e il vestiario sobrio. Quando però la messinscena viene meno, eccolo descriversi come viveur e tombeur de femme, molto più teorico che pratico, vista l'età avanzata e i noti problemi di salute. E fin qui, diciamo che ormai assistiamo ad uno spettacolo ben noto e che fa malinconicamente sorridere chi del Cavaliere è stato sostenitore. Ad essere invece insopportabile è la pedissequa riproposizione dell'angelicizzazione della donna, vista come essere supremo, intoccabile. E qui il ridicolo si sublima fino a diventare intollerabile.
Il mondo del calcio, sia detto al passaggio, è *da sempre* (e chi si scandalizza, è male informato, per dirla con Pasolini) un troiaio, non composto da povere fanciulle del Terzo Mondo costrette a prostituirsi perché sequestrate da violenti papponi, ma di arriviste italianissime e occidentalissime senza un talento che vada oltre un'indiscutibile avvenenza, che si affacciano in quel mondo con uno specifico scopo: farsi ingravidare da qualche calciatore. Il che naturalmente nulla toglie allo speculare squallore di molti ragazzini che non si iscrivono a scuola calcio per lo sfizio di giocare meglio a calcio, ma soltanto di diventare ricchi e trombarsi la donzella di turno - possibilmente senza fecondarla e dunque sottoporsi a costose cure parentali.
Berlusconi, in quel video, non parla ad un gruppo di intellettuali di Repubblica ma a calciatori il cui orizzonte medio - certo, ben celato da tonnellate di politicamente corretto nelle interviste - è molto chiaro: soldi, auto di lusso e femmine. In quel momento è in una comitiva di maschi in piena salute testosteronica (sia per la giovane età che per l'allenamento ad alta intensità) e se siete maschi, a meno che non siate sociopatici o semplicemente bugiardi, sapete benissimo che tenore abbiano i nostri discorsi quando ci ritroviamo tra noi: cazzate, fica, smaialamenti reciproci di mamme, scherzi, battute. Si chiama cameratismo. Chiamatela pure mascolinità tossica, ma in qualsiasi androceo, anche frequentato da gente con una media di tre lauree cadauno, ci si mettesse a parlare di ecologia e letteratura, si verrebbe meritatamente presi per il culo. Provatelo e mi direte. Berlusconi sa benissimo tutte queste cose e da bravo venditore vellica gli orizzonti dei suoi "soldati", non promettendo gite al Louvre di cui ai calciatori non potrebbe fregare di meno, ma appunto troie. Indipendentemente dal fatto che davvero gliele regali (cosa alquanto remota) i tanti cicisbei dell'indignazione permanente forse ignorano che sono le troie in questione a presentarsi spontaneamente ai calciatori, desiderose di vendersi.
Sicuramente quanto sopra non piacerà alle femministe d'accatto, sempre pronte a puntare il dito per affermare la propria superiorità morale. Ma rimane sempre il fatto che per ogni uomo che compra una donna, c'è una donna che accetta di vendersi. E per ogni presidente che promette ai suoi calciatori di regalargli delle troie, ci sono carovane di donne desiderose, anzi ansiose di proporsi come regalo, ben retribuito, consenziente, per poi casomai qualche anno dopo inventarsi qualche inesistente molestia.
Questa è l'amara verità. Per tutto il resto, c'è Piddicard