Ho visitato diverse volte la Russia, per via di uno zio di secondo grado, ormai ultraottantenne, che per me è stato quasi un secondo padre. La prima volta ero troppo piccolo, avrò avuto 5-6 anni e ricordo poco. La seconda fu negli anni Novanta. Ero già grandicello, avevo sedici anni, e dunque ne ho un ricordo più che nitido. L'avrei rifrequentata, più assiduamente, nell'era di Putin. Ognuna di queste visite mi ha lasciato tanto. La Russia è un paese meraviglioso, i russi sono un grande popolo, con cui non è facile avere a che fare ma che una volta entratici in confidenza sono fantastici. Ma il peggiore di questi viaggi fu nel 1997. Si era in piena era eltsiniana, il paese, appena uscito dal comunismo - che oggi resiste come retaggio nostalgico ma nessuno rivuole davvero ("chi non rimpiange l'URSS è senza cuore, ma chi la rivuole è senza cervello") - era finito nelle grinfie americane e Clinton, ascendente di Obama, diede vita assieme alle sue multinazionali ad un'autentica depredazione di tutto ciò che poteva arraffare, riempendo il paese di droga. Potrei raccontarne tante di quel periodo ma preferisco soffermarmi su un dato che a molti sfugge e che molti russi possono confermare. Per un ragazzino, uscire per le strade di San Pietroburgo era vietato, a meno di essere scortati. E ricordo che io e i miei cugini, potevamo uscire soltanto se in gruppi di 10-15 persone. Motivo? In quel periodo venivano rapiti ragazzini e bambini, dall'età più tenera ai teenager, per far loro girare film pedopornografici, in favore delle major del porno, tutte americane.
Ora, per capire l'avversione della Russia nei confronti della propaganda LGBT, dovete avere ben presente il contesto. Se scopriste che qui in Italia qualcuno si sta dando da fare per ricreare lo stesso meccanismo dell'era eltsiniana (e ci siamo quasi) voi cosa vi aspettereste da uno Stato al quale pagate le tasse per garantire la vostra sicurezza? Che lasci correre oppure che punisca severamente chi se ne rende responsabile?

Questa è una premessa importante perché, ogni giorno che Dio manda in terra, presi dalla "caccia alle feic news" di qualche insignificante signor nessuno, i ben più potenti media ufficiali divulgano talmente tante balle che se qualcuno volesse fare una sorta di debunking al contrario, diventerebbe milionario. Una delle più note notizie false (si chiamano notizie false, non fake news) è quella che in Russia si perseguitano i gay.
Ora, a parte il fatto che gli omosessuali in Russia NON vengono perseguitati, mentre in mille parti del mondo - che hanno forti legami commerciali con l'Occidente - vengono addirittura uccisi a norma di legge, il punto è che in Russia si è semplicemente deciso di punire qualsiasi forma di propaganda contro la famiglia e di sdoganamento della pedofilia, che del resto qui in Occidente è stata a più riprese sdoganata persino da alcuni alti funzionari della lobby LGBT.
No, non esiste alcuna lotta contro i gay. Esiste una lotta contro l'ideologia LGBT, contro l'omonormatività - ossia l'idea che l'omosessualità sia un semplice orientamento sessuale e non invece una devianza - e in generale contro l'interferenza da parte di tutto l'universo culturale che vi ruota attorno nell'educazione sessuale dei bambini, il cui principale ideologo, idolo della fintosinistra, scrive esattamente queste cose. "Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una ‘vita’ latente. La pederastia, invece, ‘è una freccia di libidine scagliata verso il feto". La merdaccia in questione è, anzi era (spero sia finito all'inferno) Mario Mieli. A cui sono dedicati una marea di circoli gay, che mai hanno preso seriamente le distanze da questo signore.

Dopo aver letto queste parole, siete nauseati? Vi viene da vomitare? Ecco. La Russia lotta contro questo abominio. E se non lo capite, se anche voi cadete nel ricatto morale di "Putin che perseguita i ghei", siete complici di questo scempio.

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Se ricordo quel periodo!!! Avevo una colf moldava con la quale mi esercitavo a parlare russo col suo accento. Vestita con cappotto un pò largo, fazzolettone di lana in testa, dentro il taxi facevo finta di telefonare ad un amica per dirle che stavo per arrivare!! Le mie amiche Tatiana e Julia vivevano serenamente assieme il loro amore e così Oleg il mio cliente/partner. Proibita é ogni forma di pubblicità e promozione LGTB soprattutto nelle scuole "Per rispetto dei giovani di poter scegliere un domani da che parte stare in tutta libertà senza condizionamenti.
 
Io "fake news" lo traduco come "balle" o, al limite, menzogne. Ho con la Russia un rapporto stretto anche io per motivi familiari. Vi ho fatto due lunghi viaggi, da ovest a est, nel 2012 e nel 2015. A San Pietroburgo, in piena era putiniania (ma anche in qualsiasi altro posto sino al Pacifico) si poteva uscire in perfetta tranquillità, senza essere molestati da nessuno (mentre in Ucraina è probabile venir taglieggiati dalla polizia, che nel mio caso mi rapì letteralmente, a Odessa, per estorcermi dei soldi), e in un caso venni fermato dall'FSB (i terribili successori del KGB), interrogato e rilasciato senza che mi venisse torto un capello, l'esperienza fu anzi interessante e mi riaccompagnarono sino in albergo (all'inizio mi avevano preso per una sospetta spia). Quanto ai gay hai detto tutto tu. Mi limito a raccontare che la sorella di una mia amica è lesbica, ha sempre convissuto con le sue compagne, ha sempre lavorato e mai sofferto alcuna persecuzione pur non nascondendo il suo stato. Ma qui da noi per "discriminazione" si intende il non venir trattati da privilegiati estorcendo diritti che non ti spettano.
 

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Franco Marino
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