La Grande Italia è un progetto che nasce con uno scopo: unire i punti. Questo parte da una lettura delle cose che superi il singolo fatto e si concentri sul generale. Questo è l'approccio che non ho condiviso ieri in merito alla sentenza della Consulta dove terrorismo psicologico e rassicurazionismo si sono mescolate, dando luogo ad una serie di discussioni dottrinali, sicuramente anche corrette dal punto di vista formale - no, la corte non ha decretato l'obbligo vaccinale, ha "solo" trovato infondati i ricorsi effettuati - che tuttavia fanno perdere di vista il concetto generale.
Partiamo invece dal punto di fondo: cos'è la Consulta? E' un organo politico a tutti gli effetti. I giudici che ne fanno parte vengono nominati per due terzi dalla politica. Di conseguenza, vengono scelti perché su determinate questioni la pensano in un certo modo. Dunque se la politica di tutto il paese è compatta nel sostenere una determinata tesi, la Consulta, che di questa politica è derivazione, la sosterrà convintamente. La sentenza di ieri non ha dato nulla in più di quanto già ci fosse, né avrebbe tolto nulla qualora fosse andata contro alla tendenza generale, perché, se anche i giudici avessero accolto i ricorsi, questo sarebbe valso soltanto per il passato, mentre per il futuro la classe politica può in qualsiasi momento (in teoria non potrebbe, nella pratica chi li frenerebbe?) rifare tale e quale una legge bocciata dalla Corte: se l'intelligentia la sostiene, se i possessori dei media cosiddetti "mainstream" sostengono questa visione, ogni sentenza contraria da parte della Consulta diventa sostanzialmente carta straccia.
La vera difficoltà è capire che in quel che stiamo vivendo da anni non c'è niente di normale a livello istituzionale. Tutte le istituzioni seguono un disegno prestabilito. Da sempre gli organi di garanzia montano la guardia contro chiunque non suoni la musica di determinati poteri per poi diventare la scorta di chi esegue il compito di spogliare l'Italia delle sue ricchezze. L'Italia non è un paese indipendente. Non lo è finanziariamente - perché con un debito di quel tipo, come dice la Von Der Leyen, se la Meloni dovesse andare fuori rotta, "ci sono gli strumenti" per ricondurla a miti consigli - e non lo è istituzionalmente, perché da trent'anni una mafia internazionale ha occupato le istituzioni, riempendole di servi.
Partiamo invece dal punto di fondo: cos'è la Consulta? E' un organo politico a tutti gli effetti. I giudici che ne fanno parte vengono nominati per due terzi dalla politica. Di conseguenza, vengono scelti perché su determinate questioni la pensano in un certo modo. Dunque se la politica di tutto il paese è compatta nel sostenere una determinata tesi, la Consulta, che di questa politica è derivazione, la sosterrà convintamente. La sentenza di ieri non ha dato nulla in più di quanto già ci fosse, né avrebbe tolto nulla qualora fosse andata contro alla tendenza generale, perché, se anche i giudici avessero accolto i ricorsi, questo sarebbe valso soltanto per il passato, mentre per il futuro la classe politica può in qualsiasi momento (in teoria non potrebbe, nella pratica chi li frenerebbe?) rifare tale e quale una legge bocciata dalla Corte: se l'intelligentia la sostiene, se i possessori dei media cosiddetti "mainstream" sostengono questa visione, ogni sentenza contraria da parte della Consulta diventa sostanzialmente carta straccia.
La vera difficoltà è capire che in quel che stiamo vivendo da anni non c'è niente di normale a livello istituzionale. Tutte le istituzioni seguono un disegno prestabilito. Da sempre gli organi di garanzia montano la guardia contro chiunque non suoni la musica di determinati poteri per poi diventare la scorta di chi esegue il compito di spogliare l'Italia delle sue ricchezze. L'Italia non è un paese indipendente. Non lo è finanziariamente - perché con un debito di quel tipo, come dice la Von Der Leyen, se la Meloni dovesse andare fuori rotta, "ci sono gli strumenti" per ricondurla a miti consigli - e non lo è istituzionalmente, perché da trent'anni una mafia internazionale ha occupato le istituzioni, riempendole di servi.
A che serve stupirsi della sentenza della Consulta? La situazione è chiara, e dalle mie pagine - quelle del vecchio blog, di Facebook, del precedente giornale e de La Grande Italia - lo scrivo da una ventina d'anni. Aspettarsi la distruzione di un regime attraverso un organo del regime stesso, è ridicolo. Io non mi attendevo niente di diverso dalla Consulta, sapevo benissimo che la sentenza sarebbe stata questa. E non mi aspetto nulla proprio perché non mi fermo sul singolo fatto ma guardo alla generalità. E la generalità, da anni, è chiarissima. Non è una sentenza a svelarla.