Molti partiti velleitari della dissidenza, anche diversi tra loro, nascono e muoiono per il medesimo motivo: si convincono che la politica sia andare nei media e conquistare il consenso con dei bei discorsi e un bel faccino. Questo spiega il perché dello scoppio di tante bolle digitali piene di aria come, ad esempio Italia Sovrana. In realtà un partito non è – e non può essere – niente di diverso da un clan mafioso. Vive facendo favori, dando da mangiare, facendo clientele. Il crollo della tradizionale partitocrazia deriva dal fatto che non è più in grado di riempire la pancia del cittadino. Ma la pancia continua a rumoreggiare ed è in quel momento che fanno la propria comparsa sul territorio partiti che vendono la suggestione che, votandoli, la propria pancia si riempirà.
Il Movimento 5 Stelle aveva avuto successo proprio per questo. L'ossessiva passione per l’onestà, l’acritica simpatia per qualsiasi individuo ricoperto da una toga, le stupide battaglie di riduzione dei parlamentari, di sospensione della prescrizione dopo il primo grado, in controluce intendevano sostanzialmente dire: “Se siete poveri, la colpa è dei politici. Se li appezzentiamo, voi ritornerete a mangiare come ai bei tempi”. E mai tale convinzione fu più fallace. Intanto perché si potrebbe ricordare agli ideologi del Movimento che gli elettori sono gli stessi che fino a pochi anni prima votavano ladri e mafiosi – ben sapendo che fossero tali – che i rumori corporei della fame sono i medesimi e che a rendere i partiti della Prima Repubblica così popolari non era certo una presunzione di onestà ma il fatto che con più soldi in giro, si facevano più clientele. Se le circostanze di oggi fossero analoghe a quelle degli anni Ottanta, il Movimento 5 Stelle faticherebbe a raggiungere l’1%. Se invece ha potuto raggiungere il 32% è stato soltanto perché, in un periodo di vacche magre (e non di politici più onesti) molti lo hanno votato nell’illusione che ritornassero le vacche grasse. E infatti la vacca grassa da proporre era molto semplice: il Reddito di Cittadinanza. Che dalla stampa grillina è stato venduto come tale e da quella avversaria come una sorta di paghetta regalata ai cittadini per non fare nulla, confermando la solita strategia del mainstream: dividere in due la massa estremizzando le posizioni. Col Movimento 5 Stelle che lo vanta come grande conquista e, potete starne certi, sarà il pezzo forte delle battaglie venture di Conte e su cui ritornerà in auge, e con gli avversari che abolendolo otterranno l'obiettivo di dividere ancor più la dissidenza. C’è solo un piccolo problema: che è tutto un gigantesco falso, un fake come si direbbe oggi. Il cosiddetto “Reddito di Cittadinanza” in realtà è un reddito minimo, già presente in molti paesi d’Europa. Non è un sussidio dato a degli sfaticati per non fare nulla ma una semplice misura di buonsenso per impedire che laddove non arrivi lo stato, arrivino altri stati non ufficiali come mafie, camorre, terroristi vari e via discorrendo. Dunque una scelta sicuramente in linea di principio giusta da parte del Movimento 5 Stelle e che infatti, pur pensando tutto il peggio possibile di quel gruppo, personalmente condividevo. Ma che non ha nulla a che fare col reddito di cittadinanza propriamente detto e promesso. Che è invece un quantitativo di danaro mensile dato a tutti a prescindere dalla propria posizione economica e dal proprio status lavorativo, il cui scopo non è quello di offrire un temporaneo cuscinetto in momenti di stasi del mercato ma, semplicemente, costituire un disincentivo alle aziende di fare cartello per ribassare i salari dei lavoratori. Nessuno andrebbe a lavorare per 500 euro al mese, a nero, sapendo che tanto lo stato gliene passa 800 o 900 semplicemente per il fatto di esistere.
Questo – e nient’altro che questo – è il reddito di cittadinanza. Quello vero. Non la buffonata italiana spacciata come Reddito di Cittadinanza e che in realtà è solo una mancetta concessa in condizioni appena al di sopra della soglia di povertà, revocabile in qualsiasi momento se vengono meno le condizioni per meritarlo. Peraltro strutturato malissimo visto che, assai spesso, viene negato ai veri poveri e dato a finti poveri tra cui boss. E infatti il motivo per cui il Movimento 5 Stelle crolla nei sondaggi è proprio questo: molti si illudevano, complice la propaganda grillina, che quello attuale fosse il reddito di cittadinanza vero e proprio. Sulla cui proponibilità si dibatte in tutto il mondo e su cui non si troverà mai un accordo.
Il Movimento 5 Stelle aveva avuto successo proprio per questo. L'ossessiva passione per l’onestà, l’acritica simpatia per qualsiasi individuo ricoperto da una toga, le stupide battaglie di riduzione dei parlamentari, di sospensione della prescrizione dopo il primo grado, in controluce intendevano sostanzialmente dire: “Se siete poveri, la colpa è dei politici. Se li appezzentiamo, voi ritornerete a mangiare come ai bei tempi”. E mai tale convinzione fu più fallace. Intanto perché si potrebbe ricordare agli ideologi del Movimento che gli elettori sono gli stessi che fino a pochi anni prima votavano ladri e mafiosi – ben sapendo che fossero tali – che i rumori corporei della fame sono i medesimi e che a rendere i partiti della Prima Repubblica così popolari non era certo una presunzione di onestà ma il fatto che con più soldi in giro, si facevano più clientele. Se le circostanze di oggi fossero analoghe a quelle degli anni Ottanta, il Movimento 5 Stelle faticherebbe a raggiungere l’1%. Se invece ha potuto raggiungere il 32% è stato soltanto perché, in un periodo di vacche magre (e non di politici più onesti) molti lo hanno votato nell’illusione che ritornassero le vacche grasse. E infatti la vacca grassa da proporre era molto semplice: il Reddito di Cittadinanza. Che dalla stampa grillina è stato venduto come tale e da quella avversaria come una sorta di paghetta regalata ai cittadini per non fare nulla, confermando la solita strategia del mainstream: dividere in due la massa estremizzando le posizioni. Col Movimento 5 Stelle che lo vanta come grande conquista e, potete starne certi, sarà il pezzo forte delle battaglie venture di Conte e su cui ritornerà in auge, e con gli avversari che abolendolo otterranno l'obiettivo di dividere ancor più la dissidenza. C’è solo un piccolo problema: che è tutto un gigantesco falso, un fake come si direbbe oggi. Il cosiddetto “Reddito di Cittadinanza” in realtà è un reddito minimo, già presente in molti paesi d’Europa. Non è un sussidio dato a degli sfaticati per non fare nulla ma una semplice misura di buonsenso per impedire che laddove non arrivi lo stato, arrivino altri stati non ufficiali come mafie, camorre, terroristi vari e via discorrendo. Dunque una scelta sicuramente in linea di principio giusta da parte del Movimento 5 Stelle e che infatti, pur pensando tutto il peggio possibile di quel gruppo, personalmente condividevo. Ma che non ha nulla a che fare col reddito di cittadinanza propriamente detto e promesso. Che è invece un quantitativo di danaro mensile dato a tutti a prescindere dalla propria posizione economica e dal proprio status lavorativo, il cui scopo non è quello di offrire un temporaneo cuscinetto in momenti di stasi del mercato ma, semplicemente, costituire un disincentivo alle aziende di fare cartello per ribassare i salari dei lavoratori. Nessuno andrebbe a lavorare per 500 euro al mese, a nero, sapendo che tanto lo stato gliene passa 800 o 900 semplicemente per il fatto di esistere.
Questo – e nient’altro che questo – è il reddito di cittadinanza. Quello vero. Non la buffonata italiana spacciata come Reddito di Cittadinanza e che in realtà è solo una mancetta concessa in condizioni appena al di sopra della soglia di povertà, revocabile in qualsiasi momento se vengono meno le condizioni per meritarlo. Peraltro strutturato malissimo visto che, assai spesso, viene negato ai veri poveri e dato a finti poveri tra cui boss. E infatti il motivo per cui il Movimento 5 Stelle crolla nei sondaggi è proprio questo: molti si illudevano, complice la propaganda grillina, che quello attuale fosse il reddito di cittadinanza vero e proprio. Sulla cui proponibilità si dibatte in tutto il mondo e su cui non si troverà mai un accordo.
Ma smetterla di prendere in giro gli italiani su una cosa che non è mai davvero esistito, sarebbe già un buon inizio.