Come forse saprete, c'è stato un attentato a Istanbul e la Turchia, di fronte al consueto messaggio di condoglianze degli americani ("la prima gallina che canta ha fatto l'uovo") li ha, di fatto, accusati di esserne i fiancheggiatori. Difatti, l'origine dell'attentato pare sia collegata a terroristi curdi, e ben noto è l'appoggio della sinistra americana alla causa curda.
L'accusa dei turchi può sembrare folle e temeraria ma non venendo da un giornale complottista del web bensì dalle massime autorità turche, naturalmente produrrà delle conseguenze. Di fatto, questa crisi diplomatica porta la Turchia molto vicina all'uscita dalla NATO, di cui è un paese chiave, soprattutto in una fase storica delicatissima come quella attuale. Personalmente, ho sempre manifestato in tempi non sospetti una mia "simpatia" politica per Erdogan, lo scrivo tra virgolette "simpatia" perché a quei livelli parlare di simpatia significa mostrare un livello di comprensione della realtà da bambini delle elementari. Il fatto è che Erdogan ha preso la Turchia - alleato chiave della NATO - che era praticamente l'ennesima colonia americana e l'ha fatto diventare un paese sovrano, mentre molti sovranisti all'amatriciana lo hanno stupidamente spesso combattuto ed esecrato, ignorando che proprio da uno come lui possono arrivare utili suggerimenti su come recuperare la sovranità perduta. Così pensavo che una breve storia recente della Turchia possa essere molto utile. Perché deve essere chiaro a molti sovranisti: senza un'erdoganizzazione dell'Italia, la sovranità non si recupera.
La Turchia prima di Erdogan era una repubblica basata sul kemalismo che dietro le descrizioni più celebrative della stampa mainstream, si basava su una serie di cose: ateismo di stato e politica sottoposta al controllo dell'esercito come massimo potere di controllo. Significa che se un politico si metteva in testa di fare una politica non gradita a Washington, puntualmente i militari - teoricamente indipendenti ma in realtà dipendenti da qualche potere straniero - sarebbero intervenuti e avrebbero destituito il presidente di turno. La Turchia era a tutti gli effetti una repubblica parlamentare simile alla nostra.
Chi è Erdogan? L'attuale presidente arriva al potere benedetto dagli americani e, in tutto e per tutto, rifacentesi alle dottrine economiche occidentali. Ma gli americani non fanno i conti con la sua formazione culturale di musulmano conservatore, dal quale probabilmente ha tratto la spinta per decidere di rompere col kemalismo.
Alla rottura si arriva quando Erdogan si rende conto di come gli americani siano un alleato sostanzialmente infedele, di come l'Europa nella quale pure vorrebbe entrare ma all'inglese, cioè mantenendo una sostanziale indipendenza, gli sia ostile. E così inizia a tessere rapporti, per la verità non sempre cordialissimi, con Putin. Il leader russo ha naturalmente l'interesse a sottrarre un paese strategico alla NATO, ma Erdogan fa il doppio gioco, irritando non poco Putin (e i suoi tantissimi fan) e facendo in modo che la NATO ritardi una resa dei conti che in un sistema unipolare a guida americana già si sarebbe verificata.
Un bel giorno, è il Marzo del 2016, durante un incontro tra capi di stato, Erdogan - uomo molto permaloso ed umorale - viene letteralmente ignorato da Obama, in quel periodo in Turchia la magistratura inizia ad indagare Erdogan, su Twitter partono le consuete campagne farlocche contro il governo, e il leader turco, capita l'antifona, in quel momento decide di compiere un'autentica genialata: sparge la voce che i militari dell'esercito vogliono destituirlo e coglie l'occasione per organizzare un autogolpe. E' il Luglio del 2016 e, con la complicità della parte governativa dell'esercito, fa credere agli avversari che una parte dell'esercito e della magistratura vogliono destituirlo. Poi manda alla nazione una serie di messaggi nei quali esorta la gente a ribellarsi - cosa che un leader politico non farebbe mai se non fosse sicuro di avere tutto sotto controllo - e di fronte ad un'opinione pubblica fondamentalmente non entusiasta dell'idea di entrare in Europa, mostra come i paesi europei non intendano assolutamente accogliere un leader che ha appena subito un colpo di stato, per poi stoppare tutto e cogliere così l'occasione per organizzare un controgolpe, nel quale fa arrestare decine di migliaia tra militari, magistrati, giornalisti e funzionari statali, con l'accusa di essere collusi con gli americani. In seguito, fa approvare una costituzione che di fatto liquida il kemalismo, trasformando la Turchia in una repubblica presidenziale ed eliminando l'ateismo di stato, con le stampe occidentali che immediatamente si mettono a spargere notizie false sulla Turchia che fa bombardare chiese cristiane, tribunali che approvano i matrimoni di spose bambine e fesserie del genere. Naturalmente uno da laico può non approvare che la Turchia di fatto diventi una repubblica islamica, chissà perché però curiosamente nessuno ha nulla da dire sul fatto che Israele abbia fatto, negli ultimi anni, ampi passi verso la trasformazione (peraltro perfettamente legittima perché voluta dagli israeliani) in uno stato confessionale ebraico.
Che dietro il golpe non ci fossero gli americani lo si capisce da una serie di cose, la più importante delle quali è che agire in quel modo non è caratteristico degli Stati Uniti. Che prima mettono sotto pressione un leader politico con manifestazioni e speculazioni internazionali, indebolendolo. Poi sferrano l'attacco. Erdogan, avendoli visti all'opera in Ucraina, in Egitto e altrove, li ha soltanto anticipati, simulando un golpe per avere il pretesto di regolare i conti con l'opposizione collusa con gli Stati Uniti. Se prendo ad esempio questo controgolpe è per cercare di dire come oggi un leader che volesse davvero ripristinare la sovranità in Italia dovrebbe agire. Se Berlusconi avesse agito in questo modo nel 2011, oggi sarebbe ancora al potere. Quello di cui Giorgia Meloni e in generale molti leader sovranisti non vogliono proprio rendersi conto è che il progetto atlantico è quello di indebolire tutti i paesi europei per assoggettarli sempre più al potere americano, il cui unico scopo è di ridurre in miseria l'Europa. Non escludo la buonafede della Meloni. Dico semplicemente che purtroppo ad oggi manca il coraggio di un Erdogan.
L'accusa dei turchi può sembrare folle e temeraria ma non venendo da un giornale complottista del web bensì dalle massime autorità turche, naturalmente produrrà delle conseguenze. Di fatto, questa crisi diplomatica porta la Turchia molto vicina all'uscita dalla NATO, di cui è un paese chiave, soprattutto in una fase storica delicatissima come quella attuale. Personalmente, ho sempre manifestato in tempi non sospetti una mia "simpatia" politica per Erdogan, lo scrivo tra virgolette "simpatia" perché a quei livelli parlare di simpatia significa mostrare un livello di comprensione della realtà da bambini delle elementari. Il fatto è che Erdogan ha preso la Turchia - alleato chiave della NATO - che era praticamente l'ennesima colonia americana e l'ha fatto diventare un paese sovrano, mentre molti sovranisti all'amatriciana lo hanno stupidamente spesso combattuto ed esecrato, ignorando che proprio da uno come lui possono arrivare utili suggerimenti su come recuperare la sovranità perduta. Così pensavo che una breve storia recente della Turchia possa essere molto utile. Perché deve essere chiaro a molti sovranisti: senza un'erdoganizzazione dell'Italia, la sovranità non si recupera.
La Turchia prima di Erdogan era una repubblica basata sul kemalismo che dietro le descrizioni più celebrative della stampa mainstream, si basava su una serie di cose: ateismo di stato e politica sottoposta al controllo dell'esercito come massimo potere di controllo. Significa che se un politico si metteva in testa di fare una politica non gradita a Washington, puntualmente i militari - teoricamente indipendenti ma in realtà dipendenti da qualche potere straniero - sarebbero intervenuti e avrebbero destituito il presidente di turno. La Turchia era a tutti gli effetti una repubblica parlamentare simile alla nostra.
Chi è Erdogan? L'attuale presidente arriva al potere benedetto dagli americani e, in tutto e per tutto, rifacentesi alle dottrine economiche occidentali. Ma gli americani non fanno i conti con la sua formazione culturale di musulmano conservatore, dal quale probabilmente ha tratto la spinta per decidere di rompere col kemalismo.
Alla rottura si arriva quando Erdogan si rende conto di come gli americani siano un alleato sostanzialmente infedele, di come l'Europa nella quale pure vorrebbe entrare ma all'inglese, cioè mantenendo una sostanziale indipendenza, gli sia ostile. E così inizia a tessere rapporti, per la verità non sempre cordialissimi, con Putin. Il leader russo ha naturalmente l'interesse a sottrarre un paese strategico alla NATO, ma Erdogan fa il doppio gioco, irritando non poco Putin (e i suoi tantissimi fan) e facendo in modo che la NATO ritardi una resa dei conti che in un sistema unipolare a guida americana già si sarebbe verificata.
Un bel giorno, è il Marzo del 2016, durante un incontro tra capi di stato, Erdogan - uomo molto permaloso ed umorale - viene letteralmente ignorato da Obama, in quel periodo in Turchia la magistratura inizia ad indagare Erdogan, su Twitter partono le consuete campagne farlocche contro il governo, e il leader turco, capita l'antifona, in quel momento decide di compiere un'autentica genialata: sparge la voce che i militari dell'esercito vogliono destituirlo e coglie l'occasione per organizzare un autogolpe. E' il Luglio del 2016 e, con la complicità della parte governativa dell'esercito, fa credere agli avversari che una parte dell'esercito e della magistratura vogliono destituirlo. Poi manda alla nazione una serie di messaggi nei quali esorta la gente a ribellarsi - cosa che un leader politico non farebbe mai se non fosse sicuro di avere tutto sotto controllo - e di fronte ad un'opinione pubblica fondamentalmente non entusiasta dell'idea di entrare in Europa, mostra come i paesi europei non intendano assolutamente accogliere un leader che ha appena subito un colpo di stato, per poi stoppare tutto e cogliere così l'occasione per organizzare un controgolpe, nel quale fa arrestare decine di migliaia tra militari, magistrati, giornalisti e funzionari statali, con l'accusa di essere collusi con gli americani. In seguito, fa approvare una costituzione che di fatto liquida il kemalismo, trasformando la Turchia in una repubblica presidenziale ed eliminando l'ateismo di stato, con le stampe occidentali che immediatamente si mettono a spargere notizie false sulla Turchia che fa bombardare chiese cristiane, tribunali che approvano i matrimoni di spose bambine e fesserie del genere. Naturalmente uno da laico può non approvare che la Turchia di fatto diventi una repubblica islamica, chissà perché però curiosamente nessuno ha nulla da dire sul fatto che Israele abbia fatto, negli ultimi anni, ampi passi verso la trasformazione (peraltro perfettamente legittima perché voluta dagli israeliani) in uno stato confessionale ebraico.
Che dietro il golpe non ci fossero gli americani lo si capisce da una serie di cose, la più importante delle quali è che agire in quel modo non è caratteristico degli Stati Uniti. Che prima mettono sotto pressione un leader politico con manifestazioni e speculazioni internazionali, indebolendolo. Poi sferrano l'attacco. Erdogan, avendoli visti all'opera in Ucraina, in Egitto e altrove, li ha soltanto anticipati, simulando un golpe per avere il pretesto di regolare i conti con l'opposizione collusa con gli Stati Uniti. Se prendo ad esempio questo controgolpe è per cercare di dire come oggi un leader che volesse davvero ripristinare la sovranità in Italia dovrebbe agire. Se Berlusconi avesse agito in questo modo nel 2011, oggi sarebbe ancora al potere. Quello di cui Giorgia Meloni e in generale molti leader sovranisti non vogliono proprio rendersi conto è che il progetto atlantico è quello di indebolire tutti i paesi europei per assoggettarli sempre più al potere americano, il cui unico scopo è di ridurre in miseria l'Europa. Non escludo la buonafede della Meloni. Dico semplicemente che purtroppo ad oggi manca il coraggio di un Erdogan.
Non mancano le risorse per fare una politica del genere, la Turchia non ha nulla in più degli italiani. Non occorre avere chissà quali superprotezioni. La Turchia semplicemente ha mostrato di non avere sudditanza nei confronti di un alleato che ormai, nei fatti, ha dimostrato di essere diventato un nemico.