Il 4 Novembre viene celebrata da tutti come la giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate. Il fatto che l’Italia, in questo giorno, esattamente 104 anni fa, abbia vinto la prima guerra mondiale viene completamente oscurato. E questo ha diverse motivazioni.
La prima è evidente: cercare di demolire l’orgoglio nazionale. Quando si dipinge l’Italia come una nazione di inetti e incapaci, anzi di persone capaci solo di fare disastri e al limite di fare ottime pizze e di cantare a squarciagola “o sole mio”, pochi sentirebbero l’esigenza di difendere un paese del genere. Invece, sembra strano ai lobotomizzati globalisti, ma l’Italia ha vinto una guerra. Oltretutto segnando il gol della vittoria. Non giocando il ruolo più importante ma vincendo la battaglia decisiva, a Vittorio Veneto. E anche qui si cerca di demolire l’entità della vittoria, cercando di far passare l’idea che l’Italia abbia vinto perché ha cambiato lo schieramento di campo in corso. Il che è vero. Ma si dimentica che ciò avvenne quando le sorti della guerra erano alquanto incerte e non era affatto scontato che l’Intesa vincesse.
Ma il vero disastro avvenne a guerra finita. L’Italia ebbe molto meno di quanto pattuito – per l’occasione fu coniata la definizione di “vittoria mutilata” – e di fatto questo produsse il rancore che portò al fascismo, che nacque essenzialmente, oltre che per il timore rappresentato dallo spauracchio comunista, anche da un fortissimo anti-atlantismo derivante dal bottino di guerra negato.
Tutte queste cose vengono completamente dimenticate. Si cerca di far passare i nazifascismi come un puro prodotto del furore bestiale del popolo e si dimentica che sia il fascismo che il nazismo nacquero non solo per il pericolo rappresentato dai comunisti ma anche e soprattutto dalle speculazioni condotte dai grandi potentati finanziari atlantici ai danni del nostro paese e della Germania che, invece, quella guerra la perse. Su Twitter i grandi trollbot, sempre pronti a fabbricare hashtag indignanti e imploranti su ogni cosa che piaccia alla nazione arcobalenata, non pubblicano nulla. Tutto completamente oscurato.
Naturalmente è inutile dire che i discorsi delle istituzioni, in questi frangenti, sono sempre completamente dedicati alla salmodia dell’Europa, un ectoplasma il cui unico potere è rappresentato dalla minaccia rappresentata dalla Troika, un potere esterno, senza alcun controllo, responsabile di crimini umanitari. Il giorno della Vittoria dovrebbe essere il vero giorno della Memoria. E invece è diventata una festa anonima e priva del minimo significato. Di cui tutti ignorano il significato e dimenticano quali terribili crimini sono stati commessi contro il nostro paese e soprattutto che i criminali di oggi discendono da quelli di ieri.
La prima è evidente: cercare di demolire l’orgoglio nazionale. Quando si dipinge l’Italia come una nazione di inetti e incapaci, anzi di persone capaci solo di fare disastri e al limite di fare ottime pizze e di cantare a squarciagola “o sole mio”, pochi sentirebbero l’esigenza di difendere un paese del genere. Invece, sembra strano ai lobotomizzati globalisti, ma l’Italia ha vinto una guerra. Oltretutto segnando il gol della vittoria. Non giocando il ruolo più importante ma vincendo la battaglia decisiva, a Vittorio Veneto. E anche qui si cerca di demolire l’entità della vittoria, cercando di far passare l’idea che l’Italia abbia vinto perché ha cambiato lo schieramento di campo in corso. Il che è vero. Ma si dimentica che ciò avvenne quando le sorti della guerra erano alquanto incerte e non era affatto scontato che l’Intesa vincesse.
Ma il vero disastro avvenne a guerra finita. L’Italia ebbe molto meno di quanto pattuito – per l’occasione fu coniata la definizione di “vittoria mutilata” – e di fatto questo produsse il rancore che portò al fascismo, che nacque essenzialmente, oltre che per il timore rappresentato dallo spauracchio comunista, anche da un fortissimo anti-atlantismo derivante dal bottino di guerra negato.
Tutte queste cose vengono completamente dimenticate. Si cerca di far passare i nazifascismi come un puro prodotto del furore bestiale del popolo e si dimentica che sia il fascismo che il nazismo nacquero non solo per il pericolo rappresentato dai comunisti ma anche e soprattutto dalle speculazioni condotte dai grandi potentati finanziari atlantici ai danni del nostro paese e della Germania che, invece, quella guerra la perse. Su Twitter i grandi trollbot, sempre pronti a fabbricare hashtag indignanti e imploranti su ogni cosa che piaccia alla nazione arcobalenata, non pubblicano nulla. Tutto completamente oscurato.
Naturalmente è inutile dire che i discorsi delle istituzioni, in questi frangenti, sono sempre completamente dedicati alla salmodia dell’Europa, un ectoplasma il cui unico potere è rappresentato dalla minaccia rappresentata dalla Troika, un potere esterno, senza alcun controllo, responsabile di crimini umanitari. Il giorno della Vittoria dovrebbe essere il vero giorno della Memoria. E invece è diventata una festa anonima e priva del minimo significato. Di cui tutti ignorano il significato e dimenticano quali terribili crimini sono stati commessi contro il nostro paese e soprattutto che i criminali di oggi discendono da quelli di ieri.
Forse è anche per questo che molti cercano di annacquarne il significato. Se tanti davvero sapessero, forse certe cose non accadrebbero.