Il comunicato del Ministero della Salute - che di fatto consente (non impone, e già questo la dice lunga) il reintegro dei sanitari non vaccinati e dunque fa cadere l'obbligo di vaccino anche per l’ultima categoria che ne era soggetta - segna di fatto la fine della pandemia, o almeno di questa fase.
Non è niente di inaspettato. E già da prima ancora che il fantomatico virologo cugino di Albano, Oronzo Carrisi, parodiato da Checco Zalone cantasse "pandemia ora che vai via", che il terrorismo mediatico stava cominciando ad allentare la presa, distratto dal caos ucraino.
Per tutti quelli che in questi due anni e mezzo - dove pure di cose ne sono successe - hanno cercato di parlare d'altro, è la fine di un incubo. Sicuramente è anche la fine di una velleitaria celebrità digitale che ha costruito intere carriere di dissidenti. Ma per tutti gli altri è l'inizio di un altro incubo, perché questa orribile vicenda ha stabilito pericolosissimi precedenti che hanno inaugurato pericolosissime prassi, prima tra tutte quella che, di fronte ad una qualsiasi emergenza, si possano impunemente sequestrare quelle libertà fondamentali che fanno parte del patrimonio di quello che noi chiamiamo Occidente.
Insomma, sta finendo nel peggiore dei modi. Con i creatori di questa oscena storia che ponendovi fine di loro iniziativa, cercheranno anche di raccontarla a modo proprio. Da vincitori. Ed è questo il vero guaio. E dunque non è finita per niente. Già quando nel Gennaio del 2020 il Covid – impropriamente chiamato anche dai medici "Coronavirus", e già da questo errore avremmo dovuto capire molte cose dei cosiddetti scienziati – fece la sua comparsa nel proscenio mondiale, i più attenti ebbero immediatamente la percezione che questa vicenda sarebbe stata un pretesto per toglierci diritti e danari. E così è stato. Due anni di pandemia ci hanno dimostrato che esiste una cricca di mafiosi internazionali, di terroristi, disposti a tutto pur di eseguire un loro piano. Domanda: sapendo che questi sono quel che sono, davvero pensate che la fine di un’emergenza decisa da loro, sarà la nostra liberazione?
Che prima o poi il covid finisse era inevitabile. Personalmente, avendo vissuto già altre grandi bolle mediatiche (Mani Pulite, 11 Settembre, Crisi finanziaria del 2011 e conseguente governo tecnico e Covid) ho riscontrato che ognuna di esse ha un suo ciclo. La prima fase è quella dell’unanimismo, tutti concordano con le teorie ufficiali: i politici sono tutti ladri, un gruppo di cattivoni che odiano la misericordiosa America si sono schiantati contro due torri, i governi tecnici hanno sempre ragione e il Covid è un pericoloso virus che ci farà fuori tutti se non imprigioniamo i cittadini a casa e se non si vaccinano tutti. Poi la bolla matura e inizia a perdere pus. Ci si accorge che dietro ogni bolla mediatica ci sono interessi convergenti e soprattutto conflitti di interesse, si scopre che dietro un’inchiesta giudiziaria ci possono essere fini geopolitici, si scoprono le stranezze dietro un attentato, ci si rende conto che la tempesta finanziaria non aveva niente di meteorologico e che dietro un virus spesso si sviluppa un’oceanica marea di interessi, fino a quando il progredire dell’infezione non mostra che avevano ragione quelli che non ci avevano creduto. E che tutti questi eventi seguono un nascosto filo golpista.
Chi gestisce una di queste bolle, se vuole avere il potere di marcare il territorio, deve avere l’abilità di farla finire prima che scoppi. E il Covid, prima del caos ucraino che ha rimescolato le carte anche nell'area del dissenso, già da tempo vedeva una progressiva crescita della dissidenza che, se organizzata, avrebbe potuto provocare pericolosissime rivolte. Insomma, la pandemia sta finendo ma i mafiosi sono ancora lì. Dopo aver modificato la Costituzione in maniera tale da giustificare futuri totalitarismi, sono pronti a creare nuove emergenze, nuove bolle, nuove sottrazioni di diritti e di denari. Giustificati dalla Costituzione. In questi momenti, non vince chi evoca ma forse sarebbe più il caso di dire invoca – comprensibilmente – un ritorno alla normalità, ma chi, perseguendo una visione di assieme, si rende conto che non è affatto finita.
Non è niente di inaspettato. E già da prima ancora che il fantomatico virologo cugino di Albano, Oronzo Carrisi, parodiato da Checco Zalone cantasse "pandemia ora che vai via", che il terrorismo mediatico stava cominciando ad allentare la presa, distratto dal caos ucraino.
Per tutti quelli che in questi due anni e mezzo - dove pure di cose ne sono successe - hanno cercato di parlare d'altro, è la fine di un incubo. Sicuramente è anche la fine di una velleitaria celebrità digitale che ha costruito intere carriere di dissidenti. Ma per tutti gli altri è l'inizio di un altro incubo, perché questa orribile vicenda ha stabilito pericolosissimi precedenti che hanno inaugurato pericolosissime prassi, prima tra tutte quella che, di fronte ad una qualsiasi emergenza, si possano impunemente sequestrare quelle libertà fondamentali che fanno parte del patrimonio di quello che noi chiamiamo Occidente.
Insomma, sta finendo nel peggiore dei modi. Con i creatori di questa oscena storia che ponendovi fine di loro iniziativa, cercheranno anche di raccontarla a modo proprio. Da vincitori. Ed è questo il vero guaio. E dunque non è finita per niente. Già quando nel Gennaio del 2020 il Covid – impropriamente chiamato anche dai medici "Coronavirus", e già da questo errore avremmo dovuto capire molte cose dei cosiddetti scienziati – fece la sua comparsa nel proscenio mondiale, i più attenti ebbero immediatamente la percezione che questa vicenda sarebbe stata un pretesto per toglierci diritti e danari. E così è stato. Due anni di pandemia ci hanno dimostrato che esiste una cricca di mafiosi internazionali, di terroristi, disposti a tutto pur di eseguire un loro piano. Domanda: sapendo che questi sono quel che sono, davvero pensate che la fine di un’emergenza decisa da loro, sarà la nostra liberazione?
Che prima o poi il covid finisse era inevitabile. Personalmente, avendo vissuto già altre grandi bolle mediatiche (Mani Pulite, 11 Settembre, Crisi finanziaria del 2011 e conseguente governo tecnico e Covid) ho riscontrato che ognuna di esse ha un suo ciclo. La prima fase è quella dell’unanimismo, tutti concordano con le teorie ufficiali: i politici sono tutti ladri, un gruppo di cattivoni che odiano la misericordiosa America si sono schiantati contro due torri, i governi tecnici hanno sempre ragione e il Covid è un pericoloso virus che ci farà fuori tutti se non imprigioniamo i cittadini a casa e se non si vaccinano tutti. Poi la bolla matura e inizia a perdere pus. Ci si accorge che dietro ogni bolla mediatica ci sono interessi convergenti e soprattutto conflitti di interesse, si scopre che dietro un’inchiesta giudiziaria ci possono essere fini geopolitici, si scoprono le stranezze dietro un attentato, ci si rende conto che la tempesta finanziaria non aveva niente di meteorologico e che dietro un virus spesso si sviluppa un’oceanica marea di interessi, fino a quando il progredire dell’infezione non mostra che avevano ragione quelli che non ci avevano creduto. E che tutti questi eventi seguono un nascosto filo golpista.
Chi gestisce una di queste bolle, se vuole avere il potere di marcare il territorio, deve avere l’abilità di farla finire prima che scoppi. E il Covid, prima del caos ucraino che ha rimescolato le carte anche nell'area del dissenso, già da tempo vedeva una progressiva crescita della dissidenza che, se organizzata, avrebbe potuto provocare pericolosissime rivolte. Insomma, la pandemia sta finendo ma i mafiosi sono ancora lì. Dopo aver modificato la Costituzione in maniera tale da giustificare futuri totalitarismi, sono pronti a creare nuove emergenze, nuove bolle, nuove sottrazioni di diritti e di denari. Giustificati dalla Costituzione. In questi momenti, non vince chi evoca ma forse sarebbe più il caso di dire invoca – comprensibilmente – un ritorno alla normalità, ma chi, perseguendo una visione di assieme, si rende conto che non è affatto finita.
L'era Covid è stata solo un orribile test che ha suffragato quello di cui sono capaci coloro che l’hanno gestita. L'era della guerra ucraina riproporrà prassi del tutto analoghe, segnate dallo stesso regime emergenzialista che ha caratterizzato il Covid. Farla finire per mani degli stessi che l'hanno creata non è una vittoria ma, al contrario, la più catastrofica delle sconfitte. E, personalmente, mi sento come Mussolini sul Gran Sasso. Liberato dai miei carcerieri, per essere condotto verso nuove prigioni.