N.B. Informazione di servizio: avrete notato che alcuni post sono spariti. In realtà, ho commesso un errore di distrazione e ho cancellato il mio blog (e soltanto quello). Avrei potuto ripristinare il backup ma questo avrebbe significato dover stare offline alcune ore e sinceramente non mi andava. Se i danni fossero stati ad un altro blog, avrei ripristinato il mio backup, ma dato che questo non è il caso, ho preferito ripartire da zero. Ripristinerò manualmente, in questi giorni, i miei post.
La Meloni non è né laureata né ha una storia di imprese raggiunte nel mondo degli affari, e a dispetto del volto ancora fresco, è ormai una personalità politica di lunghissimo corso. Sa bene come funziona la politica e sa che in campagna elettorale non poteva dire cose diverse da quelle che ha detto. Sa bene che chi arriva a Palazzo Chigi non ha il pieno controllo della nave, può solo premere i bottoni di una scelta che, se sbagliata, le si ritorcerà contro.
Se ha ottenuto il 26% dei voti, ciò è avvenuto perché esiste un'evidente dicotomia tra ciò che la Meloni ha detto in questa campagna elettorale e la realtà che molti si aspettano e che potrebbe essere molto diversa da quella prospettata dalla leader di FDI.
Giudicarla ora è prematuro. Molte cose ancora devono accadere. Intanto, Liz Truss, neopremier britannica, si è dovuta dimettere dopo meno di due mesi e i maligni sospettano che questo derivi dal fatto che, essendo ormai prossime le elezioni mid-term - la cui vittoria repubblicana è data per certa - questo cambierà radicalmente non soltanto la politica americana ma anche quella di paesi che fanno parte dell'alveo occidentale.
Se la Meloni sarà nominata Presidente del Consiglio, sarà timoniera di una nave di cui ha il controllo che le consentono le acque. Se le acque le consiglieranno di irrigidirsi nel suo atlantismo e magari nell'adempimento di nuovi obblighi vaccinali, ecco che la Meloni farà rima con Burioni. Se invece dagli Stati Uniti arriveranno segnali di cambiamento, la Meloni li seguirà.
Uno degli errori più comuni è pensare che per essere un grande politico si debba avere una lunga lista di lauree o di essere stati grandi imprenditori. E invece occorrono tutta una serie di doti per le quali una laurea non serve a nulla. Il Giulio Cesare, pronunciando la celeberrima frase "alea iacta est, il dado è tratto", non varca certo il Rubicone in forza di lauree ma di una serie di qualità che si apprendono per strada o sono innate: in primis, un coraggio leonino e una vivida intelligenza. Le competenze servono a sapere come fare le cose e infatti ogni politico che si rispetti - anche Putin - ha una lunga schiera di consiglieri molto più competenti di lui in mille cose che gli mostreranno la lista di criticità per ogni decisione, poi lui dovrà fare la scelta definitiva.
La Meloni non è né laureata né ha una storia di imprese raggiunte nel mondo degli affari, e a dispetto del volto ancora fresco, è ormai una personalità politica di lunghissimo corso. Sa bene come funziona la politica e sa che in campagna elettorale non poteva dire cose diverse da quelle che ha detto. Sa bene che chi arriva a Palazzo Chigi non ha il pieno controllo della nave, può solo premere i bottoni di una scelta che, se sbagliata, le si ritorcerà contro.
Se ha ottenuto il 26% dei voti, ciò è avvenuto perché esiste un'evidente dicotomia tra ciò che la Meloni ha detto in questa campagna elettorale e la realtà che molti si aspettano e che potrebbe essere molto diversa da quella prospettata dalla leader di FDI.
Giudicarla ora è prematuro. Molte cose ancora devono accadere. Intanto, Liz Truss, neopremier britannica, si è dovuta dimettere dopo meno di due mesi e i maligni sospettano che questo derivi dal fatto che, essendo ormai prossime le elezioni mid-term - la cui vittoria repubblicana è data per certa - questo cambierà radicalmente non soltanto la politica americana ma anche quella di paesi che fanno parte dell'alveo occidentale.
Se la Meloni sarà nominata Presidente del Consiglio, sarà timoniera di una nave di cui ha il controllo che le consentono le acque. Se le acque le consiglieranno di irrigidirsi nel suo atlantismo e magari nell'adempimento di nuovi obblighi vaccinali, ecco che la Meloni farà rima con Burioni. Se invece dagli Stati Uniti arriveranno segnali di cambiamento, la Meloni li seguirà.
E' solamente da come si muoveranno le acque internazionali della politica che capiremo il nostro futuro.