Di recente, nel corso delle mie incursioni e ricerche sulla storia del cinema, mi sono imbattuto in un numero sempre più crescente di articoli e rivelazioni su celebri attori e registi, resisi colpevoli di abusi ed eccessi di ogni sorta, in particolar modo di molestie e veri e propri stupri nei confronti di colleghe attrici e non solo.
Ad esempio il caso della famosa Nathalie Wood, una vita finita tra l'altro tragicamente, che sarebbe stata violentata a 16 anni nel corso di un provino tenutosi al celebre Chateau Marmont (una sorta di hotel "maledetto" di Hollywood) nientemeno che dall'allora 38enne Kirk Douglas. Questo almeno secondo il libro biografico scritto dalla sorella di Natalie, Lana.
Osservando però la carriera di questo come di altri divi, emerge il ritratto di un uomo bello, dinamico, sicuro di sè, che già all'epoca era famosissimo (era il 1954) e che non aveva di certo problemi nel procurarsi donne ed amanti varie.
Certo, lo stupratore è come un serial killer abile a nascondere la sua natura violenta. Però non so a cosa sinceramente credere, di fronte a un proliferare di accuse recenti a produttori/attori/registi viventi (dal caso Weinstein a Kevin Spacey e Bill Cosby) e deceduti (Clark Gable, Alfred Hitchcock) sulla scia della caccia alle streghe del #metoo.
Posso solo ricordare le parole calzanti dello sceneggiatore Rod Serling:
"Hollywood è un gran bel posto in cui vivere... se sei un pompelmo."
Ad esempio il caso della famosa Nathalie Wood, una vita finita tra l'altro tragicamente, che sarebbe stata violentata a 16 anni nel corso di un provino tenutosi al celebre Chateau Marmont (una sorta di hotel "maledetto" di Hollywood) nientemeno che dall'allora 38enne Kirk Douglas. Questo almeno secondo il libro biografico scritto dalla sorella di Natalie, Lana.
Osservando però la carriera di questo come di altri divi, emerge il ritratto di un uomo bello, dinamico, sicuro di sè, che già all'epoca era famosissimo (era il 1954) e che non aveva di certo problemi nel procurarsi donne ed amanti varie.
Certo, lo stupratore è come un serial killer abile a nascondere la sua natura violenta. Però non so a cosa sinceramente credere, di fronte a un proliferare di accuse recenti a produttori/attori/registi viventi (dal caso Weinstein a Kevin Spacey e Bill Cosby) e deceduti (Clark Gable, Alfred Hitchcock) sulla scia della caccia alle streghe del #metoo.
Posso solo ricordare le parole calzanti dello sceneggiatore Rod Serling:
"Hollywood è un gran bel posto in cui vivere... se sei un pompelmo."