Apriamo una nuova Finestra, stavolta sul nostro passato produttivo. Non so come descrivere la mia profonda disperazione quando osservo il livello di banalità e pressapochismo di tanta nostra produzione di fiction contemporanea. Idem per la recitazione di attori presunti tali che non riesce minimamente a creare empatia o partecipazione ai personaggi che interpretano.
Eppure eravamo il Paese degli Sceneggiati, in un mondo decisamente meno complicato di quello attuale ma assai più basato su talento e capacità. Anche in ambito televisivo. La cura che troviamo nella scrittura e nelle performance attoriali di produzioni come IL SEGNO DEL COMANDO (uno dei più grandi successi della RAI degli Anni 70) sembrano appartenere a uomini e donne di un'altro pianeta: Ugo Pagliai e Carla Gravina, due dei protagonisti principali, erano l'emblema di un mondo dello spettacolo dove dedizione e professionalità sembravano ancora contare qualcosa.
Anche la produzione cine-televisiva è lo specchio di un Sistema Paese. Lo diceva pure Biagio Proietti, uno dei grandi scrittori e produttori di sceneggiati RAI, recentemente scomparso.
Eppure eravamo il Paese degli Sceneggiati, in un mondo decisamente meno complicato di quello attuale ma assai più basato su talento e capacità. Anche in ambito televisivo. La cura che troviamo nella scrittura e nelle performance attoriali di produzioni come IL SEGNO DEL COMANDO (uno dei più grandi successi della RAI degli Anni 70) sembrano appartenere a uomini e donne di un'altro pianeta: Ugo Pagliai e Carla Gravina, due dei protagonisti principali, erano l'emblema di un mondo dello spettacolo dove dedizione e professionalità sembravano ancora contare qualcosa.
Anche la produzione cine-televisiva è lo specchio di un Sistema Paese. Lo diceva pure Biagio Proietti, uno dei grandi scrittori e produttori di sceneggiati RAI, recentemente scomparso.