Il 17 agosto di sei anni fa moriva il cantautore bolognese Claudio Lolli. Una delle sue canzoni più celebri, Borghesia, contenuta nell'album Aspettando Godot (1972), potrebbe ispirare il mio personalissimo manifesto politico. Naturalmente il sottoscritto considera pregi molti dei difetti che l'autore del brano ravvisa nella per lui deprecabile “piccola borghesia.” I comunisti, specie quelli che piacciono alla gente che piace, hanno sempre detestato la piccola borghesia, mentre fornicano volentieri con la grande borghesia perché quest'ultima sa parlare, ha letto molto e sfoggia l'orologio sopra il polsino. Sì, io voglio essere un piccolo borghese che fa rabbia, pena, schifo o malinconia. Sono contento se un ladro muore, se si arresta (in realtà si tenta di redimerla) una puttana, se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana. Io voglio tenermi stretto i denari miei, assillato dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento. E poi che belle le famiglie di una volta, la domenica vestite a festa con i capi famiglia in testa, che prestano ascolto all'omelia, rinunciando all'osteria.
Una piccola borghesia così grigia e così per bene che porta a spasso le sue catene. Le catene della serietà, del decoro e della responsabilità, prerogative un tempo in auge anche a sinistra (perlomeno finché il Pci non è stato roso dal tarlo pannelliano); virtù che hanno contribuito a rendere grande l'Italia, poi rovinata da svendipatria, trotzkisti e seguaci del Grande Satana vaccaro-sionista. Godo quando gli anormali son trattati da criminali?
Certo, godo come un riccio. Ma purtroppo non succede mai. Al contrario, viviamo in un'epoca grama e buia che celebra l'anormalità più mostruosa. Reprimere l'anormalità fisica e sessuale, dunque, ma soprattutto chiudere in un manicomio tutti gli zingari (a proposito: mai visto zingari felici) e gli intellettuali, turbatori della sicurezza pubblica i primi, seminatori di ubbie e paranoie inutili (inutili per una nazione che vuole crescere e fortificarsi) i secondi.
Una piccola borghesia così grigia e così per bene che porta a spasso le sue catene. Le catene della serietà, del decoro e della responsabilità, prerogative un tempo in auge anche a sinistra (perlomeno finché il Pci non è stato roso dal tarlo pannelliano); virtù che hanno contribuito a rendere grande l'Italia, poi rovinata da svendipatria, trotzkisti e seguaci del Grande Satana vaccaro-sionista. Godo quando gli anormali son trattati da criminali?
Certo, godo come un riccio. Ma purtroppo non succede mai. Al contrario, viviamo in un'epoca grama e buia che celebra l'anormalità più mostruosa. Reprimere l'anormalità fisica e sessuale, dunque, ma soprattutto chiudere in un manicomio tutti gli zingari (a proposito: mai visto zingari felici) e gli intellettuali, turbatori della sicurezza pubblica i primi, seminatori di ubbie e paranoie inutili (inutili per una nazione che vuole crescere e fortificarsi) i secondi.
Un giorno, forse, il vento ci spazzerà via, ma intanto siete stati spazzati via voi socialistoidi fautori di un modello fallimentare, utili idioti pronti a reggere il moccolo alla ghenga di assassini e usurai peggiore della Storia.