Il cosiddetto "Qatargate" (scusate, questi parlano così) rischia di ferire a morte le già sfatte sinistre continentali. Stavolta è stato colpito il loro impianto ideologico, l’europeismo. Cos’è l'Unione Europea? È una lebbrosa che si crede miss Universo e si tocca forsennatamente, contemplandosi allo specchio come una sedicenne introversa. Hanno tradito il sogno dei Padri Fondatori, piagnucolano certi illusi a cui piace poetare sulla fanghiglia. Molti avevano confuso l’Europa come polo alternativo agli Stati Uniti d’America con i rabbiosi grugniti di Juncker, il disprezzo di Attali per la plebaglia europea, le nullità che “fanno rete” e stanno con Mattarella o con Macròn, i ricatti di Moscovici. Una galleria degli orrori. Ma quale tradimento, ma quale sogno infranto! Parliamo piuttosto di una distopia perfettamente compiuta: doveva fungere da protesi burocratica dell’occupazione militare spacciata per alleanza (NATO), e tale si è confermata. Ben scavato, vecchia baldracca! Un carrozzone lobbistico che demolisce gli stati nazionali senza edificare una mazza, incapace di confrontarsi con i problemi reali, che governa in maniera dissennata e tirannica puntellandosi sulle minoranze frustrate, quasi disarmato e privo di politica estera, che brucia denaro per compiacere e oliare chi ha il fegato di menare le mani, di fare Politica e di pensare in grande. Il sogno si è realizzato per filo e per segno. Rossi e Spinelli, i Barabba di Ventotene, ipotizzarono persino una guerra contro la Russia, al fine di galvanizzare le plebi del nuovissimo fantoccio gonfiato dai dollari americani. Che peccato che quel Duce balordo non li abbia spediti a spalare carbone nelle miniere del Sulcis! Ed eccolo all’opera l’impiastro che ama immaginarsi come capolavoro geopolitico del Novecento, Nobel per la Pace e fusione armonica di popoli fratelli. Il capolavoro non fa altro che scartavetrarsi i testicoli, farsi bombardare i gasdotti, agire a comando come il più zelante dei burattini. Se è necessario aprirà un secondo fronte a est o nei balcani, dove non vede l’ora di consegnare la Serbia ai briganti kosovari. Per quanto riguarda i partiti travolti dal letamaio, ben venga un netto ridimensionamento del PD, che ancora oggi accarezza la bestia rara e subdola della superiorità morale berlinguriana, con annesso buonismo onestista paragrillino. È un culto che poggia le radici nel mito del cattocomunismo tronfio e integerrimo, un culto praticato col ciglio umido e tuttora rimpianto da militanti incanutiti, non di rado perfino sinceri. La diversità antropologica delle sinistre è sempre stata un triste spettacolo per gonzi e anime belle, un teatro autoconsolatorio di livello filodrammatico, animato da quattro epuloni appena usciti dalla mangiata con la camicia unta e la cintura slacciata, che simulano meraviglia e biascicano i Non sapevo e Non potevo immaginare di circostanza. Però piano con gli osanna, perché la Tangentopoli di Eurolandia non prelude a nulla di buono. L’inchiesta è palesemente artefatta e teleguidata e sta già causando tensioni con il Qatar, discreto fornitore di idrocarburi. Fosse autentica e in buona fede, i magistrati andrebbero oltre, metterebbero il naso in vicende ben più gravi che fanno impallidire codesta storiella di ordinario malcostume. Per esempio, chissà quali verminai e troiai celano la liaison con Big Pharma e il sostegno alla guerra per procura iniziata nel 2014. Cosa aspettano a scoperchiarli? Macché, siamo in presenza di un modesto Bmovie giudiziario che nella migliore delle ipotesi intimidirà le sinistre, nella peggiore aprirà la strada ai sovranismi geneticamente modificati. Da tempo ripeto che bisogna prestare attenzione a una certa destra, presubilmente ammanicata con i noti servizi, una destra col mito carolingio che, dopo l’appoggio accordato ai torbidi di Maidan, si sta riscoprendo europeista e visceralmente russofoba. Potrebbe toccare a loro, dopo la sempre più probabile “salvinizzazione” del conservatorismo meloniano. E teniamo d’occhio pure i vari Renzi e l’ineffabile Calenda, rampollo della borghesia nepotistica e parassitaria, altrimenti nota come ricchi di Stato. Non escludo una connection tra sinistra decotta ed estrema destra neo-europeista, affratellati dal servilismo terminale di marca arciatlantista. I socialisti stanno inguaiati. I figli scemi della grande famiglia mafiosa di Bruxelles sono stati sorpresi con le mani nel caramello arabo. Loro profferivano le solite quattro banalità lusinghevoli a proposito dei mondiali qatarioti, e poi passavano all’incasso sgraffignando laute bustarelle. Degni epigoni dei quaranta ladroni. Cosa potevamo aspettarci da un Parlamento trasformato in refugium peccatorum di squinzie deluxe e trombati? Per anni abbiamo sopportato la torvaggine similprotestante dei vari Van Rompuy, l’avvinazzato Juncker e Schauble, il genio del male in carrozzina, Ursula “eppur si commuove” von der Leyen: un campionario di gentaglia presa di peso dalle tele di William Hogarth. Ci definivano maiali indebitati, corrotti e sibariti. Eravamo, noi cattolici mediterranei, i gaudenti in bolletta da trattare alla stregua di parenti poveri, mantenuti irriconoscenti. Poveri piddini, adesso prendono le distanze. Cos’altro possono fare? I meno lucidi accusano Putin e pontificano: bisogna impedire che le autocrazie come il Qatar esercitino ingerenze. La colpa non è dei corrotti comprati a paccate di milioni, come nelle migliori tradizioni africane, ma dei corruttori. Chiaro, no? Di certo, hanno perso la faccia. Chi mai ottempererà ai diktat suicidi della cleptocrazia di Bruxelles? Prepariamoci al peggio, che talvolta è l’anticamera del meglio.