Magari Mussolini avesse emulato Stalin fucilando senza pietà i Savoia con annessi latifondisti, industrialotti falliti e ammiragli traditori, piuttosto che inciuciare, traccheggiare, confinare e purgare si, ma solo con l’olio di ricino.
Le pur meritorie ricerche revisioniste farebbero bene a non lodare troppo la balorda bonomia del Duce. Come dite, il feroce colonialismo italiano?
Non iniziò nel 1922, durò lo spazio di un mattino e fece molte meno vittime del solo colonialismo belga, che in Congo schiavizzò, massacrò e mutilò milioni di indigeni. E per cortesia non tirate fuori la tiritera del gas asfissiante, usato per la prima volta da francesi e spagnoli in Marocco per stroncare i ribelli del Rif.
Gli orrori staliniani e del maoismo hanno permesso a Russia e Cina di preservare la sovranità politica, economica e militare; piaccia o meno, è un dato di fatto.
Il tanto esecrato bolscevismo ha condotto la Russia da Oblomov a Stakanov e dall'aratro alla bomba H; ha ereditato i battellieri del Volga, li ha trasformati in astronauti e li ha lanciati in orbita. A prezzo di immani sacrifici, s’intende, perché il tempo stringeva. Non lo dico io: lo riconobbe l’insigne storico britannico Arnold J. Toynbee e lo ammise Craxi quando subodorò la fregatura insita in Gorbacev. La violenza è levatrice della Storia, cristallina verità attribuita a Marx e a Croce. La violenza individuale è un reato, la violenza di massa è Storia.
Gli anglosassoni, i “buoni” per antonomasia che oggi fanno la morale all’universo, hanno commesso alcune delle azioni più aberranti: Dresda, Hiroshima e Nagasaki, il genocidio di decine di milioni di nativi, bisonti compresi. E, dal loro punto di vista, avevano ragione: senza quegli orrori spesso sottovalutati e puntualmente dimenticati, non avrebbero potuto assimilare folle di disperati provenienti da ogni latitudine. E forse non esisterebbero Las Vegas e Hollywood, Halloween, Disney e tutte le puttanate che ci piacciono tanto. La rivoluzione francese? Carrettate di cadaveri e di teste ghigliottinate. Hitler, di cui non condivido pressoché nulla, era fatto della pasta criminale dei grandi personaggi storici: desiderava destinare le immense materie prime dello spazio eurasiatico alle insaziabili e avanzate industrie tedesche. Gli andò male, ma il suo popolo combatté ferocemente sacrificandosi in prima persona, senza guerre per procura e altri meschini giochetti da vigliacchi. Napoleone voleva unificare l'Europa con le baionette e i cannoni, e nel farlo tinse di rosso le pianure e le colline del Vecchio Continente. Duemila anni fa Giulio Cesare sterminò almeno un milione di galli (un po’ come eliminare 15-20 milioni di francesi): genio militare, genio letterario, genio legislativo e… genio criminale. Non è mai esistito un grande personaggio storico che non sia stato anche un mostro sanguinario, fatevene una ragione.
Le pur meritorie ricerche revisioniste farebbero bene a non lodare troppo la balorda bonomia del Duce. Come dite, il feroce colonialismo italiano?
Non iniziò nel 1922, durò lo spazio di un mattino e fece molte meno vittime del solo colonialismo belga, che in Congo schiavizzò, massacrò e mutilò milioni di indigeni. E per cortesia non tirate fuori la tiritera del gas asfissiante, usato per la prima volta da francesi e spagnoli in Marocco per stroncare i ribelli del Rif.
Gli orrori staliniani e del maoismo hanno permesso a Russia e Cina di preservare la sovranità politica, economica e militare; piaccia o meno, è un dato di fatto.
Il tanto esecrato bolscevismo ha condotto la Russia da Oblomov a Stakanov e dall'aratro alla bomba H; ha ereditato i battellieri del Volga, li ha trasformati in astronauti e li ha lanciati in orbita. A prezzo di immani sacrifici, s’intende, perché il tempo stringeva. Non lo dico io: lo riconobbe l’insigne storico britannico Arnold J. Toynbee e lo ammise Craxi quando subodorò la fregatura insita in Gorbacev. La violenza è levatrice della Storia, cristallina verità attribuita a Marx e a Croce. La violenza individuale è un reato, la violenza di massa è Storia.
Gli anglosassoni, i “buoni” per antonomasia che oggi fanno la morale all’universo, hanno commesso alcune delle azioni più aberranti: Dresda, Hiroshima e Nagasaki, il genocidio di decine di milioni di nativi, bisonti compresi. E, dal loro punto di vista, avevano ragione: senza quegli orrori spesso sottovalutati e puntualmente dimenticati, non avrebbero potuto assimilare folle di disperati provenienti da ogni latitudine. E forse non esisterebbero Las Vegas e Hollywood, Halloween, Disney e tutte le puttanate che ci piacciono tanto. La rivoluzione francese? Carrettate di cadaveri e di teste ghigliottinate. Hitler, di cui non condivido pressoché nulla, era fatto della pasta criminale dei grandi personaggi storici: desiderava destinare le immense materie prime dello spazio eurasiatico alle insaziabili e avanzate industrie tedesche. Gli andò male, ma il suo popolo combatté ferocemente sacrificandosi in prima persona, senza guerre per procura e altri meschini giochetti da vigliacchi. Napoleone voleva unificare l'Europa con le baionette e i cannoni, e nel farlo tinse di rosso le pianure e le colline del Vecchio Continente. Duemila anni fa Giulio Cesare sterminò almeno un milione di galli (un po’ come eliminare 15-20 milioni di francesi): genio militare, genio letterario, genio legislativo e… genio criminale. Non è mai esistito un grande personaggio storico che non sia stato anche un mostro sanguinario, fatevene una ragione.
I cattivi edificano imperi e civiltà mentre i buoni si fanno rubare la bicicletta. Persino Cristo palesava intenzioni bellicose (sono venuto a portare la spada e non la pace) e diede in escandescenze scacciando i mercanti dal Tempio. Discorso a parte merita il ragionier Mario Draghi, il subdolo vermiciattolo, il borsaiolo di mezza tacca, il miserabile rovinafamiglie. Magari avessimo avuto autentici figli di puttana al timone al posto dei rubagalline degli ultimi trent’anni. A quest’ora avremmo una vera politica estera, un arsenale nucleare e delle industrie vere anziché le fabbrichette di pentolame, gli agriturismi e il culto del relitto. Invece ci ritroviamo “
a famigghia” Agnelli-Elkann, sbafatori di denaro pubblico scortati dal servitorame saputo, i rinnegati del comunismo, i miracolati della diccì e il commesso viaggiatore che ha importato da oltreoceano la sottocultura televisiva. Pazienza. Un Lincoln vale più di mille somari sottosviluppati cacciatori di selfie come Salvini; un Goebbels si mangia in insalata un cretino fatto e finito come Vittorio Emanuele Parsi, incapace persino di cucinare della propaganda passabile. Meno soldatini in “missione di pace” per conto terzi, meno dame di carità intente a distribuire sacchi di riso e antibiotici e più Putin, più Erdogan, più gente di polso disposta ad ammazzare. La patria a quest’ora avrebbe spezzato l’incantesimo dell’eterno 8 settembre italiota e sarebbe salva o quantomeno non fottuta. So di predicare nel deserto, ma ben venga una Tienanmen tricolore a rimettere al loro posto i furfanti e i vendipatria d'ogni colore. Ma come, le dittature non ti concedono mica la facoltà di scrivere certe cose. Me ne frego! L’attuale sistema liberaldemocratico è come il camino di mastro Geppetto: un gelido simulacro. Esso ti concede la libertà di espressione, ovvero la facoltà di abbaiare alla luna, finché rimani innocuo; non appena passi dalla teoria alla prassi ti tronca le gambe, senza misericordia. Credere, obbedire… dibattere! Ovunque è così. Tornando a noi, abbiamo seminato reality show e Che tempo che fa, e raccogliamo parrucchini, grillini e sardine. Sopravvivere ai rigori del mondo multipolare richiede un governo forte, non il lercio bipolarismo elettoralistico che ci ha ridotto a pattumiera scassata e maleodorante.