Questo è un articolo di sfacciata, banale e sconsolante indignazione. Il gioco al massacro sulla nostra pelle non conosce tregua. L’attualità snocciola fatti e numeri sconcertanti che preludono a scenari catastrofici da film postapocalittico. A Palermo i defunti sono rimasti insepolti per ben due anni, mentre l’ormai ex sindaco Ollando fituso, irascibile gigione del vittimismo antimafia, ingannava il tempo a digiunare per i migranti e a invocare la gogna per Salvini. Intanto i cinghiali scorrazzano bellamente per le strade della fu città eterna, dove la monnezza è divenuta orpello scenografico, è assurta ad attrazione turistica. Nelle grandi città, lustro del Belpaese, proliferano il degrado e la delinquenza, spesso e volentieri di matrice straniera. Sono quei lavori che gli autoctoni, svuotati e infrolliti, non vogliono più fare, giacché la criminalità ha studiato, si è messa il papillon e la cravatta e adesso lucra senza dare nell’occhio, evitando il più possibile di sporcarsi le mani.
Assistiamo al graduale smottamento del sistema: le famiglie, le aziende private e gli ospedali si ritrovano schiacciati da bollette astronomiche, i comuni fradici di debiti. L’anemia e l’anomia avanzano inesorabili praticamente ovunque: gli edifici pubblici, costruiti con materiali scadenti o non manutenuti per decenni, sono diventati dei luoghi ad alto rischio; i caduti sul fronte del lavoro sono roba da bollettino di guerra, uno stillicidio intollerabile; si susseguono le morti improvvise e misteriose di giovani e giovanissimi, pietosamente occultate. La quiete sinistra che precede la tempesta. E, in questo clima lugubre, da fine del mondo, i salotti televisivi si distinguono per necrofilia e necrofagia: si cibano della morte fisica e civile (cosa sono gli “accumulatori seriali” se non morti civili?) degli italiani. La sparizione fisica di persone ammazzate o scomparse viene definita comunemente cronaca nera, ma è ormai un sottoprodotto parodistico del romanzo giallo, i cui ingredienti collaudati sono il “mistero” dietro ogni nonnulla; le “svolte” che conducono gli inquirenti nell’ennesimo vicolo cieco; le piste interminabili e labirintiche; i testimoni improbabili e improponibili. Quand’è che basta, Gordon? Chi ci sveglierà da quest’incubo? Possibile che non ci sia un manipolo di generali, sufficientemente forniti di fegato, disposti a bombardare il Parlamento e la Rai, a chiudere le rotative e a schiaffare in gattabuia politicanti e gazzettieri mantenuti e manutengoli? Finirà mai il gigantesco e lungo e noioso scherzo da prete che perdura da quasi tre anni?