Evviva! Finalmente un “premier” (primo ministro suona male) donna! L’armata rosa avanza ovunque. ...e sti cazzi? I teorici della “via culturale al sovranismo” ci garantiscono che si tratta di una rivoluzione che spazzerà via il genderismo buonista e arcobaleno. I critici più tiepidi ci invitano alla cautela, a non nutrire eccessive illusioni e ad attendere l’esito delle elezioni americane di midterm. Altri disapprovano l’età media da gerontocrazia tardosovietica e si chiedono: abbiamo a che fare con personalità navigate o con bolliti sul viale del tramonto? Per il sottoscritto, pessimista cronico, sarà un governo di macelleria sociale e bellica.
La priorità del neo inquilino della Farnesina, l’ex monarchico Antonio Tajani detto WotanTonio, è quella di tubare telefonicamente con l’omologo ucraino Kuleba. Gli edifici pubblici marciscono nell’incuria, i morti sul lavoro si susseguono e le aziende vanno a ramengo, ma l’Agenda Draghi ci intima di continuare a rifornire di denaro e armi gli ascari dell’Anglosfera. E l’abbiamo sfangata, perché Tajani è la versione light del falco atlantista Terzi di Sant’Agata.
Un mansueto colombaccio al posto del pericoloso rapace. Sniff sniff… Non so voi, ma io sento un lezzo nauseabondo di patrioti plautini, di am-lire, di pinochettismo alle cozze marinate. Una puzza insopportabile di generale Figliuolo e di sergente maggiore Quaglia. Andiamo avanti.
Matteo Salvini si occuperà di infrastrutture, o almeno ciò che ne rimane. Pertanto, non potrà fermare le orde di infedeli che sbarcano a Lampedusa. Peccato! Io me lo immaginavo in overdose da Nutella, intento a cantare “Non voglio mica la Mezzaluna”.
Viene premiato – giustamente – col dicastero dell’Economia Giancarlo Giorgetti, l’artefice dell’ecatombe elettorale leghista. La scelta certifica che il fronte no euro è stato superato dagli eventi, e nel centrodestra non ha mai contato nulla. Borghi&Bagnai potranno continuare indisturbati a vegetare in Senato e a cazzeggiare su Twitter.
Buon divertimento.
La Giustizia al magistrato “garantista” Carlo Nordio potrebbe rivelarsi una mossa azzeccata e coraggiosa. Vedremo.
Missione disperata per il pur volenteroso Gilberto Pichetto Fratin, successore del malthusiano Cingolani alla Transizione Ecologica. La denominazione del ministero dice tutto, ed è tutto così tristemente orwelliano.
Orazio Schillaci raccoglie il testimone dal mostriciattolo tolkieniano, ma non ci attendono notti magiche.
Il nuovo ministro della Sanità ha già stabilito che ‘A mascherina gnornò, gnornò!
Gennaro Sangiuliano passa dalla poltrona di direttore del Tg2 a quella, ben più prestigiosa, di ministro della Cultura.
Il poveretto, per la sola ragione di aver scritto una discreta biografia del presidente russo, è stato tacciato di putinismo da quel palazzinaro del giornalismo che risponde al nome di Roberto Saviano. Solidarietà incondizionata a Sangiuliano.
L’ex governatore della Sicilia Nello Musumeci, l’autonomista celebre per le intemerate contro “quelli di Rrroma”, guiderà il fiabesco ministero del Sud e del Mare. A Palermo si è insediato Renato Schifani. Altro che “Uno vale uno”, qui “Uno vale l’altro”.
Guido Crosetto alla Difesa. È fatta. Con quel po' po’ di fisico da Primo Carnera ci riprendiamo l’Istria, la Dalmazia e la Gioconda. Io mi accontenterei di una linea orbaniana sull’Ucraina.

PS. Mi mancheranno le straordinarie avventure di Gigi Di Maio (mi incazzo tanto con lui perché l’ho difeso a spada tratta fino al 24 febbraio), i suoi SMS alla fidanzata: “Ciao tesò, sono a cena con Lavrov. E che
facerei… mangio il manzo alla Strogoff mentre
leggessi Michele Stroganoff.”

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Applausi. Ma davvero pensi che Tajani è più leggero di Terzi? Ho avuto il dubbio privilegio di avere uno scambio di vedute sulla sua pagina FB. L'ho dovuto bloccare dopo una serie interminabile di commenti insulsi, prevedibili e privi di qualsivoglia spirito, pieni solo di faccine e luoghi comuni sul nazismo (che ci deve entrare sempre) da leccapiedi ministeriale in carriera. Uno di quei fantozzi che secondo me la sera prima di addormentarsi pensa alle frasi più gradite da dire il giorno dopo per ingraziarsi il capo. Chiaro che nello stato-fantoccio italiano lui abbia fatto carriera, ed io no.
 

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