Da anni la tragica vicenda ucraina impegna dozzine di studiosi, eppure c’è chi ha già compreso tutto. È Mister Bandierino, alfiere di drappi altrui e ignaro gonfaloniere di stendardi nazisti, membro dell’implacabile tribù dei #facciamoqualcosa: facciamo rete, facciamo la calza ma soprattutto facciamo ridere. Da quando il nostro cosmopolita ha scoperto la pretenziosa cricca di Kiev, ne ha assimilato l’improntitudine, tipica peraltro dei nazionalismi straccioni, dove lo spirito patriottico è degradato a scenografia e tifo da stadio. Mister Bandierino è veltronianamente per la pace, ma anche per la guerra: la pace si raggiunge attraverso la sconfitta e l’umiliazione della Moscovia, mica legittimando le ragioni delle parti in causa. Mister Bandierino ha passato l’esistenza a fare le pulci ai nostalgici del ventennio, a menarla con la Shoah, Anna Frank e il piccolo Hurbinek, a vedere il fascio littorio persino nella pastasciutta, e ora supporta e metabolizza una junta che erige statue pubbliche a un truce massacratore di ebrei e polacchi. Alla faccia del nonnetto che piazza il busto del duce in fondo al corridoio! Mister Bandierino disprezza Putin, ma anche la totalità dei russi, a cui affibbia graziosi nomignoli come russnya, orchi e ruzzi. Mister Bandierino irride i morti e i danni inferti a quello che chiama “invasore”, ma frigna non appena droni e missili colpiscono centrali elettriche e caserme dell’AFU, lui che ha sempre benedetto e talvolta sminuito i micidiali raid dell’US Air Force su Belgrado e Baghdad. Mister Bandierino ha smarrito il senso della misura e il principio di realtà: incallito e sconsiderato guerrafondaio, non arretra di un millimetro neanche di fronte al rischio di un Armageddon. L’escalation atomica? Facezie. Eppure la neopremier inglese e il comico-che-fa-piangere non escludono un attacco nucleare preventivo della NATO. Con l'abituale faccia tosta di chi ha digerito Maastricht e la moneta unica, Mister Bandierino ricorre alla storiella dell'aggredito e dell'aggressore al fine di minimizzare leggi antirusse e svariati crimini documentati dai report dell'OSCE. Schizofrenico, considera sé stesso un dissidente e l’Italia un pericoloso satellite putiniano. Secondo Mister Bandierino, La7, sotto sotto, è LaZ. Avete capito bene, La7, l’ufficio del Ministro della Verità Chicco Mentana, dove Myrta Merlino ruba la scena all’ospite meno omertoso accavallando le gambe come Sharon Stone. Saremo pure un satellite putiniano, ma da noi gli inviati con l’elmetto, il pelo sullo stomaco e la faccia foderata di bronzo hanno psicanaliticamente rimosso otto anni di guerra feroce e imposto una narrazione emotiva, talvolta surreale, a base di nonne coraggio e bambine con fucile e lecca lecca. Mister Bandierino arriva a squadernare il peggior repertorio del complottismo, perché se di mezzo c’è la Russia allora qualsiasi delirio dietrologico diventa vangelo. Daria Dugina? È viva e nuota nel sangue di gabbiano. Il ponte di Crimea? Lo ha fatto brillare il raggio mortale del dottor Scemenko. Mister Bandierino sermoneggia e blatera di trasparenza direttamente dal paese dell'omertà di Stato, dei cadaveri eccellenti, delle stragi impunite e degli armadi della vergogna. Lo zoccolo duro dei mister bandierini è formato da draghiani, groupies dei vari cagliostri di Davos, urlatori dello scientismo, istrioni del vaccino, kammarati restauratori dell’Impero Carolingio, eurofessi assortiti. I loro soci di maggioranza risultano però i kompagni, scribacchini e politicanti riconducibili al PCI (la cricca ex dalemiana dei Rondolino, Polito ecc.), partito irrigato dal rublodotto sovietico per mezzo secolo. La bestia nera di Mister Bandierino è Alessandro Orsini, un prof. di relazioni internazionali con un’aria e delle maniere da seminarista, puntualmente sbeffeggiato: Quali competenze ha? Chi lo paga? Vada a vivere in qualche casermone tardosovietico! Quand’è che si toglie dai coglioni? Noi qui scherziamo, ma da otto mesi siamo ostaggio di una scimmia che impugna il mitra, in balia di un neonato che armeggia con le fiale di nitroglicerina. Il popolo italiano rischia di perdere ciò che rimane del proprio benessere e dei propri diritti per colpa di una minoranza minorata di energumeni. Non la prevalenza del cretino, come suggerivano Fruttero & Lucentini, bensì la prevalenza del filoucraino. Dobbiamo reagire e rispondere colpo su colpo. E gridare forte: Non prævalebunt!