Mi imbatto in un articolo del buon Marcello Veneziani che chiede "la Tradizione si è interrotta dopo la morte di Benedetto XVI?" E dice che no, la Tradizione non muore con Joseph Ratzinger, rispondendo così ai vari Cionci e Minutella che sostengono il contrario. Ma pure Veneziani, ottima penna, non va a fondo della questione perché come tutti i giornalisti pecca di "presentismo", difetto che diventa gravissimo soprattutto se si parla di un'istituzione antica come la Chiesa.
L' inedito dei due Papi è in realtà un caso che nella storia della Chiesa si è già verificato alcune volte, sebbene non tantissime. Il caso Ratzinger-Bergoglio ha però diverse analogie con la coabitazione papale più celebre della storia: quella tra Celestino V, l'eremita Pier da Morrone del "gran rifiuto" di dantesca memoria, e Bonifacio VIII, papa Benedetto Caetani, l'ambizioso nobiluomo acerrimo nemico del Sommo Poeta.
Anche in quel caso la rinuncia di papa Celestino fu ottenuta attraverso minacce e pressioni. Celestino si ritirò, come papa Benedetto XVI, nel suo eremo (e venne assassinato poco dopo). Papa Bonifacio era inoltre apertamente ateo e negatore della Divinità di Cristo, oltre che simoniaco.
Eppure Dante, che lo mette ancor vivo all'inferno, ne riconosce la dignità pontificia tanto da scagliarsi contro lo schiaffo di Anagni che lui stesso ritiene sacrilego. E Dante, politico di primo piano, era consapevole della miscredenza personale di papa Bonifacio. E tuttora papa Bonifacio VIII si trova negli elenchi pontifici e il suo faccione si ritrova a San Paolo Fuori le Mura.
Il fatto è che la Chiesa stessa si fonda su un paradosso. Ricordiamo che il Papa è il successore di San Pietro. E chi era San Pietro? Quello che non solo rinnega tre volte Cristo, ma che viene chiamato da Gesù "uomo di poca fede" quando non crede che il Maestro può farlo camminare sulle acque e addirittura "satana" quando si rifiuta di credere che il Maestro sarà ucciso ("Vattene, satana, perché tu ragioni secondo gli uomini e non secondo Dio"). E gli altri Apostoli erano forse migliori? Giovanni, il "discepolo che Gesù amava" manda la mamma a "farsi raccomandare" per avere un posto alla destra del Padre, Giuda era comunque nel "giglio magico" e comunque davanti alla Croce fuggono tutti abbandonando il Maestro.
Perché, nonostante diversi moralisti che sono fioriti in ambito cristiano, il Vangelo sa che non siamo perfetti. E volere a tutti i costi il Papa Santo, il Papa perfetto va contro il Vangelo. La forza del Vangelo sta proprio nel tener conto delle debolezze umane e quindi farci ingoiare persino i Bonifacio e i Bergoglio.
Passando alla "Tradizione" ci sono quelli che già la vedono interrotta dal Concilio Vaticano II visto come una "protestantizzazione". Ma già il Concilio di Trento inseguì il Protestantesimo su terreni che era meglio non inseguire. Prima di Trento non esisteva Indice dei Libri Proibiti, la caccia alle streghe era appannaggio di protestanti svizzeri e tedeschi e nessuno aveva da ridire sui nudi di Michelangelo (il problema, per Michelangelo, si presentò dopo). Trento, voluta da un papa corrotto e nepotista come Paolo III, inseguì quel moralismo calvinista che è, come spiegato sopra, anti-evangelico.
Sulla Tradizione pensiamo ai "fratelli maggiori" ebrei. Il sacerdozio ebraico si interrompe nel 70 dopo Cristo, quando i Romani distrussero il Secondo Tempio. Eppure l'Ebraismo è ancora vivo.
Poi certo, ci si può credere o meno. E dire, proprio perché un fatto come quello che stiamo vivendo non è inedito la Chiesa non ha credibilità.
Eppure la Chiesa romana è, ad oggi, l'istituzione più antica del mondo. Non sono riuscita a distruggerla gli imperatori romani, l'Islam, i protestanti, Napoleone ("se non ci siamo riusciti noi preti, pensa di riuscirci lei?" chiedeva ironicamente il cardinale Ercole Consalvi all'Imperatore), il Risorgimento e il comunismo.
E questo vale anche per gli ebrei, che della Chiesa sono la radice. Gerusalemme venne distrutta a più riprese da Egizi, Babilonesi, Greci e Romani. Questi popoli potenti non ci sono più, l'Ebraismo è vivo (e si parla di un popolo che conta una ventina di milioni di persone nel mondo).
Anche i non credenti secondo me una domandina sulla persistenza del mondo giudaico-cristiano, sempre in punto di morte e che sempre seppellisce chi pensava di sotterrarlo, dovrebbe porsela

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Bello il riferimento a Giuda ma aggiungerei che hai peccato per difetto: non era solo uno del giglio magico. Alla fine chi legge le Sacre Scritture scopre che Giuda fu quello che, più di tutti, credette in Gesù.
 
No. "Il Figlio dell'Uomo se ne va ma guai a colui per mano del quale se ne andrà. Meglio per quell'uomo che non fosse mai nato". Giuda molto probabilmente voleva un messianismo politico e quindi, se è così, non aveva compreso nulla. Fatto sta che vendette Gesù per denaro. E questo peggiora la cosa...
 

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Andrea Sartori
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