Il video della lite tra Zelensky e Trump, consumatasi nello Studio Ovale della Casa Bianca, è diventato virale e ha fatto il giro del mondo. Solo le pietre non sanno cosa è accaduto a Washington il 28 Febbraio del 2025. Quindi non mi attarderò a ripercorrerne i punti salienti e di come questa lite sia nata e si sia sviluppata.
Però le modalità in cui questo incontro si è svolto hanno suscitato svariate perplessità.
Prima di tutto il forte contrasto tra l'azione e la "location".
Per anni il Mondo è stato abituato a vedere la Casa Bianca, e lo Studio Ovale in particolare, come una sorta di tempio della Democrazia e soprattutto della Diplomazia. Un luogo dove nei decenni si sono sprecate le strette di mano tra leader politici mondiali, bersagliate e immortalate dai flash dei fotografi.
Invece pochi giorni fa sembra sia andato in onda il preludio di una rissa. Sembrava una discussione da bar tra romanisti e laziali o tra milanisti e interisti. E a quanto pare sembra si sia infranta la regola aurea per la quale i panni sporchi si debbano lavare sempre in famiglia. Possibilmente senza TV e giornalisti provenienti da mezzo mondo.
Comunque in seguito a questo evento impensabile fino ad oggi si sono sprecate le congetture e, tra analisti e complottisti, ne abbiamo sentite di tutti i colori.
Infatti c'è chi dice che Zelensky sia caduto in una trappola tesagli da Trump. C'è chi dice che Trump e Zelensky erano d'accordo e hanno inscenato un teatrino per il beneficio delle telecamere. Alcuni hanno affermato che Zelensky è stato inviato a Washington dai leader europei come agnello sacrificale. Altri pensano che la lite sia stata provocata ad hoc dall'amministrazione Trump per agevolare una exit strategy statunitense dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Insomma: di tutto e di più, come detto prima.
Comunque, a prescindere da qualsiasi congettura più o meno cervellotica, alla fine ciò che rimane sono le immagini indelebili di quell'incontro-scontro. E come mi capitò di affermare qualche tempo fa, con il mio articolo dal titolo "Pensiero Stupendo" (https://www.lagrandeitalia.net/alessio-paolo-morrone/2025/01/29/pensiero-stupendo/ )
, la guerra russo ucraina si combatte su due fronti. Il campo di battaglia effettivo, fisico, e il campo di battaglia mediatico. Nel primo fronte sta vincendo largamente la Russia e nel secondo cerca di vincere l'America.
Per farla in breve, come abbiamo visto in altre occasioni, gli Stati Uniti hanno innescato l'ennesimo conflitto da cui non sanno come uscirne (Vedi Vietnam e Afghanistan). Però è vero che Trump ha ereditato una guerra che non gli appartiene. D'altro canto non può uscirne con le mani alzate e sventolando bandiera bianca. Quindi ciò che stanno facendo gli Stati Uniti è cercare di sfilarsi il prima possibile da un conflitto già perso da tempo e oltremodo dispendioso. Però cercando di non risultare sconfitti agli occhi dell'opinione pubblica. Inoltre cercare di monetizzare l'uscita di scena spremendo l'Ucraina delle sue materie prime. Quindi quale soluzione migliore se non individuare un capro espiatorio sul quale accollare le responsabilità dell'avvio della guerra e della conseguente sconfitta?
Volodimir Zelensky è sembrato fin da subito il parafulmine ideale su cui scaricare tutte le responsabilità del conflitto in questione.
Anche se a onor del vero bisogna ammettere che il leader ucraino è stato sostenuto, incoraggiato e "pompato" a dismisura dalla cricca anglosassone e dai vassalli dall'Unione Europea.
Da quando sono iniziate le ostilità nel Febbraio del 2022 i politici e i media del Mondo Occidentale, all'unisono, non hanno fatto altro che veicolare e amplificare l'immagine di Zelensky quale novello Churchill, strenuo difensore della Democrazia e coraggioso baluardo contro la barbarie russa. Il problema è che il nostro Volodimir ha creduto davvero alla parte in commedia che gli avevano cucito addosso!
Come sembrano lontani i tempi di quando il presidente ucraino suonava il pianoforte col pisello...
Comunque ciò che è accaduto il 28 Febbraio, a mio modestissimo parere, ha avuto un doppio scopo.
Prima di tutto ufficializzare al Mondo che gli USA del conflitto in Ucraina se ne lavano le mani. In secondo luogo Trump ha voluto mandare un messaggio preciso ai leader europei.
Infatti come è noto la NATO e la UE, durante l'amministrazione Biden, hanno ricalcato bovinamente e pedissequamente il solco tracciato dai neocon statunitensi riguardo la guerra in Ucraina. Ovvero la volontà di sconfiggere militarmente la Russia, metterla in ginocchio economicamente, disgregarla e impossessarsi delle sue materie prime.
Due personaggi del passato provarono a realizzare questo ambizioso progetto, ma in entrambi i casi le cose non andarono benissimo. La conferma del fatto che errare è umano ma perseverare è diabolico...
Comunque, come detto prima, la quasi totalità dei leader dell'Unione Europea si dimostrarono dei ferrei atlantisti. Dei turbo atlantisti. Anzi per certi versi più atlantisti degli Stati Uniti stessi! Come quando i sudditi sono più realisti del Re.
Quindi stiamo assistendo ad una situazione a dir poco paradossale. E cioè quella situazione per la quale l'Europa si è talmente imbevuta di russofobia e di bellicosità che non riesce più ad accettare il fatto che il nuovo inquilino della Casa Bianca possa contattare di persona Vladimir Putin per arrivare ad un rapido accordo di Pace duratura.
E come i tossicodipendenti iniziano ad avere le convulsioni quando gli vengono sotratte improvvisamente le sostanze, così i leader europei hanno iniziato a sbavare e a dimenarsi al pensiero della fine della guerra.
Però, nonostante le poltrone del Parlamento Europeo siano occupate per lo più da invertebrati, questi ultimi sono pur sempre possessori di un singolo neurone. E questo neurone solitario fa capire loro che senza l'appoggio degli Stati Uniti sarebbe impossibile, per un vagheggiato Esercito Europeo, mettere piede in Ucraina e affrontare i russi vis-a-vis con la remota speranza di riportare a casa la pelle.
Ma nonostante Donald Trump abbia spiegato in tutte le lingue che la sua priorità sia quella di far cessare rapidamente il conflitto, i vertici di NATO e UE hanno continuato ad incaponirsi e a insistere che Trump debba continuare a sostenere Zelensky all'infinito.
Ora avete presente quando spiegate più volte la stessa cosa ad una persona ma quest'ultima si rifiuta di capire? A tutti sicuramente verrà spontaneo dire: "Lo capisci o ti devo fare un disegnino?".
Ecco. Mi par di capire che il 28 Febbraio, nello Studio Ovale, il presidente degli Stati Uniti abbia fatto una sorta di "disegnino" a beneficio dei propri vassalli europei.
Trump ha palesato in mondovisione la sua totale disistima (eufemismo!) nei confronti del leader ucraino, trattandolo come un fazzoletto usato o come una cartuccia sparata. Per rimanere in tema guerresco, come piace a Kaja Kallas & Co., a Washington è sembrato di vedere un arsenale al completo che interloquiva con un bossolo vuoto.
Quindi al netto di tutto ciò mi pare che Donald Trump non abbia usato mezze misure e il messaggio al Mondo intero sia stato diretto e inequivocabile come un calcio nei denti. Il messaggio in questione, sintetizzato, è il seguente: Zelensky è utile e gradito agli Stati Uniti quanto un calcolo renale. Una volta espulso chiunque se ne può fare carico. Non certo e non più lo Zio Sam. Rien ne va plus.
Ma poi, se ci pensiamo bene, la fine delle ostilità in Ucraina è sempre stata una delle colonne portanti della campagna elettorale trumpiana. E secondo me, tra le altre cose, la classe politica europea sia rimasta a dir poco sconcertata dal fatto che un altro politico abbia avuto il coraggio e l'ardire di fare una cosa assurda e impensabile: mantenere le promesse elettorali!
Ma, come detto prima, la quasi totalità dei leader europei sono come tossici in crisi di astinenza e di conseguenza non riescono più a ragionare. Sono fuori di sé e non riescono a percepire la realtà circostante. Anelano pervicacemente ed ottusamente ad una guerra insensata e senza fine.
Da questo punto di vista la NATO e la UE assomigliano ai quei tori che durante le corride scalpitano e sbuffano in modo irrazionale all'agitarsi di un drappo rosso. E l'incaponirsi aggressivo dietro questo drappo agitato dal torero li porta fatalmente ad essere feriti, umiliati ed uccisi.
La situazione dell'Europa in questo preciso momento storico mi porta alla mente la figura dell'aquila. Ovvero quell'uccello grande e maestoso, capace di toccare vette altissime e irraggiungibili da parte di qualsiasi altro uccello. Non per niente l'aquila è anche il simbolo dell'America.
Quindi con sgomento bisogna prendere atto che l'aquila americana è definitivamente volata via. E all'Europa è rimasto solo il padulo. Ovvero quell'uccello che vola ad un'altezza innominabile.
Alessio Paolo Morrone