Una volta mi capitò di entrare nell'abitazione di una persona deceduta la cui famiglia era formata da Testimoni di Geova. Il titolare dell'agenzia funebre pregò me e i miei colleghi di non ostentare alcun segno o gesto che potesse rimandare alla religione cristiana. Per non creare malintesi con la famiglia del defunto. Il sottoscritto, invece, si fece ugualmente il segno della croce furtivamente, sotto lo sguardo severo dei suddetti colleghi.
Un'altra volta mi capitò di recarmi in una casa di cura dove era deceduto un notissimo e potentissimo massone cagliaritano. Nella camera mortuaria campeggiava appesa al muro una grande croce poiché la struttura in questione era gestita dalle suore. Dopo aver deposto la salma nella bara esortai i miei colleghi a posizionare quest'ultima sotto la croce. I miei colleghi obiettarono:"Che senso ha? I parenti sanno che il loro congiunto era ateo!". E io risposi:"Probabilmente ai parenti non interessa che il loro congiunto si trovi sotto la Croce. Ma sicuramente adesso al defunto interessa molto!".
Questi avvenimenti mi sono tornati alla mente in seguito alla morte di Giorgio Napolitano. Soprattutto riguardo alla presenza di papa Francesco presso la camera ardente allestita a Montecitorio. Una presenza che ha lasciato perplesso più di un cattolico. Infatti non tutti sanno che Giorgio Napolitano è stato un ateo con la "A" maiuscola. Un laico irriducibile duro e "puro". Pare che in punto di morte abbia ribadito la volontà di rifuggere da qualsiasi funerale religioso e di essere tumulato presso il cimitero acattolico di Roma. Quindi vediamo che la presenza di Bergoglio davanti alla bara dell'ex presidente della Repubblica si potrebbe definire come il proverbiale "cavolo a merenda". Tra l'altro il papa si è limitato a contemplare il feretro in silenzio. E questo gesto ha fatto storcere il naso a più persone. Perché il papa è pur sempre il vicario di Cristo e quindi avrebbe dovuto benedire la salma o almeno farsi il segno della croce. Invece niente di tutto ciò. Evidentemente, come abbiamo visto in precedenza, per evitare di turbare la laicità del momento si è volutamente evitato di ostentare segni o gesti riconducibili al cristianesimo. Quindi diciamo che l'atteggiamento eccessivamente diplomatico di Jorge Bergoglio può non essere giustificabile ma comunque comprensibile.
Ben più grave ciò che è successo durante il cosiddetto "funerale laico" di Giorgio Napolitano.
Il sottoscritto per ovvii motivi ha presenziato a decine di questa sorta di "funerali". Posso dire che sono la quint'essenza della desolazione umana. In pratica gli amici e i parenti del de cuius si alternano al microfono per veicolare uno sbrodolamento di frasi ad alto tasso glicemico utili a descrivere il defunto come persona assolutamente integerrima e candida come un giglio. Una sorta di canonizzazione laica, si potrebbe dire. Oppure si potrebbe sintetizzare il "funerale" laico con la versione adattata del noto refrain:"Perché è un bravo ragazzo nessuno lo può negar!"...
Ma il "funerale" di Napolitano, svoltosi sempre a Montecitorio, è stato ancora più desolante poiché non era presente neanche la salma! E anzi alla desolazione del momento si è anche aggiunto l'inspiegabile e scriteriato gesto del nunzio apostolico in Italia e San Marino mons. Emil Paul Tscherrig. Egli, evidentemente per dimostrarsi ancora più "diplomatico" del Papa, si è platealmente tolto la croce pettorale appena sedutosi sullo scranno di Montecitorio. Un gesto gravissimo e ricco di significato.
Senza proferire parola l'alto prelato ha comunque mandato un messaggio inequivocabile. E che cioè la Chiesa cessa di essere la sposa di Cristo per diventare la sposa del Mondo. Anzi vergognandosi pure di Gesù Crocifisso!
Non so se il Monsignore si sia reso ben conto della portata del suo gesto sconsiderato. Ma in quanto uomo di Chiesa al suo posto non dormirei sonni tranquilli. Perché proprio Nostro Signore nel Vangelo afferma una cosa da far tremare i polsi:"Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi" (Mc 8,38).
Alessio Paolo Morrone