Più di trent'anni fa il sottoscritto fu sedotto da una serie di ideologie, uomini e simboli che attualmente vanno molto per la maggiore all'interno della classe politica ucraina. Va da sé che in quanto italiano fui molto affascinato dal ventennio fascista e contestualmente dalla RSI. Quindi ritenevo (probabilmente non a torto!) che i veri invasori dell'Italia non furono i tedeschi ma gli americani. E la cosa che mi faceva ridere e infuriare ad un tempo era leggere sulla Costituzione italiana che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Fondata sulla Mafia, tutt'al più! Infatti non è un mistero per nessuno che lo sbarco angloamericano in Sicilia sarebbe stato pressoché impossibile senza l'ausilio della mafia italoamericana in combutta con la mafia siciliana. Ma come si sa la mafia, e la malavita in generale, non è una onlus e men che meno una succursale della Caritas. Quindi è ovvio che lo sbarco angloamericano in Sicilia sia stato propiziato dal classico principio del do ut des. Praticamente lo Zio Sam & Co. hanno messo in pratica il concetto attribuito al Machiavelli secondo il quale il fine giustificherebbe i mezzi. Col risultato di permeare il tessuto sociale, economico e politico italiano di veri e propri gangster. Fino ai nostri giorni.


Il problema è che tale realtà è quasi impossibile da percepire. Per il semplice fatto che nell'immaginario collettivo il mafioso per antonomasia viene immaginato, appunto, con la coppola, i baffoni e il fucile a tracolla. E per sua natura è fondamentalmente brutto, sporco e cattivo. Purtroppo le cose non sono così semplici. Infatti i malavitosi ai vertici del potere politico e finanziario sono sicuramente cattivi ma non sono né brutti né sporchi. E anzi ispirano fiducia e rispetto. Basti pensare al presidente del consiglio più bello e più bravo che l'Italia abbia mai avuto. Sto parlando di Mario Draghi. Un gangster al soldo di Goldman Sachs che ha gestito le cose italiche con metodi a dir poco mafiosi. Infatti egli, a dispetto della sua presunta autorevolezza ed eleganza, è riuscito ad imporre agli italiani, obtorto collo, l'odioso passaporto verde. Se la mente non mi inganna Mario Draghi fu quel personaggio che mentì spudoratamente riguardo le doti salvifiche del noto siero magico. E come il mafioso chiede il "pizzo" agli esercenti, pena la distruzione dell'attività commerciale, così il "buon" Draghi ha posto i lavoratori italiani davanti ad un bivio. O green pass o sospensione dal lavoro senza stipendio. Ovviamente i lavoratori non sono stati obbligati a conseguire l'odioso lasciapassare verde. Macché! Essi sono sempre stati liberi di scegliere. Scegliere se punturarsi o morire di fame. E se ci fosse qualche dubbio riguardo la malvagità intrinseca di Mario Draghi sarebbe bene ricordare che gran parte degli italiani non solo si sono fatti vaccinare poiché sotto ricatto ma hanno pure dovuto firmare una liberatoria che di fatto sollevava medici, politici e Big Pharma da qualsiasi responsabilità in caso di morte o effetti avversi post vaccino. Cornuti e mazziati, si direbbe.


Ma che l'Italia sia caduta dalla padella alla brace (da regime fascista a colonia yankee) lo si è visto da subito, nell'immediato dopoguerra. Infatti lo Zio Sam, da perfetto boss, ha fatto immediatamente capire ai suoi sudditi che chiunque si fosse messo di traverso ai suoi progetti avrebbe fatto una brutta fine, più o meno cruenta. E quindi mi vengono in mente i nomi di Enrico Mattei, Aldo Moro e Bettino Craxi. Ma similmente anche Silvio Berlusconi nel 2011 e Joseph Ratzinger nel 2013.


Ma i metodi mafiosi non sono appannaggio dei vassalli di Washington italici. Anche i vassalli ucraini pare si difendano bene.


Solo chi è distratto (eufemismo!) o in malafede può negare che quella in atto nell'est Europa sia una guerra per procura. Ovvero un conflitto tra USA e Russia dove però i primi stanno a guardare e i secondi devono fronteggiare militarmente l'Ucraina, foraggiata e sostenuta dalla NATO.


Ora l'attore comico Volodimir Zelensky, messo a capo dell'Ucraina dagli Stati Uniti, pare sia entrato perfettamente nel ruolo del cowboy che piace tanto oltreoceano: arrogante e senza scrupoli. E quindi, conscio del ruolo che gli è stato cucito addosso dallo Zio Sam, egli si è immedesimato talmente tanto da credere realmente di essere un intrepido condottiero incaricato di difendere i sacri valori dell'Occidente dalla barbarie russa.


Bisogna ammettere che l'interpretazione è molto convincente però chi legge una sceneggiatura sta, appunto, leggendo una sceneggiatura. Ovvero una storia frutto della fantasia dello sceneggiatore, magari basata su fatti veri, ma che non ha alcuna attinenza con la realtà circostante. Però pare che nella tragedia che si sta consumando in Ucraina finzione e realtà si stiano mischiando, impedendo sia agli attori che agli spettatori di distinguere l'una dall'altra. E mi sembra che i più confusi siano Volodimir Zelensky, gli USA e la NATO. Infatti è da almeno un secolo che l'industria cinematografica di Hollywood continua a scodellare film su film la cui trama si basa su un concetto molto semplice: l'eterna lotta del Bene contro il Male. In pratica, a parte qualche raro caso, se noi andiamo a vedere da vicino l'"ossatura" di tanti manufatti hollywoodiani ci renderemo conto che i personaggi in azione sono perfettamente e millimetricamente divisi tra buoni e cattivi, senza zone grigie. Nel senso che i "buoni" sono assolutamente buoni, senza alcuna macchia e candidi come colombe. Mentre i "cattivi" sono totalmente e irrimediabilmente cattivi, senza alcuna speranza di redenzione.


Purtroppo il delirio di onnipotenza degli Stati Uniti ha permesso che questa assurda semplificazione fosse traslata dalla fiction alla realtà. E infatti se ripercorriamo a ritroso tutta la Storia dell'umanità, a partire dai nostri giorni, vedremo che tutte le guerre e i conflitti intrapresi dagli yankees vengono descritti come battaglie epocali tra le Forze del Bene (gli americani) e le Forze del Male (il resto del mondo). Quindi è come se il mondo intero si fosse trasformato in una sterminata Hollywood dove lo Zio Sam scrive una trama e un copione a cui il mondo intero dovrebbe attenersi pedissequamente.


E nel copione riguardante il conflitto in Ucraina gli sceneggiatori a stelle e strisce avevano previsto che la Russia sarebbe stata indebolita e umiliata dalle sanzioni economiche. Che la popolazione russa si sarebbe rivoltata contro Putin instaurando un nuovo regime filo NATO, come ogni "rivoluzione colorata" prevede. E che l'Ucraina, con Zelensky in testa, avrebbe spezzato le reni alla Russia disgregandola irrimediabilmente.


Come sappiamo bene nulla di ciò si è avverato. Anzi è un dato di fatto che la Federazione Russa continua a denazificare i territori russofoni, lentamente ma inesorabilmente. La sua economia è più forte che mai come la leadership di Vladimir Putin. Le forze armate ucraine sono praticamente inesistenti. La tanto agognata "controffensiva" ucraina viene posticipata di mese in mese. E anzi è notizia recente che l'ultimo baluardo della "resistenza" ucraina (la città di Bakhmut) sia stata interamente conquistata dagli uomini del Gruppo Wagner.


Ora una persona intelligente e di buon senso dovrebbe ammettere che non una delle proprie aspettative si sia realizzata e quindi dovrebbe pensare seriamente ad instaurare un negoziato con la parte avversa per portare a casa un trattato di pace che possa limitare i danni. Come è sempre successo in tutte le guerre. Ma purtroppo, come detto prima, Zelensky & Co. sono convinti di vivere dentro un film hollywoodiano e quindi molto semplicemente non possono, non riescono ad accettare un finale diverso da quello scritto nel copione. Ovvero quello dove i cosiddetti "cattivi" (i russi) possano vincere contro i sedicenti "buoni" (USA, NATO e Ucraina). E quindi come quei bambini viziati che pestano i piedi perché hanno perso a biliardino il guitto ucraino continua imperterrito a chiedere sempre più armi e soldi all'Occidente, nonostante sia ormai ampiamente dimostrato da più di un anno, che il continuo invio di armi e soldi non è servito a spostare di mezzo centimetro le sorti del conflitto. E anzi l'Ucraina è diventata un vero e proprio buco nero che sta fagocitando e dissanguando senza costrutto le risorse economiche e militari dell'Europa. Ma come se ciò non bastasse la follia di Zelensky si è spinta anche oltre. Infatti il pupazzo di Washington, ormai in preda ad un vero e proprio delirio di onnipotenza amplificato evidentemente dalla polvere bianca, ha affermato che se qualche paese europeo si sognasse di non fornirgli più soldi e armi, ebbene quel paese si troverebbe seriamente in pericolo poiché oggetto di attentati terroristici in futuro. Un vero e proprio avvertimento in stile mafioso! Ovvero:"Non mi paghi il pizzo? E allora ti faccio saltare in aria il locale!".


Curioso notare di come gli Stati Uniti, sempre in prima fila nella lotta al terrorismo globale, non abbiano fatto un plissè in seguito a queste esplicite minacce...


E come tutti gli attori vanno in giro per promuovere il film da loro interpretato così il nostro Volodimir ha intrapreso un tour mondiale per promuovere il proprio grottesco teatrino. Giungendo anche in Italia.


Ora non starò qui ad approfondire la squallida e nauseante accoglienza che i nostri governanti hanno riservato al pupazzo di Washington. Anche perché tale grottesca rappresentazione ritengo sia stata un insulto alla dignità e all'intelligenza del popolo italiano. Mi limiterò a focalizzare l'inquietante arrivo di Zelensky in Vaticano. Chi ha visionato le foto e i filmati di tale evento si potrà rendere conto della sesquipedale arroganza del ducetto ucraino che con la sua corte dei miracoli è entrato tra le mura vaticane come se lui fosse il padrone di casa e il papa il suo maggiordomo. C'è una foto emblematica che sintetizza la scorribanda oltretevere del guitto gialloblù. In tale foto si vede Francesco I attorniato dal presidente ucraino e dal suo staff, tutti rigorosamente in mimetica e anfibi e con delle facce che sembrano prese in prestito dal cast de "Il Padrino" o di "Quei Bravi Ragazzi". Invece la faccia di Bergoglio ricorda quella di Aldo Moro durante i giorni di prigionia nel covo delle Brigate Rosse. Infatti da più parti si è fatto notare, con inquietudine, di come il papa nella foto sembri letteralmente preso in ostaggio dai neonazisti ucraini.


E a tal proposito mi è venuta in mente la Beata Elena Aiello. Una suora di origini calabresi che ricevette il dono della preveggenza. Fu lei che ebbe il coraggio di incontrare Benito Mussolini, poco prima dell'entrata in guerra, per scongiurarlo di non partecipare al secondo conflitto mondiale poiché sarebbe stata una terribile sciagura per sé e per l'Italia intera. Come è facile intuire il Duce non diede ascolto alle accorate suppliche della religiosa e a distanza di quasi 80 anni il popolo italiano si sta ancora leccando le ferite dovute a quella sciagurata decisione.


Ma è anche interessante sapere che più di 60 anni fa la Beata calabrese, durante una delle sue numerose visioni, vide la Russia che attraversava l'Europa intera senza incontrare resistenza e che sarebbe arrivata fino a Roma. E arrivata in Vaticano avrebbe innalzato la sua bandiera sulla cupola di San Pietro.


Ma a quanto pare sembra siano arrivati per primi gli ucraini.





Alessio Paolo Morrone

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