In questi ultimi giorni due notizie hanno catturato la mia attenzione: l'abbandono definitivo del velo della ormai ex Suor Cristina Scuccia e la strepitosa vittoria di Novak Djokovic alle Atp Finals svoltesi a Torino.
A prima vista queste due notizie paiono scollegate e prive di qualsiasi relazione. Invece se le analizziamo bene potremo notare che esse hanno ben più di un punto in comune.
Prima di tutto vediamo da vicino i due personaggi che ho appena citato.
Suor Cristina balzo' agli onori della cronaca allorquando nel 2014 vinse il talent show canoro "The Voice of Italy". Da lì iniziò una travolgente carriera artistica che portò l'allora suora orsolina in giro per il mondo cantando e incidendo dischi. Ma dopo anni di carriera artistica la suora canterina si è trovata davanti al dubbio amletico di scegliere definitivamente la vita religiosa oppure il mondo dello spettacolo. Sister Cristina (il suo "nome d'arte) ha scelto la seconda opzione anche se oggigiorno non riscuote più il successo del passato e attualmente lavora presso un ristorante spagnolo.
Novak Djokovic invece è un tennista serbo. Uno dei più forti tennisti di sempre. Ma la sua notorietà internazionale non è dovuta solo alle sue gesta sportive ma anche alle sue doti umane tout court. Infatti egli, pur avendo solo 33 anni, si può definire un "uomo d'altri tempi". Colto, sobrio, educato dentro e fuori i campi da tennis, integerrimo sotto tutti i punti di vista, orgoglioso della propria Patria e fiero dei propri ideali. Ideali che lo hanno portato prepotentemente alla ribalta tempo fa quando, in pieno delirio pandemico-vaccinale, gli fu proibito di partecipare a delle importanti gare tennistiche in Inghilterra e in Australia, poiché aveva rifiutato con fermezza di farsi inoculare il noto "siero magico". E questa sua decisione provocò un immenso sconcerto non solo nel mondo del tennis ma in tutto il mondo dello sport. In poco tempo il campione indiscusso Novak Djokovic divenne il bersaglio preferito degli innumerevoli pasdaran del siero sopramenzionato. In un batter di ciglia il tennista serbo, da uomo e sportivo esemplare, fu descritto come una sorta di fuorilegge, incosciente propagatore di virus mortali e pessimo esempio per le vecchie e nuove generazioni. Non dimentichiamo che quello era il periodo della caccia al "no vax". Un periodo dominato da una follia collettiva che portò l'allora presidente del consiglio Italiano Mario Draghi ad affermare con inusitata sicumera che "Chi non si vaccina si ammala, contagia e muore!". Senza fare un plisse'!
Poi sappiamo tutti come è andata a finire. Djokovic non si è ammalato, non ha contagiato e non è morto. Ma anzi a Torino si è aggiudicato il premio in denaro più alto in assoluto pur essendo il tennista più anziano ad essersi aggiudicato le Atp Finals.
Ma cosa hanno in comune le vite di Cristina Scuccia e Novak Djokovic? A parte il fatto di essere quasi coetanei (l'ex religiosa ha 35 anni) entrambi sono stati dotati di talenti naturali fuori dal comune. La prima col canto il secondo col tennis. Ciò che però li rende "speculari" l'uno dell'altro è il differente approccio col Mondo.
Infatti Suor Cristina dopo aver utilizzato per anni la sua incantevole voce in contesti esclusivamente liturgici e religiosi si è fatta letteralmente sedurre dal mondo dello spettacolo rimanendone, ahimè, stritolata tra le sue spire. E come spesso accade il destino di chi è stato sedotto è quello di essere abbandonato. Non per niente Cristina Scuccia ha cavalcato l'onda del successo finché era ancora una suora. Il fatto che una religiosa si cimentasse in balli e canzoni decisamente profane, alcune al limite della blasfemia, non poteva non suscitare grande curiosità ed entusiasmo nel Mondo, nel suo Principe e nei suoi vassalli. Ma adesso la cameriera di un ristorante qualunque non crea più quella morbosa curiosità che poteva scaturire dalla visione del sacro che si mischia col profano.
Invece Novak Djokovic, come un novello Ulisse, non ha ceduto alle sirene del Mondo che gli sussurravano:"Fatti almeno una dose! Cosa ti costa? Continuerai ad avere fama, soldi e successo!".
Egli per mesi e mesi ha preferito rinunciare a vittorie e lauti compensi pur di non piegarsi al vile ricatto vaccinale. E direi che la sua ostinazione sia stata ben ripagata perché se l'ex Suor Cristina facendosi incantare dal Mondo ha perso tutto, il tennista serbo ha vinto tutto quello che c'era da vincere e guadagnato tutto ciò che c'era da guadagnare. Ma, per ironia della sorte, egli grazie alla sua sconfinata notorietà è diventato a tutti gli effetti la prova vivente che tutto quello che è successo nel mondo dal 2020 in poi è stata una immensa, seppur drammatica, pagliacciata.
E se guardiamo le foto di Novak Djokovic a Torino vedremo che non era da solo a sollevare la coppa della vittoria verso il cielo ma c'erano anche quei 30 milioni di italiani che, come lui, non hanno mai chinato il capo.
Alessio Paolo Morrone
A prima vista queste due notizie paiono scollegate e prive di qualsiasi relazione. Invece se le analizziamo bene potremo notare che esse hanno ben più di un punto in comune.
Prima di tutto vediamo da vicino i due personaggi che ho appena citato.
Suor Cristina balzo' agli onori della cronaca allorquando nel 2014 vinse il talent show canoro "The Voice of Italy". Da lì iniziò una travolgente carriera artistica che portò l'allora suora orsolina in giro per il mondo cantando e incidendo dischi. Ma dopo anni di carriera artistica la suora canterina si è trovata davanti al dubbio amletico di scegliere definitivamente la vita religiosa oppure il mondo dello spettacolo. Sister Cristina (il suo "nome d'arte) ha scelto la seconda opzione anche se oggigiorno non riscuote più il successo del passato e attualmente lavora presso un ristorante spagnolo.
Novak Djokovic invece è un tennista serbo. Uno dei più forti tennisti di sempre. Ma la sua notorietà internazionale non è dovuta solo alle sue gesta sportive ma anche alle sue doti umane tout court. Infatti egli, pur avendo solo 33 anni, si può definire un "uomo d'altri tempi". Colto, sobrio, educato dentro e fuori i campi da tennis, integerrimo sotto tutti i punti di vista, orgoglioso della propria Patria e fiero dei propri ideali. Ideali che lo hanno portato prepotentemente alla ribalta tempo fa quando, in pieno delirio pandemico-vaccinale, gli fu proibito di partecipare a delle importanti gare tennistiche in Inghilterra e in Australia, poiché aveva rifiutato con fermezza di farsi inoculare il noto "siero magico". E questa sua decisione provocò un immenso sconcerto non solo nel mondo del tennis ma in tutto il mondo dello sport. In poco tempo il campione indiscusso Novak Djokovic divenne il bersaglio preferito degli innumerevoli pasdaran del siero sopramenzionato. In un batter di ciglia il tennista serbo, da uomo e sportivo esemplare, fu descritto come una sorta di fuorilegge, incosciente propagatore di virus mortali e pessimo esempio per le vecchie e nuove generazioni. Non dimentichiamo che quello era il periodo della caccia al "no vax". Un periodo dominato da una follia collettiva che portò l'allora presidente del consiglio Italiano Mario Draghi ad affermare con inusitata sicumera che "Chi non si vaccina si ammala, contagia e muore!". Senza fare un plisse'!
Poi sappiamo tutti come è andata a finire. Djokovic non si è ammalato, non ha contagiato e non è morto. Ma anzi a Torino si è aggiudicato il premio in denaro più alto in assoluto pur essendo il tennista più anziano ad essersi aggiudicato le Atp Finals.
Ma cosa hanno in comune le vite di Cristina Scuccia e Novak Djokovic? A parte il fatto di essere quasi coetanei (l'ex religiosa ha 35 anni) entrambi sono stati dotati di talenti naturali fuori dal comune. La prima col canto il secondo col tennis. Ciò che però li rende "speculari" l'uno dell'altro è il differente approccio col Mondo.
Infatti Suor Cristina dopo aver utilizzato per anni la sua incantevole voce in contesti esclusivamente liturgici e religiosi si è fatta letteralmente sedurre dal mondo dello spettacolo rimanendone, ahimè, stritolata tra le sue spire. E come spesso accade il destino di chi è stato sedotto è quello di essere abbandonato. Non per niente Cristina Scuccia ha cavalcato l'onda del successo finché era ancora una suora. Il fatto che una religiosa si cimentasse in balli e canzoni decisamente profane, alcune al limite della blasfemia, non poteva non suscitare grande curiosità ed entusiasmo nel Mondo, nel suo Principe e nei suoi vassalli. Ma adesso la cameriera di un ristorante qualunque non crea più quella morbosa curiosità che poteva scaturire dalla visione del sacro che si mischia col profano.
Invece Novak Djokovic, come un novello Ulisse, non ha ceduto alle sirene del Mondo che gli sussurravano:"Fatti almeno una dose! Cosa ti costa? Continuerai ad avere fama, soldi e successo!".
Egli per mesi e mesi ha preferito rinunciare a vittorie e lauti compensi pur di non piegarsi al vile ricatto vaccinale. E direi che la sua ostinazione sia stata ben ripagata perché se l'ex Suor Cristina facendosi incantare dal Mondo ha perso tutto, il tennista serbo ha vinto tutto quello che c'era da vincere e guadagnato tutto ciò che c'era da guadagnare. Ma, per ironia della sorte, egli grazie alla sua sconfinata notorietà è diventato a tutti gli effetti la prova vivente che tutto quello che è successo nel mondo dal 2020 in poi è stata una immensa, seppur drammatica, pagliacciata.
E se guardiamo le foto di Novak Djokovic a Torino vedremo che non era da solo a sollevare la coppa della vittoria verso il cielo ma c'erano anche quei 30 milioni di italiani che, come lui, non hanno mai chinato il capo.
Alessio Paolo Morrone