La fisiognomica è una disciplina pseudoscientifica che pretende di dedurre la psicologia, le pulsioni e il carattere degli uomini osservandone i tratti somatici.
Uno dei più entusiasti propugnatori della fisiognomica fu, a cavallo dei due secoli passati, il noto medico, antropologo e criminologo veronese Cesare Lombroso. Quest'ultimo infatti riteneva di poter riscontrare le inclinazioni malvagie e criminali delle persone studiandone le caratteristiche antropologiche.
All'inizio le teorie e gli studi portati avanti dal Lombroso riscossero molto successo presso gli ambienti accademici ma col tempo, da più parti, si iniziarono a sollevare forti dubbi sulla presunta scientificità di tali teorie. Tanto che, a tutt'oggi, la pretesa di poter ricavare un'attitudine malvagia da una persona studiandone il volto viene ritenuta totalmente priva di basi scientifiche. Ma sarà davvero così?
Questa domanda me la sono posta quando ho visto una foto che raffigurava insieme Sergio Mattarella e Liliana Segre. Chiunque li abbia visti rimarrà certo stupito poiché i due noti personaggi sembrano separati alla nascita! Ma le similitudini tra i due non si limitano solo ai tratti fisici ma anche alla loro loro collocazione nella vita pubblica. Infatti entrambi sono "intoccabili". Liliana Segre non ha alcuna competenza di qualsiasi genere ma è diventata senatrice a vita per il solo fatto di aver subito, in gioventù, le persecuzioni razziali durante il ventennio fascista. Stop. E in virtù di ciò la sua figura è blindata. Un dogma vivente a tutti gli effetti. Chiunque provi a scalfire anche solo dialetticamente, intellettualmente e culturalmente la sua persona sarà bollato in automatico come nazifascista o, nel migliore dei casi, come antisemita. Anche l'attuale presidente della Repubblica non possiede alcun talento di spicco. La sua carriera politica è, di riflesso, basata unicamente sul fatto di esser stato il fratello di Piersanti Mattarella, esponente della DC siciliana e presidente della Regione, ucciso dalla mafia nel 1980. E anche in questo caso il fatto di essere parente strettissimo di un "martire" dello Stato rende Sergio Mattarella inattaccabile sotto tutti i punti di vista.
Però è lecito chiedersi cosa penserebbe un redivivo Piersanti Mattarella sull'operato del fratello. Ovvero un uomo, fratello di una vittima di mafia, che ha voluto, autorizzato e imposto con metodi mafiosi un'aberrazione giuridica come il green pass. Infatti come Cosa Nostra pretende il "pizzo" ai commercianti, pena la distruzione dell'attività, così lo Stato italiano ha imposto la tessera verde, pena la privazione del lavoro e il sostentamento delle famiglie. Ugualmente Liliana Segre, vittima illustre del nazifascismo in Italia e madrina di ogni "giorno della memoria", non ha mai mostrato perplessità riguardo il regime socio sanitario imposto agli italiani dal Marzo del 2020. Eppure clamorosamente ella, pur vittima in passato di odiose discriminazioni, non ha riscontrato nessuna analogia tra la stella gialla e la tessera verde e anzi ha affermato candidamente, senza fare un plissè, che lei sarebbe stata molto più dura e implacabile nei confronti dei sanitari che hanno rifiutato di farsi inoculare un siero di dubbia provenienza. E queste dinamiche mi hanno fatto venire in mente la scrittrice e politologa Hannah Arendt, una donna che la sig.ra Segre dovrebbe aver sentito nominare poiché come lei fu oggetto di persecuzioni razziali nella Germania nazista e per questo fu costretta ad emigrare negli Stati Uniti.
Una delle opere più famose della scrittrice di origini tedesche fu "La Banalità Del Male". Ovvero il resoconto del processo che fu intentato, dallo Stato di Israele, al gerarca nazista Adolf Eichmann in seguito alla sua rocambolesca cattura a quindici anni dalla fine della guerra.
Ciò che colpì la Arendt di questo processo fu l'aspetto e il comportamento dell'imputato. Infatti nonostante Eichmann fosse accusato di aver ordinato e permesso atroci crimini di guerra l'uomo seduto davanti alla corte risultava ne più ne meno che un grigio, e apparentemente innocuo, burocrate che non aveva fatto altro che eseguire pedissequamente ordini che gli venivano impartiti dall'alto. Senza chiedersi minimamente se tali ordini fossero moralmente o umanamente accettabili. La "banalità del male", appunto. Ugualmente Hannah Arendt, nel suo scritto, si chiede stupita di come la quasi totalità della popolazione tedesca abbia potuto sostenere, o almeno tollerare senza battere ciglio, un regime autoritario e spietato (anche noi ce lo chiediamo in Italia da quasi tre anni-n.d.a.).
Quindi quando ci imbattiamo nelle immagini di Sergio Mattarella e Liliana Segre sembra di vedere due innocui vecchietti, capaci però di formulare pensieri malvagi, pronunciare parole aberranti e compiere azioni cattive. E chissà se Cesare Lombroso, se fosse vivo oggi, sarebbe in grado di individuare anche nei loro tratti somatici la "banalità del male".
Alessio Paolo Morrone
Uno dei più entusiasti propugnatori della fisiognomica fu, a cavallo dei due secoli passati, il noto medico, antropologo e criminologo veronese Cesare Lombroso. Quest'ultimo infatti riteneva di poter riscontrare le inclinazioni malvagie e criminali delle persone studiandone le caratteristiche antropologiche.
All'inizio le teorie e gli studi portati avanti dal Lombroso riscossero molto successo presso gli ambienti accademici ma col tempo, da più parti, si iniziarono a sollevare forti dubbi sulla presunta scientificità di tali teorie. Tanto che, a tutt'oggi, la pretesa di poter ricavare un'attitudine malvagia da una persona studiandone il volto viene ritenuta totalmente priva di basi scientifiche. Ma sarà davvero così?
Questa domanda me la sono posta quando ho visto una foto che raffigurava insieme Sergio Mattarella e Liliana Segre. Chiunque li abbia visti rimarrà certo stupito poiché i due noti personaggi sembrano separati alla nascita! Ma le similitudini tra i due non si limitano solo ai tratti fisici ma anche alla loro loro collocazione nella vita pubblica. Infatti entrambi sono "intoccabili". Liliana Segre non ha alcuna competenza di qualsiasi genere ma è diventata senatrice a vita per il solo fatto di aver subito, in gioventù, le persecuzioni razziali durante il ventennio fascista. Stop. E in virtù di ciò la sua figura è blindata. Un dogma vivente a tutti gli effetti. Chiunque provi a scalfire anche solo dialetticamente, intellettualmente e culturalmente la sua persona sarà bollato in automatico come nazifascista o, nel migliore dei casi, come antisemita. Anche l'attuale presidente della Repubblica non possiede alcun talento di spicco. La sua carriera politica è, di riflesso, basata unicamente sul fatto di esser stato il fratello di Piersanti Mattarella, esponente della DC siciliana e presidente della Regione, ucciso dalla mafia nel 1980. E anche in questo caso il fatto di essere parente strettissimo di un "martire" dello Stato rende Sergio Mattarella inattaccabile sotto tutti i punti di vista.
Però è lecito chiedersi cosa penserebbe un redivivo Piersanti Mattarella sull'operato del fratello. Ovvero un uomo, fratello di una vittima di mafia, che ha voluto, autorizzato e imposto con metodi mafiosi un'aberrazione giuridica come il green pass. Infatti come Cosa Nostra pretende il "pizzo" ai commercianti, pena la distruzione dell'attività, così lo Stato italiano ha imposto la tessera verde, pena la privazione del lavoro e il sostentamento delle famiglie. Ugualmente Liliana Segre, vittima illustre del nazifascismo in Italia e madrina di ogni "giorno della memoria", non ha mai mostrato perplessità riguardo il regime socio sanitario imposto agli italiani dal Marzo del 2020. Eppure clamorosamente ella, pur vittima in passato di odiose discriminazioni, non ha riscontrato nessuna analogia tra la stella gialla e la tessera verde e anzi ha affermato candidamente, senza fare un plissè, che lei sarebbe stata molto più dura e implacabile nei confronti dei sanitari che hanno rifiutato di farsi inoculare un siero di dubbia provenienza. E queste dinamiche mi hanno fatto venire in mente la scrittrice e politologa Hannah Arendt, una donna che la sig.ra Segre dovrebbe aver sentito nominare poiché come lei fu oggetto di persecuzioni razziali nella Germania nazista e per questo fu costretta ad emigrare negli Stati Uniti.
Una delle opere più famose della scrittrice di origini tedesche fu "La Banalità Del Male". Ovvero il resoconto del processo che fu intentato, dallo Stato di Israele, al gerarca nazista Adolf Eichmann in seguito alla sua rocambolesca cattura a quindici anni dalla fine della guerra.
Ciò che colpì la Arendt di questo processo fu l'aspetto e il comportamento dell'imputato. Infatti nonostante Eichmann fosse accusato di aver ordinato e permesso atroci crimini di guerra l'uomo seduto davanti alla corte risultava ne più ne meno che un grigio, e apparentemente innocuo, burocrate che non aveva fatto altro che eseguire pedissequamente ordini che gli venivano impartiti dall'alto. Senza chiedersi minimamente se tali ordini fossero moralmente o umanamente accettabili. La "banalità del male", appunto. Ugualmente Hannah Arendt, nel suo scritto, si chiede stupita di come la quasi totalità della popolazione tedesca abbia potuto sostenere, o almeno tollerare senza battere ciglio, un regime autoritario e spietato (anche noi ce lo chiediamo in Italia da quasi tre anni-n.d.a.).
Quindi quando ci imbattiamo nelle immagini di Sergio Mattarella e Liliana Segre sembra di vedere due innocui vecchietti, capaci però di formulare pensieri malvagi, pronunciare parole aberranti e compiere azioni cattive. E chissà se Cesare Lombroso, se fosse vivo oggi, sarebbe in grado di individuare anche nei loro tratti somatici la "banalità del male".
Alessio Paolo Morrone